In memoria di Rino, voce storica di Radio Queen Cosenza, scomparso ieri a 60 anni.
di Franco Panno
Dicevi che ero bravo nel rendere, attraverso la scrittura, gli stati d’animo e le loro sfumature. Permettimi di dissentire questa volta Amico mio, che oggi sei andato via per sempre con la mitezza e la discrezione che hanno contraddistinto il tuo agire in vita. Trovo, in un momento così triste, difficoltà ad esprimere ciò che provo nell’apprendere la notizia della tua dipartita.
No, questa volta, non credo, nonostante l’abilità che mi riconoscevi, di poter esprimere uno stato d’animo che è un turbinio di ricordi, di momenti gioiosi e drammatici vissuti fianco a fianco. Questa volta devo contraddirti. Cerco di sfogare attraverso questo mio inadeguato scritto, ciò che tu e la tua famiglia avete rappresentato per tutta la comunità che ha avuto il privilegio di conoscervi. Non saprei da dove cominciare, ma la cronologia degli eventi forse può aiutarmi ad arrampicare questo mio dolore strozzato.
Una amicizia nata sul pianerottolo di un palazzo in Via Pasquale Rossi ex Strada H, ora via Emilio Capizzano. Due bambini che cominceranno insieme un cammino diviso solo dal fato, avverso e maligno. Una condivisione di giornate sportive, il calcio nel cortile e nei campetti spelacchiati e le domeniche allo Stadio col supplemento dei vari 90° minuto e Domenica Sportiva. Scuole elementari e medie insieme, compagni di banco, poi la scelta diversa alle superiori. Interessi musicali differenti, tu la Disco io posseduto dal demone del Rock. La tua carriera radiofonica, la tua voce fatta per la radio, un piglio e una tempistica che avrebbe avuto pochi eguali. Mi soffermavo su questo particolare. Ipotizzasti un Frankenstein una volta, dicesti con l’affetto che provavi per il sottoscritto “Con la mia voce e la tua competenza ne sarebbe uscito fuori uno meglio di Massarini”. Già, la mia voce, incerta, piena di inflessioni al contrario della tua che con eleganza riuscivi naturalmente ad aggirare. Poi il resto, l’entrata nella tua vita dell’Amatissima Brunella e l’amore per i tuoi genitori che hai nobilmente accudito fino alla fine. Non mi viene nient’altro, come vedi non sono stato bravo questa volta.
Mi piace pensare che un giorno con la schiettezza e la generosità che ti era comune, quando ci riincontreremo, tu possa dire il contrario.
Addio Rino, Fratello di una vita