Cosenza, Franz chiude le ludoteche: i bambini non possono pagare il prezzo del dissesto

di Ferdinando Gentile 

Non un pessimo scherzo di carnevale ma la cruda e inaccettabile realtà. Mi riferisco alla scelta di Palazzo dei Bruzi di chiudere le tre ludoteche comunali a partire da martedì scorso, 21 febbraio 2023.
Per bambini e lavoratori la festa di carnevale è stata, a loro insaputa, l’ultima volta in cui hanno potuto varcare le porte d’ingresso delle ludoteche.
Senza alcuna comunicazione formale, la ditta vincitrice dell’appalto e il comune hanno deciso di far cessare le attività di alcuni tra i più importanti presidi pubblici della nostra città.

A nulla sono valse, le interlocuzioni e le riunioni tenutesi negli ultimi mesi.
Il dissesto finanziario è la motivazione, sempreverde, a cui si appigliano assessori e dirigenti per giustificare l’ennesimo scempio. In realtà la vera causa è rappresentata dall’incapacità di programmare e reperire fondi extra comunali.
Sarebbe stato prioritario e necessario scongiurarne in ogni modo la chiusura.
Chi non si è prodigato in questo senso evidentemente non comprende a pieno quanto sia rilevante, nella vita dei bambini residenti nei quartieri popolari della città, garantire un servizio gratuito come quello delle ludoteche e dell’ingiustizia sociale che si produrrà da adesso in poi.

I bambini non possono pagare il prezzo delle difficili condizioni economiche che sono costretti ad affrontare i genitori né tantomeno quello del dissesto finanziario dell’ente.
Proprio i più piccoli devono essere maggiormente tutelati e supportati dalle istituzioni. Nella loro quotidianità il tempo passato, dopo le ore scolastiche, con il personale che opera nelle ludoteche e con i propri coetanei ha un valore inestimabile.
Tutto questo, però, è evidentemente secondario anche per questa amministrazione. Non sono state neanche immaginate, infatti, strade alternative alla chiusura definitiva.

L’ingessamento di assessori e dirigenti è imbarazzante. A cosa serve sbandierare che Cosenza ha avuto il riconoscimento come capitale del volontariato, se poi si chiudono le ludoteche? A cosa serve fare tutte queste chiacchiere sulla solidarietà e l’integrazione, nelle conferenze stampa e nei comunicati, se poi non si è in grado di costruire un percorso che valorizzi queste infastrutture sociali?
Caruso e i suoi consiglieri, prima di candidarsi, sapevano benissimo che il comune era in dissesto, e cosa hanno previsto per evitare che quei pochi diritti sociali rimasti dopo il decennio Occhiuto non si perdessero?
Le domande sono tante, le risposte purtroppo latitano. Rimbocchiamoci le maniche e difendiamo collettivamente ciò che di buono è rimasto in questa città, prima che sia troppo tardi.