Catanzaro, il riciclaggio della ‘ndrangheta: indagati due colletti bianchi insospettabili

Il gup del Tribunale di Catanzaro accogliendo le tesi del pm della Dda Domenico Guarascio ha rinviato a giudizio Domenico Masciari, 56 anni di Catanzaro e Vittoria Proietti Cosimi, 49 anni, residente a Subiaco (provincia di Roma), accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e la seconda per riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa Masciari, di professione promotore finanziario, avrebbe gestito i proventi illeciti del clan guidato da Gennaro Pierino Mellea e diretta emanazione della cosca di Cutro. Più in particolare, nel biennio 2014-2015, il promotore finanziario avrebbe ricevuto i soldi dallo stesso Mellea, che in un’occasione gli avrebbe dato 200mila euro, consegnati nelle mani della Proietti, che provvedeva ad investirli in una piattaforma web. Masciari, nella ricostruzione della Dda, si sarebbe impegnato a costituire conti correnti bancari esteri sui quali far confluire i profitti delle somme ricavate dagli investimenti fatti.

In pratica, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il promotore finanziario catanzarese avrebbe ripulito i guadagni della cosca in attività e strumenti finanziari esteri, curandone il recupero anche dopo l’arresto di Mellea e di altri esponenti del sodalizio. Il broker avrebbe messo a disposizione di Mellea – secondo quanto scritto dalla Dda nell’avviso di conclusione delle indagini – la propria carta postepay, dove accreditare i soldi “guadagnati” dalle attività illecite. Un sistema questo che avrebbe consentito di compiere operazioni finalizzate a far perdere le tracce del flusso finanziario, rendendo difficile risalire alla provenienza di quel denaro.

Masciari, sostiene la Dda, avrebbe avuto piena consapevolezza di aumentare la capacità economica del clan, reimpiegandone i capitali illeciti e mettendo al sicuro i profitti. La Proietti invece avrebbe ricevuto somme di denaro in contanti dallo stesso Masciari o da Gennaro Mellea, investite in piattaforme online estere di trading binario, adoperandosi successivamente per la costituzione di conti bancari all’estero dove far confluire, con successivi bonifici, la redditività degli impieghi finanziari. Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’associazione ‘ndranghetistica denominata Locale di Cutro, nella sua articolazione catanzarese.

Accuse che adesso dovranno essere vagliate dal collegio del Tribunale di Catanzaro davanti al quale si svolgerà il processo di primo grado per entrambi gli indagati. Fonte: Gazzetta del Sud