LONGOBUCCO: STRADE CHIUSE E PROBLEMI APERTI
Strade chiuse, scuola chiusa, sanità chiusa e i giovani finalmente protagonisti. Da giorni, sit-in e cortei in piazza uniti per non far morire Longobucco e la bandiera nera del lutto a ogni balcone.
Eppure, qualcosa stona. “Nessun colpevole” ormai è divenuto un mantra. A iniziare dal sindaco dott. Pirillo: “Non siamo alla ricerca di un colpevole” al più recente: “Polemiche, accuse e scontri in questo momento servono solo ad alimentare disagi vecchi e nuovi”. Quasi a voler coprire qualcuno o qualcosa, quasi ad acquietarsi la coscienza.
Si vuole coprire Gentile? Si vuole coprire Oliverio? L’Anas? La Regione? Occhiuto? Forse non si vuole parlare soprattutto di Chiù Chiù Bevacqua e del Generale Graziano, i due politici che da anni fondano le loro fortune elettorali a rotazione sugli infiniti lavori della Sila-Mare?
Meglio il silenzio che accorgersi che il sindaco di Longobucco in sciopero della fame (ma ieri sera avvistato in un noto locale) ha ricoperto l’incarico di assessore della Comunità montana proprio nel fatidico 2012 e proprio ai Lavori pubblici, con delega particolare alla realizzazione della strada. Si proprio colui che va affermando a destra e a manca: “Il Trionto non accetta questa strada”; si proprio colui la cui carriera politica è iniziata ben prima dell’avvio dei lavori del collegamento sul Trionto.
Nel frattempo, si rifanno vivi vecchi tromboni e noti faccendieri (così da noi definiti nel giugno del 2017), presenti in ogni video, in ogni foto, su ogni giornale, in ogni stanza e in ogni chiesa.
E in paese ormai i nomi degli esponenti leghisti, il deputato Furgiuele e il commissario regionale Saccomanno, sono sulla bocca di tutti, senza dimenticare il ministro Salvini che fra pochi giorni incontrerà il sindaco a Roma. Così dicono! Poveri noi! D’altronde, da settimane si vocifera del passaggio del dott. Pirillo alla Lega, in cerca dell’eterna candidatura.