Catanzaro, Sant’Anna Hospital: la protesta diventa permanente. I debiti con l’Agenzia delle Entrate

I manichini vestiti come operatori sanitari durante la pandemia appesi al cancello di ingresso. Gli sguardi disperati e stanchi come le parole dei dipendenti che non ce la fanno più perché si sentono continuamente presi in giro, non hanno soldi e non sanno come andare avanti.

Al Sant’Anna Hospital è – purtroppo – sempre la stessa storia: promesse e illusioni tante, stipendi zero come le prospettive di rilancio della struttura. Da ieri mattina i circa 150 lavoratori che ancora resistono nella clinica catanzarese hanno indetto un’assemblea permanente che non scioglieranno fino a quando l’azienda non salderà loro tutti gli stipendi arretrati. Sono le mensilità del periodo settembre 2022-febbraio 2023 compresa la tredicesima e una parte del bimestre febbraio-aprile 2022, quello che avrebbe dovuto essere coperto con il Fondo integrativo salariale ma la procedura non è stata autorizzata dal Ministero del Lavoro.

La somma attesa in clinica dall’Asp è di circa 1,6 milioni di euro. Come aveva assicurato Spaziante, commissario dell’Asp, durante una riunione in Prefettura due settimane fa, l’Asp ha pronte da qualche giorno due determine di liquidazione, ma si è fermata perché il Sant’Anna avrebbe un vecchio debito con Equitalia, quindi ora con l’Agenzia delle Entrate, che pare ammonti a 150mila euro circa.

L’8 marzo scorso, nel tavolo tecnico convocato dal prefetto Ricci su richiesta della Cgil, i rappresentanti del Sant’Anna (il direttore sanitario Cesare Pasqua e il commercialista Alessandro Castellini) si erano impegnati a saldare tutti gli arretrati. Lo stesso Pasqua, ieri, avrebbe rassicurato gli esponenti della Cgil che l’intenzione della clinica è sempre la stessa. Solo che questo ennesimo e per certi versi inaspettato ritardo ha fatto saltare i nervi ai dipendenti, sempre più preoccupati ed esausti perché una volta che l’Asp potrà finalmente procedere alla liquidazione di quegli 1,6 milioni di euro, il consulente del lavoro del Sant’Anna che si occupa delle buste paga dovrà conteggiare una per una le spettanze del personale. Passerà dunque altro tempo prima che gli stipendi vengano accreditati sui conti dei lavoratori.

“Per due anni abbiamo fatto una battaglia che puntasse a tutelare il Sant’Anna non solo il nostro posto di lavoro, ma evidentemente abbiamo sbagliato” ha detto una delle dipendenti della struttura nella quale sono rimasti solo ausiliari, amministrativi, qualche tecnico di laboratorio e qualche infermiere.

Nel salone d’ingresso si è riunito chi era di turno, tanto non essendo erogate in questo momento prestazioni sanitarie, pazienti non ce ne sono. “A Natale con latte e fette biscottate – ha ricordato un’operatrice tra le più arrabbiate e combattive, mentre un’altra annodava una corda mimando il nodo scorsoio e una terza si chiedeva perché “questa città resta silente e si sveglia solo per la promozione del Catanzaro in Serie B”. Al Sant’Anna non c’è proprio niente da festeggiare. Fonte: Gazzetta del Sud