A Reggio Calabria, i Carabinieri del Comando Provinciale, hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale di beni, per un totale complessivo di circa 3 milioni di euro. In particolare, la misura patrimoniale, è stato emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione Misure di Prevenzione – diretta dalla presidente Natina Pratticò, a conclusione di approfondimenti patrimoniali coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, scaturiti dalle risultanze emerse nell’operazione “Metameria” eseguita nel febbraio 2021.
L’attività nel suo complesso, sulla base di meticolosi accertamenti di natura patrimoniale compiuti dai militari dell’Arma, ha consentito di dimostrare la pericolosità sociale e l’illecita accumulazione patrimoniale posta in essere da uno degli indagati, responsabile di intestazione fittizia delle quote sociali di una società, nel capoluogo reggino, funzionale ad occultare l’infiltrazione della cosca “Condello”, “Rugolino” e delle altre cosche operanti nella città di Reggio Calabria nel settore delle imprese dedite ai servizi di pulizia e manutenzione delle reti fognarie.
Si tratta di Santo Germanò di 52 anni, inquisito nelle operazioni “Metamateria” e “Epicentro”, e già condannato nel 2005, in concorso, per il tentativo di omicidio dell’ imprenditore edile Pietro Barbera.
L’operazione Metameria del febbraio 2021
L’operazione “Metameria”, ha determinato nel febbraio 2021 l’emissione di 28 provvedimenti cautelari, permettendo – tra l’altro – di ricostruire i rapporti della cosca Condello di Archi con imprenditori ritenuti come asserviti totalmente alla ‘ndrangheta. L’inchiesta è confluita a sua volta nel processo “Epicentro”, nel cui contesto l’odierno indagato è stato condannato a 2 anni e 8 mesi.
Nel suo complesso, l’indagine, nello specifico settore della prevenzione, ha consentito, sulla base della stretta correlazione tra gli elementi acquisiti nel procedimento penale, di accertare tutti i beni illecitamente ottenuti durante il periodo di pericolosità sociale dei soggetti investigati, e sequestrare diverse imprese operanti nei settori dell’edilizia ed impianti elettrici, officine meccaniche per mezzi pesanti, onoranze funebri e distribuzione di carburanti per autotrazione, oltre 200 tra beni mobili e immobili siti nella provincia di Reggio Calabria, Cosenza e Messina, 19 quote societarie, nonché disponibilità finanziarie pari a oltre 3 milioni di euro, per un valore complessivo stimato di oltre 23 milioni di euro. Per la sezione Misure di prevenzione del Tribunale, «Santo Germanò è un soggetto socialmente pericoloso» in quanto emerge il suo coinvolgimento «nel gruppo criminale dei Condello, federati con la cosca De Stefano».
«La società di capitali Center Clean srl – si legge nel decreto di sequestro – è da considerarsi impresa mafiosa utilizzata dalla cosca Condello per infiltrarsi nel settore delle pulizie della rete fognaria di Reggio Calabria che si è imposta sul mercato non già per l’abilità imprenditoriale del Germanò né tanto meno dei formali proprietari delle quote Giovanni che non avevano alcun potere decisionale, ma grazie alla sponsorizzazione mafiosa rectius al potere di intimidazione nascente dall’appartenenza all’omonima cosca del Condello che ha utilizzato una fitta rete di relazioni e scambi di favori con autorevoli esponenti della ‘ndrangheta reggina per accaparrarsi i lavori, destabilizzando il mercato e la libera concorrenza».