Cosenza. Lavori pubblici nel caos: Covelli declassato, minacce, denunce e il dirigente che non firma

Che fine ha fatto Damiano Covelli, meglio conosciuto come “tefaticatè” per la sua straordinaria propensione al… lavoro, dall’alto della sua posizione di “scagnozzo” della premiata ditta Nicola Adamo&Enza Bruno Bossio?

In questi ultimi mesi il sindaco ha pubblicizzato a tamburo battente gli ultimi finanziamenti per le zone del centro storico (Agenda urbana) e di San Vito, con tanto di tragicomici sopralluoghi con i caschi in testa, ma il Covelli è stato tenuto ai margini, quasi “scansato” dal sindaco e dagli altri protagonisti, nonostante sia il titolare dell’assessorato ai Lavori pubblici per volontà diretta del Supremo Leone (capu i liuni…).

Eppure, non sono lontani i “bei tempi” in cui Covelli sguazzava in lungo e in largo, rilasciava dichiarazioni, scriveva comunicati e… tutto il cucuzzaro. Oggi invece, niente: profilo basso anzi bassissimo, testa bassa, coda tra le gambe e spesso neanche la presenza.

Cosa sarà mai accaduto per arrivare a mettergli la museruola in maniera così vistosa? Nei corridoi di Palazzo dei Bruzi i pettegolezzi dilagano e si può facilmente notare, al contrario, come sia aumentato a dismisura il potere della famiglia Incarnato (padre e figlia), che in pratica hanno preso possesso dell’assessorato di Covelli, decidendo finanche i bandi e soprattutto le ditte amiche e le imprese che devono lavorare.

Già, bandi e imprese: devono essere proprio questi i motivi della clamorosa decadenza del “faticatore” della cricca. Se è vero – com’è vero – che l’architetto Bruno si è sdegnosamente rifiutato di firmare concessioni edilizie ridicole e che ancora non è stato sostituito con qualche utile idiota disposto a firmare le peggiori porcherie possibili. Neanche l’ormai leggendaria donna-megafono, la signora Antonella Rino, nonostante sia “comandata” da Luigi Zinno, ha potuto metterci… una firma. Ma non solo. 

Secondo boatos sempre più insistenti, qualcosa è andato storto per gli ultimi appalti e come conseguenza diretta pare che un imprenditore del settore edile si sia recato dritto dritto nella caserma dei carabinieri a due passi dal Comune per denunciare di essere stato intimidito da uno dei papponi più in vista delle ditte amiche di Palazzo dei Bruzi che definire molto vicino al Covelli è quasi un eufemismo, determinando frequenti visite della Benemerita al Comune e indagini particolarmente fastidiose.

Sarà stata una coincidenza o forse no, non lo sappiamo ma sta di fatto che Damiano Covelli è passato dalle stelle alle… stalle. Con la speranza che lo stalliere lo tenga “chiuso” per il maggior tempo possibile, perché pare che su questa vicenda i carabinieri non sono proprio intenzionati a far cadere l’oblio, nonostante i buoni uffici del solito Gattopardo del porto delle nebbie. 

In queste ultime ore, poi, finanche i peggiori traffichini delle bettole della Valle del Crati stanno facendo circolare con dovizia di particolari i rumors sulla disavventura di Covelli (si parla addirittura di “concussione”!), che ormai viene trattato alla stregua di un “appestato” e la cui permanenza in giunta è ad altissimo rischio nel rimpasto ormai alle porte. L’unica “concessione” che potrebbe ricevere è quella di una “punizione” alla carica di vicesindaco senza le sue attuali deleghe, la poltrona più scomoda in assoluto a Palazzo dei Bruzi. Ma come tutti sanno c’è anche un altro “appestato” che gira per i corridoi del Comune e che potrebbe fare la stessa fine. Il “derby” tra scagnozzi diventa incandescente… Vi terremo aggiornati come sempre.