UN MUSEO ALLA LEGGENDA NELLA CITTÀ, VERA, CHE MUORE.
Il 19 dicembre si è tenuta un’assemblea di cittadini, indetta dal Comitato Piazza Piccola nella Casa di Quartiere, sita nel centro storico.
Ascoltando dunque il sentimento popolare, emerge chiaramente che molti cittadini, specialmente nel centro storico ma non solo, sono favorevoli a modificare la destinazione d’uso per l’edificio che, secondo le intenzioni della precedente amministrazione doveva ospitare un Museo multimediale intitolato ad Alarico.
Non volendo tornare per l’ennesima volta sullo scandalo di una demolizione mal fatta, divenuta una discarica, che accoglie degnamente turisti e cittadini all’ingresso del centro storico, ugualmente umiliato da crolli, strade disseminate di buche e buchi di grande pericolosità, da rifiuti mal e sporadicamente raccolti, da una condizione di convivenze sempre più problematiche, ribadiamo che il vero tema è l’opportunità.
Unitamente all’inizio- annunciato- dei lavori di riqualificazione che “cambieranno per sempre il volto della città”, sentiamo ripetere che molte opere, quantomeno discutibili, sono già state appaltate e che non è possibile non realizzarle. Questo è anche il caso del ‘Museo di Alarico’, apparentemente.
Al di là dei risvolti tecnici e legali, come cittadini chiediamo se e quanto sia possibile intervenire per identificare e rispondere ai reali bisogni della comunità con un’opera di riqualificazione che offra un’immagine degna dell’ingresso alla città e, allo stesso tempo, possa essere utile agli abitanti piccoli e grandi, come spazio di aggregazione, visto che il quartiere ne è completamente privo. Del resto, il destino di opere calate dall’alto, indipendentemente dal loro valore, è ben noto; la mancanza di manutenzione e l’uso limitato li trasformano presto in presenze ben poco estetiche e semiabbandonate.
Ormai sorpassata è anche la polemica sul senso di dedicare un museo alla figura di Alarico; almeno su questo, la nuova amministrazione dovrebbe dire una parola chiara e inequivoca sull’assurdità di tale proposta; non crediamo ci sia nessuna legge o regolamento che possa obbligarla a perpetuare questa assurdità storica e culturale!
Resta quindi da chiarire, secondo quanto è emerso dalla discussione, se e quali siano gli eventuali vincoli che limitano una ridiscussione PREVENTIVA e CONDIVISA sull’uso futuro della struttura.
Crediamo che ciò sia dovuto alla cittadinanza e che sarebbe anche un atto di VERA discontinuità rispetto alle pratiche del passato.
Crediamo,inoltre, che sia necessario un intervento affinché l’Avvocatura di Stato, su impulso della Soprintendenza calabrese, si appelli al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar affinché il suddetto Consiglio si pronunci positivamente circa la regolarità e la legittimità degli atti amministrativi della Direzione generale nel novembre 2018 perché assunti nel pieno rispetto dello specifico vincolo paesaggistico che tutela il Centro storico di Cosenza.
Alla Avvocatura dello Stato basterà, per ottenere ragione, rappresentare al Consiglio che il vincolo -emanato il 14 agosto 1969 ed ampliato il 31 luglio 1992- riguarda non solo il Centro storico, ma comprende l’area urbana e periurbana che va da Viale Trieste fino a tutte le colline intorno alla città vecchia ad est, ovest e sud. 𝐈𝐥 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫 “𝐧𝐨𝐭𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨”, in particolare gli 𝐚𝐫𝐭icoli 𝟏𝟑𝟔-𝟏𝟒𝟔 𝐝𝐞𝐥 𝐃. 𝐋𝐠𝐬. 𝟒𝟐/𝟐𝟎𝟎𝟒, 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐝𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞𝐭𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐯𝐨𝐫𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐍𝐮𝐥𝐥𝐚-𝐀𝐥𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨.
Vogliamo una riqualificazione dell’area che rispecchi i bisogni della popolazione e in armonia con il paesaggio.
Non ci serve una scatola dorata , ci interessa il contenuto!
Comitato Piazza Piccola