Orlandino Greco ritorna sindaco di Castrolibero. A dieci anni di distanza, l’ex consigliere regionale riprende in mano direttamente le redini del Comune, che nelle due consiliature trascorse erano state tenute da un suo fedelissimo, Giovanni Greco. Orlandino era stato eletto sindaco di Castrolibero per la prima volta nel 2003 e poi rieletto nel 2008, poi dal 2014 al 2019 è stato consigliere regionale.
Orlandino Greco ha superato nettamente la candidata sindaco Antonella Garritano, come del resto era ampiamente previsto. Nel commentare a caldo la sua vittoria Orlandino Greco ha preannunciato che continuerà il lavoro che ormai porta avanti da più di 20 anni cercando di intercettare il massimo dei finanziamenti possibili e ha consigliato alla sua avversaria di “liberarsi di qualche palla al piede che non le ha certamente giovato”.
Riteniamo opportuno pubblicare, anche se a distanza di anni, la lettera che Orlandino Greco aveva mandato ad un giornalista qualche anno fa, lamentandosi a giusta ragione di vedere pubblicati verbali secretati.
Eravamo nel 2015 e da allora iniziarono le vicissitudini giudiziarie, peraltro ancora non concluse, di Orlandino Greco.
“Ciò che maggiormente preoccupa, indigna e desta allarme sociale in un Paese civile e fondato sul diritto – scriveva Orlandino Greco –, è che il contenuto di interi verbali di interrogatori di cosiddetti pentiti (sempre delinquenti sono) possa vedere la luce sulla stampa, prima ancora che nelle adeguate sedi giudiziarie.
In uno Stato degno di essere definito “di diritto”, la più totale assenza di garanzia é da considerarsi fatto grave ed assai sconcertante, così come il velato tentativo di voler imprimere, pubblicamente e con incomprensibili forzature mediatiche, un minimo di verità a fatti e circostanze di contro inventate e senza plausibili riscontri nella realtà dei fatti.
Ci troviamo di fronte, dunque, ad un preoccupante vuoto, prima di tutto deontologico e morale, che induce verso una serena e saggia riflessione, che non può a ogni modo prescindere da quel buon senso e da quella correttezza etica che mai, nei rapporti umani e nella società, dovrebbero venire meno.
Resta da capire quali siano le ragioni di pubblico interesse che hanno spinto il giornalista a dare inopinato rilievo a fatti e circostanze che meritano (nell’ipotesi più benevola) un doveroso approfondimento, per non sviare l’opinione pubblica verso accadimenti del tutto fantasiosi o inattendibili che potrebbero destare un ingiustificato allarme con disdicevoli ricadute.
Resta da capire inoltre – concludeva Greco – se vi siano in tutto questo dissimulate ragioni aventi alternativamente o congiuntamente una doppia valenza: quella di screditare in vario modo l’opera degli organi inquirenti e di montare un caso atto a delegittimare la politica”.
Orlandino Greco, dunque, adombrava tutti i dubbi sulle fonti del giornalista e faceva emergere con tutta chiarezza l’ipotesi che ci fosse un mandante politico in combutta con qualcuno che, a parole, dice di difendere i politici indagati ma che in realtà li tradisce e se li vende come e quando vuole. Oggi è la storia che lo dice.










