Brogli a Reggio, il consigliere Castorina come l’ufficio di collocamento

Brogli a Reggio Calabria, il consigliere Castorina come ufficio di collocamento

L’INCHIESTA – Dalla copia forense del suo cellulare e dei suoi computer, finita agli atti, risulta un’intensa attività di “do ut des”. Il procedimento è ancora nella fase dell’udienza preliminare; gli vengono contestati pure vari episodi di corruzione

di  Lucio Musolino – Il Fatto Quotidiano extra del 12 aprile on line

4 novembre 2020: “Ha una laurea in infermieristica”. “Bene, mandala da Diano… chiamo a nome di assessore, sono infermiera. Quando posso passare da lei… così deve dirgli”. “Corso di formazione è?”. “Come docente”.

19 novembre 2020: “Senti hai una laureata in legge che possiamo mandare al Medalics? Che gli facciamo fare un contrattino che segue i master, fa i rendiconti?”.

21 novembre 2020: “Maschio laureato in giurisprudenza o economia? Lo abbiamo per un lavoro con la uni??? Lo troviamo? Urgente”. “Alessio se non lavora già! Puoi provare. Oppure ne conosco uno laureato alla magistrale di economia, è un tipo strano però non lavora”.

24 novembre 2020: “Hai un’estetista che gli facciamo fare una docenza?”.

Dopo le elezioni amministrative del 2020 in cui è risultato il primo degli eletti del centrosinistra con oltre 1500 voti, il telefono del consigliere comunale di Reggio Calabria Antonino Castorina (Pd) sembrava il centralino dell’ufficio collocamento. È quanto risulta dalla copia forense del suo cellulare e dei suoi computer, finita agli atti del processo sui brogli elettorali. Un processo che è nato da un’inchiesta della Digos da cui è emerso che a quelle comunali avrebbero votato un centinaio di anziani che in realtà non si erano mai recati al seggio.

In alcuni casi si trattava di persone addirittura decedute. Secondo la Procura, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. L’ex capogruppo del Pd è oggi imputato con l’accusa di essere stato “promotore, organizzatore e capo indiscusso” di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti in materia elettorale”. L’obiettivo era l’elezione in consiglio dello stesso Castorina che, stando ai pm, avrebbe mantenuto “i rapporti con gli altri accoliti”, ai quali avrebbe dato “personalmente direttive in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale contraffazione dei registri e delle schede elettorali”. Il processo è ancora nella fase dell’udienza preliminare per cui Castorina non è stato nemmeno rinviato a giudizio. Tuttavia, gli vengono contestati pure vari episodi di corruzione.

Se l’inchiesta è questa, e ha già riempito ampiamente le pagine dei giornali, per la Digos, “l’enorme quantità di dati estratti dagli apparati sequestrati all’indagato Castorina – c’è scritto nell’informativa – ha comunque evidenziato spunti quantomeno sovrapponibili e corroboranti quanto già delineato. A cominciare dalla natura dei rapporti intrattenuti dallo stesso con la sua cerchia di sodali. Non v’è dubbio, infatti, che tale intreccio di interazioni sia stato funzionale agli obiettivi dell’indagato, nella stessa misura in cui anche i suoi postulanti ne abbiano potuto ricavare un qualunque beneficio, nell’immediato piuttosto che pro futuro”.

I messaggi di testo e i vocali trovati sul cellulare del consigliere comunale, infatti, sembrano avere un unico comune denominatore: il do ut des. A partire da quelli riguardanti gli elenchi degli scrutatori e dei presidenti di seggio: “Buongiorno dottor Castorina – si legge in uno di questi –, ti faccio un grande in bocca al lupo x questo fine settimana!!!… ti volevo anche ringraziare x quello che hai fatto x ‘noi’ e x quello che farai in futuro!!!…Sono molto fiduciosa!!”.

Il 16 settembre Castorina è in chat con un’altra candidata del Pd, Ersilia Andidero. A lei il capogruppo chiede “se qualcuno vuole fare il presidente di seggio”. Andidero, che alle elezioni ha preso solo 134 voti, chiede se “serva essere iscritti all’albo dei presidenti di seggio”. Se la risposta non ha bisogno di commenti (“Il requisito è quello di votare Castorina/Andidero!”), è quando Andidero ha trovato “qualcuno” che Castorina si lancia a capofitto: “Digli di mandarmi il suo documento per cell. La mandiamo a Pellaro, dille di scrivermi che domani faccio decreto”.

Un ragazzo di 33 anni prende il posto della moglie come scrutatore nella sezione di Arangea, nella periferia sud di Reggio Calabria: “Nino buona sera posso chiederti se domani posso passare io a ritirare il mandato di mia moglie al Comune… Lei è nella lista degli scrutatori”. “Beh lo so certo… la ho inserita io… per prenderlo? Lo ho io… Te lo do appena ci vediamo”. “Comunque Nino io e mia moglie ti ringraziamo per la gentilezza e se hai bisogno di me per qualcosa non esitare a chiamarmi”.

La Digos non ha dubbi: “È chiaro come Castorina si dimostri particolarmente attivo nel reclutare soggetti disposti a cimentarsi nelle operazioni elettorali, anche in virtù della ‘carica’ ricoperta in seno alla Commissione Elettorale”.

L’interesse del consigliere del Pd per la nomina di scrutatori e presidenti di seggio, secondo gli inquirenti, va oltre le elezioni del settembre 2020: “Il dato – si legge, infatti, nell’informativa – assume un significato ancora più pregnante in relazione al fatto che questo dinamismo propenderebbe verso future consultazioni elettorali, in un’ottica progettuale ed organizzativa”.

In altre parole, secondo gli investigatori, l’idea di scegliere gli scrutatori e i presidenti di seggio e poi far votare elettori anziani novantenni (o morti) a loro insaputa, sarebbe stato un sistema che poteva essere utilizzato in altre tornate elettorali.

A meno di due mesi dalle elezioni, il 10 novembre 2020 su agenzie di stampa e giornali viene pubblicata la notizia che la Procura di Reggio Calabria sta indagando sulle presunte irregolarità alle comunali dove anziani risultano tra i votanti ma non sono mai andati alle urne. In quegli articoli non si fa mai il nome di Nino Castorina che è avvocato e che, quel giorno stesso, sente l’esigenza di rispolverare un argomento della procedura penale. Il consigliere del Pd, infatti, accende il notebook e fa una ricerca su Google: “Durata delle indagini e attività del pm: profili problematici del nuovo art. 407 cpp”. Due giorni dopo integra la ricerca per documentarsi su “truffa elettorale elezioni amministrative e truffa elettorale reato”. Il 25 novembre in città non si parla d’altro. L’inchiesta della Digos è in corso e ancora non emergono i particolari sulle indagini. Quel giorno Castorina apre di nuovo la pagina web di Google: “Reato – scrive – per chi richiedesse tessere elettorali per persone sconosciute”.

Il 9 dicembre il gip Stefania Rachele firma l’ordinanza di custodia cautelare e Castorina finisce ai domiciliari il 14 dicembre. Quando già si era documentato sulle accuse che gli stava contestando la Procura di Reggio Calabria.