Gli organi elettivi di Tropea sono stati rinnovati il 21 ottobre 2018. Il 12 agosto 2016, infatti, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, scioglimento prorogato sino alla data delle elezioni. Il 21 ottobre 2018 è stato eletto sindaco Giovanni Macrì, di Forza Italia di cui è anche vice coordinatore provinciale a Vibo Valentia, già capogruppo di minoranza nella precedente consiliatura sciolta per infiltrazioni mafiose.
L’attuale assessore agli Affari Generali del Comune di Tropea è Greta Trecate. Del padre e di quattro zii paterni dell’assessore si occupa la relazione di scioglimento del Comune di Tropea in quanto tutti noti, ex sorvegliati speciali, più volte arrestati per ricettazione, armi, estorsione, violenza, oltraggio, droga, rissa, furto, lesioni, tentato omicidio. Un cugino dell’assessore – Salvatore Trecate – è stato arrestato nel 2015 con una pistola clandestina e 100 munizioni dentro l’auto. Lo zio materno dell’assessore Greta Trecate è Ivano Pizzarelli, condannato in via definitiva a 7 anni per associazione mafiosa (clan Mancuso). Risulta da Facebook che Ivano Pizzarelli abbia pubblicamente sostenuto la nipote Greta Trecate alle comunali dell’ottobre 2018.

Il 9 aprile 2021 il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, deponendo nel processo Rinascita Scott, ha dichiarato che alla sua famiglia Mancuso nella zona di Tropea erano collegate le “famiglie La Rosa e Trecate, detti Patati. Io frequentavo il lido dei Patati, cioè dei Trecate ed una di queste, la figlia del gestore del lido, fa l’assessore a Tropea e me la ricordo”. A questa affermazione il Pm della Dda De Bernardo domandava: “Il padre della Trecate che ricopre l’incarico pubblico che ruolo aveva rispetto ai La Rosa?”. Questa la risposta di Emanuele Mancuso: “Non era subordinato. Noi arrivavamo lì al lido e ci trattavano come se noi fossimo i padroni, ci facevano mangiare, ci ospitavano. Un altro soggetto di peso a Tropea è Gerardo Macrì che mi faceva entrare gratis alle feste e mi diceva che era intimo con la mia famiglia ed in ottimi rapporti con mio zio Diego Mancuso”. Gerardo Macrì è l’attuale zio paterno del sindaco Giovanni Macrì.

Nel febbraio 2021 la GdF ha scoperto il cimitero degli orrori a Tropea con il custode Francesco Trecate (impiegato del Comune e zio dell’assessore Greta Trecate) insieme al figlio Salvatore (cugino dell’assessore) ed altra persona (Roberto Contartese) impegnati in disseppellimenti totalmente illeciti, con cadaveri distrutti, incendiati e vilipesi, e posti al cimitero venduti a suon di “mazzette”.
Il Comune di Tropea dopo lo scandalo ha, giustamente, deciso di costituirsi parte civile, ma la relativa delibera della Giunta non è stata votata dall’assessore Greta Trecate e neppure dall’assessore ai Servizi Cimiteriali Erminia Graziano, entrambe assenti al momento del voto.
Il figlio dell’assessore Graziano si chiama Francesco Muscia e nelle vesti di avvocato ha assunto la difesa di Roberto Contartese, una delle tre persone arrestate per lo scandalo del cimitero. Il marito dell’assessore Erminia Graziano si chiama invece Gaetano Muscia e di entrambi si occupa la relazione di scioglimento. Gaetano Muscia è, infatti, un pluripregiudicato, ritenuto contiguo ai clan Mancuso e La Rosa, condannato in via definitiva a 7 anni per usura ed estorsione ed a 5 per narcotraffico internazionale.

Qualche mese prima dello scandalo del cimitero, a settembre 2020, il sindaco Giovanni Macrì ha pubblicamente premiato il custode del cimitero Francesco Trecate per “abnegazione al lavoro”, nonostante una richiesta di rinvio a giudizio pendente nei confronti di Trecate per assenteismo e truffa ai danni del Comune!!!
Secondo la denuncia dell’avvocato Giuseppe Bordino – che non ha trovato più i resti del nonno –, il sindaco Giovanni Macrì sarebbe stato informato per ben due volte dallo stesso legale di quanto accadeva al cimitero. Anche il testimone di giustizia, Pietro Di Costa, ha denunciato di aver avvertito per tempo il sindaco dello scandalo del cimitero, con tanto di messaggi audio sul telefonino.

Dell’attuale vicesindaco Roberto Scalfari (che è anche consigliere provinciale a Vibo con Forza Italia), la relazione della Commissione di accesso agli atti si è occupata evidenziando che è il “compagno della nipote di Gaetano Muscia, pluripregiudicato e attualmente detenuto”.
Il consigliere comunale di maggioranza Francesco Addolorato, cui il sindaco ha affidato la delega allo Sport, è invece primo cugino dei boss Antonio, Pasquale e Francesco La Rosa di Tropea, fondatori dell’omonimo clan sempre di Tropea e condannati in via definitiva per associazione mafiosa, attualmente detenuti.
Ce n’è abbastanza per mandare una Commissione d’accesso antimafia? Oggi, sia pure a distanza di molto tempo, abbiamo scoperto che ce n’era abbastanza. Meno male.