Vibo, sanità venduta. L’imperatore di Forza Italia e il prestanome per la scalata del sindaco “Barracca”

La sanità pubblica è appannaggio degli ammalati e degli utenti o deve continuare ad essere terra di conquista di politicanti spregiudicati e senza scrupoli alla ricerca di spazi da occupare e di interessi da soddisfare?

All’Asp di Vibo i fatti dicono con chiarezza che tra quelli che comandano, burattini e burattinai, da Michele Comito a Tonino Daffinà e dalla cerchia di amici e fedelissimi, sia prevalsa la seconda strada. Mentre la sanità pubblica nel territorio di Vibo muore, la guerra tra bande continua imperterrita e sono già noti i vincitori e anche gli sconfitti che scappano dalle loro responsabilità e lasciano sul terreno le prime “vittime”.

Che dire, a tal proposito, delle dimissioni del direttore ad interim dell’Unità Operativa Risorse Umane avvocatessa Sabrina Caglioti, in quota Ciconte, peraltro già detentrice abusiva dell’incarico. Solo gli sprovveduti pensano che la Caglioti si sia dimessa solo per la sua manifesta incapacità mentre il motivo è palesemente un altro ovvero la mediazione raggiunta con l’imperatore di Forza Italia Michele Comito perché si trovi subito un prestanome in grado di collocare comunque e fuori da ogni regola come dirigente dell’Asp di Vibo il sindaco di Acquaro che si è dato per disperso, annunciando il suo ritorno solo a “tavola aggiustata”.

E magari con timoniere all’Asp di Vibo un commissario diverso da Giuliano, incapace di sistemare la vicenda del precario eccellente Barillaro, sindaco di Acquaro così come era stato per un altro “unto” dal Signore che risponde al nome di Antonio Zappone, oggi a capo della Ragioneria. Il tutto dopo una sequela di proroghe elargite, senza contrasto, per un intero triennio, il tempo necessario per essere stabilizzato illegalmente perché, a monte, non era un vero precario, ma già dipendente a tempo indeterminato in aspettativa presso l’Asp di Melegnano, in Lombardia.

Ma torniamo al prestanome necessario per sistemare il sindaco di Acquaro, che pare essere stato già individuato. Il gruppo di fuoco dell’Asp di Vibo (Comito e Barillaro, detto anche Barracca) sta per imporre al commissario Giuliano un dirigente nuovo ad interim, tale dr. Gianfranco Ielo, perché disponibile ad assecondare i suoi desiderata ovvero la riproposizione della delibera di nomina di “Barracca” quale dirigente mediante l’utilizzo dell’art. 15 septies notoriamente riservato per le nomine di figure professionali di alto ranfo amministrativo o sanitario ovvero l’esatto contrario delle competenze possedute da Barillaro. Peccato che neanche il dr. Ielo possieda i requisiti e i titoli per l’incarico, ma questo per loro è un dettaglio…

Tale operazione consentirebbe di prendere due piccioni con una fava perché ciò farebbe anche rientrare dalle dimissioni l’ex sindaco di Mongiana Bruno Iorfida, quale consulente del sindaco di Acquaro, necessario per sopperire alle incompetenze professionali di “Barracca” nell’incarico di dirigente.

Per Michele Comito il merito non conta. Infatti non si capisce e non si giustifica perché l’Asp di Vibo debba ricorrere ad incarichi di dirigenti amministrativi a tempo determinato quando, contro ogni pronostico e ogni logica di calcolo politico, è stato recentemente chiuso un concorso (vedi graduatoria già pubblicata sul sito dell’Asp) che consente il reclutamento a tempo indeterminato dei dirigenti amministrativi mancanti, compreso quello che si vuole conferire, a tutti i costi, al sindaco di Acquaro.

E’ arrivato il tempo che qualcuno intervenga per affermare un principio di giustizia e di valorizzazione del merito che troppo spesso è stato calpestato da politici di bassa lega per meri e deplorevoli calcoli elettoralistici (tipo i 700 voti alle Politiche assicurati a Peppe ‘ndrina, cognato di Michele Comito nell’umile comune di Acquaro).

Le vicende regionali indicano con nettezza che i fatti rappresentati hanno distratto con evidenza un belligerante protagonista ovvero il consigliere regionale di Forza Italia Michele Comito, che seppure ai vertici della sanità regionale come presidente della Commissione, non ha avuto la capacità o la necessità di fermare i burocrati del Dipartimento Salute e il commissario Occhiuto. E così in queste ore l’Asp di Vibo è stata bacchettata: è stato imposto un piano di assunzioni del personale, per l’anno 2022, che azzera le possibilità di stabilizzazione di infermieri e Oss.

Uno scippo dietro l’altro: l’affossamento sfacciato dei servizi pubblici per favorire i privati (Salus in testa), lo smantellamento dell’ospedale di Serra, benché di montagna, l’assenza o peggio il degrado della medicina territoriale, l’ospedale di Vibo ridotto ormai ad una polveriera, lasciato nelle mani di quei pochi sanitari che, vuoi per scelta, vuoi per disgrazia, si trovano ad operare in condizioni di carenze organizzative e di precarietà di ogni genere.

Questo degrado e questa ingerenza totale della politica con i suoi accoliti non sono più tollerabili. L’opposizione di Mammoliti e Lo Schiavo è totalmente assente e così il sindaco di Acquaro può andare in giro a dire di essere in grado di bloccare l’arrivo della Commissione d’accesso antimafia nel suo comune e persino in quello di Tropea perché “ci pensa Mangialavori”… Quasi una prova di forza conto il procuratore Falvo.