Il rinvio dell’udienza per il fallimento dell’Amaco era pressoché scontato. La malapolitica unita e senza distinzione di colori sta cercando di salvare “capre e cavoli”, perché certificare o asserire il fallimento, significherebbe mettere davanti alle proprie responsabilità l’ex amministratore Posteraro e anche il direttore d’esercizio nonchè presidente delle Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro.
Pochi giorni fa c’è stato incontro con il nuovo presidente nominato e sembra voglia rimettere le cose a posto, sia dal lato economico in merito a tutte le spettanze economiche arretrate che ogni dipendente vanta, nonché per il ripristino della contrattazione di secondo livello ,più lato tecnico, servizio.
L’attuale presidente ha da subito confinato nelle loro stanze e preso le distanze dai serpenti del cerchio magico di Posteraro. Il direttore maximo, a sua volta, aveva presentato le dimissioni o se meglio vogliamo dire, progettato la fuga. Dimissioni respinte dall’attuale presidente, con l’aggiunta di averlo limitato a solo direttore d’esercizio, togliendogli quindi tutte le funzioni nonché il potere di firma che in precedenza aveva con il suo compare Posteraro.
Amaco, insieme a Ferrovie della Calabria, Amc Catanzaro e altre aziende fanno parte del consorzio “COMETRA” (Consorzio meridionale trasporti). Tale consorzio, per commissione della Regione Calabria, è gestore dei servizi, nonché dei chilometri che la Regione paga bimestralmente e da poco mensilmente. Quindi, ogni azienda, prende da questa grande “torta” la sua fetta, relativa ai chilometri assegnati ed effettuati.
E indovinate un po’ chi è il presidente di questo grande Consorzio? Sì, avete indovinato: il direttore d’esercizio dell’Amaco Ferraro, che successivamente alla nomina di amministratore unico delle Ferrovie della Calabria è stato a sua volta nominato anche presidente di COMETRA. Ferraro uno e trino, insomma. Salta subito agli occhi che il controllore è allo stesso tempo il controllato ma tant’è, nella repubblica delle banane tutto è possibile.