Ci sono 462.079,12 euro che il “Marrelli Hospital” pagò nel 2013 alla società “Iuledil” per lavori edilizi a fronte di una spesa effettiva che sarebbe stata di 217.543,25 euro, con gli interventi che furono eseguiti in subappalto dalla “Ecotec”, azienda del gruppo Marrelli.
Oppure altri 219.977,71 euro che, sempre nel 2013, l’allora “Calabrodental”, oggi “Marrelli Health”, versò all’impresa “Tfc” «priva di dipendenti». Sono alcuni dei casi messi nero su bianco dalla Dda di Catanzaro nelle carte dell’inchiesta “Krimata” per spiegare il presunto sistema fraudolento che avrebbe portato diverse società cartiere del settore edile ad emettere false fatture per un ammontare di 5 milioni di euro nei confronti delle imprese dei Marrelli che avrebbero a loro volta intascato rimborsi Iva milionari non dovuti.
L’ipotizzato raggiro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Crotone con l’operazione che, giovedì, è sfociata nell’esecuzione di sei misure cautelari. Ma la Procura antimafia contesta agli indagati anche l’aggravante ‘ndranghetistica, in quanto le società della famiglia Marrelli sarebbero state «l’unico cliente della “Iuledil”», una ditta in odor di mafia riconducibile all’imprenditore Mario Esposito, ritenuto vicino alla cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Una contestazione quella dell’aggravante antimafia esclusa però dal gip.
“La TFC – scrive nell’ordinanza la gip di Catanzaro Arianna Roccia nel ricostruire il giro di fatture ritenute fittizie – è una delle società di cui la Iuledil Srl si è avvalsa per trasferire una parte consistente del denaro ricevuto dalla Marrelli Hospital Srl”. E a riprova di questo connubio tra il gruppo Marrelli e la Iuledil Srl, i magistrati annotano che dal 2013 al 2017 “su 2.478.334.57 euro di fatture attive, quelle emesse verso i Marrelli dalla sola Iuledil Srl sono state pari a 2.190.456,14 euro. Allo stesso modo, gli inquirenti tirano in ballo pure le opere – della portata di 85.180,40 euro – che nove anni fa interessarono la sede di “Esperia Tv”, l’emittente di Crotone dei Marrelli. “Anche in questo caso – è la tesi investigativa – nel periodo dei lavori documentari, la Iuledil Srl era priva di lavoratori dipendenti”, tant’è che “la maggior parte delle fatture di acquisto di attrezzatura è risultata essere relativa ad operazioni inesistenti”.
Da qui la valutazione della gip: “A fronte di imprese emittenti le false fatture – osserva – le imprese utilizzatrici dei titoli pagavano gli importi a favore delle prime imprese”. Queste ultime poi, si legge nel provvedimento restrittivo, “dopo aver ricevuto il denaro di provenienza illecita effettuavano pagamenti e prelievi di denaro di vario genere (bonifici, assegni, prelievi in contanti allo sportello)”, così da “mimetizzare l’origine delittuosa” dei soldi.
Lunedì inizieranno gli interrogatori di garanzia davanti alla giudice Roccia delle sei persone sottoposte a misura cautelare: Mario Esposito, Lorenzo Marrelli, Antonio Franco, Antonio Costantino, Francesco Quattromani e Andrea Valenti.