La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Perché proprio in questa data? Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Unione Sovietica liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta a tutto il mondo l’orrore del genocidio nazista.
Sterminio nazista, i medici scelsero i disabili come cavie
di Laura De Franco
Le cavie erano i disabili. Si sa che l’olocausto iniziò con la loro sofferenza. Seviziati, torturati in nome della scienza e poi uccisi con il gas. Sì, il gas per loro il monossido di carbonio, poi servì un potente insetticida , lo Ziklon B, perché il numero delle vittime aumentò a livello esponenziale. Grazie ai corpi bruciati dei disabili, al loro cattivo odore, al disagio della gente che vedeva il fumo e ne capiva la provenienza si capì che era meglio scegliere campi di sterminio lontani dalle città.
Le cavie servivano ai medici. E l’origine dell’idea della morte come salvezza della società nasce proprio dagli studi scientifici e medici, in particolare dalla psichiatria.
E’ lo psichiatra che decide se sai ragionare o se non sai ragionare, se sei abbastanza intelligente o sei sotto la norma, se puoi stare con gli altri o se è meglio che resti ai margini della vita. E’ lo psichiatra che decide se puoi continuare a vivere o se per te la cura è morire.
Ma di questo la storia ne parla poco. Gli storiografi non se ne interessano. Perché? Perchè le sperimentazioni sono servite a tutti per stare meglio. Nessuno ne parlava perché tutti abbiamo beneficiato di quegli esperimenti. Mai la medicina ha avuto tanti corpi per studiare. Un esempio sono le prove per vedere la reazione del vaccino contro la tubercolosi e per studiarne gli effetti grazie alle successive autopsie.
Ce lo dice la corrente di psichiatria democratica a livello europeo, mentre è da pochissimo, da una ventina di anni, che la psichiatria tedesca riconosce le sue responsabilità. Dal processo di Norimberga uscirono poche condanne di morte per i medici e gli infermieri, se la cavarono con pochi mesi di carcere, e continuarono poi la professione e ad avanzare nella carriera con le loro ricerche.
Questa fu una decisione politica, ma è bene chiarire che le idee naziste nascono da teorie scientifiche e mediche. La purezza della razza deriva dall’eugenetica, dalla biologia, da qui nasce l’dea della sterilizzazione delle persone malate di mente. Pratica che, vale la pena sottolinearlo era in auge anche in America. Il nazismo attuò un programma basandosi su un pensiero che esisteva già dalla fine dell’Ottocento e che poi portò alle teorie sulla ineguaglianza. Si concretizza così una difesa sanitaria della razza. Lo psichiatra attua un controllo totale della società, classifica gli individui e ne controlla il destino. Era una lotta sanitaria prima e sociale dopo contro chi rischiava di danneggiare i normali, contro chi poteva far proliferare l’anormalità, la deviazione dallo standar di perfezione.
In Germania questa idea di sterminare i disabili viene espressa in un testo medico- giuridico, “Il permesso di annientare una vita senza valore di vita”. La parte medica è scritta da Alfred Hoche, psicoanalista, ritiene che la soppressione di una vita indegna è un atto terapeutico perché salvaguarda la collettività e le persone malate dalle loro pene.
Nel testo sono considerate persone già morte, chi soffre di turbe psichiatriche, lesioni cerebrali, ritardo mentale.