Cosenza. Gargamella come San Gennaro: il “miracolo” s’è ripetuto!

Tre volte l’anno a Napoli si celebra il rito della liquefazione, che prevede il ripetersi del cosiddetto “miracolo di San Gennaro”, cioè la liquefazione del sangue che secondo la tradizione fu raccolto dal corpo del patrono della città dopo il suo martirio.

A Cosenza invece, ormai per il quarto anno consecutivo, si celebra il rito della salvezza del Cosenza Calcio all’ultima giornata o in subordine per riammissione ma in particolare del suo patron Guarascio, meglio noto in città come Gargamella per la sua straordinaria somiglianza al nemico giurato dei puffi non solo fisica ma anche “caratteriale”.

Il rito del miracolo napoletano prevede l’estrazione di una ampolla che contiene il sangue da una nicchia della reale cappella del Tesoro di San Gennaro, nel Duomo di Napoli, e l’esibizione dell’ampolla ai fedeli. L’ampolla ha la forma di una grossa lente di ingrandimento, con il manico in argento e un compartimento formato da due vetri al posto della lente. Tra i due vetri sono sistemati due piccoli contenitori, anch’essi di vetro. Il più piccolo è vuoto a parte per alcune macchie scure, mentre il secondo, più grande e tondeggiante, è per metà pieno di una sostanza che quando l’ampolla viene estratta appare solida e di un rosso molto scuro.

Dopo averla estratta, l’arcivescovo di Napoli inizia a scuoterla facendo una serie di movimenti piuttosto bruschi tramandati dalla tradizione. Ad esempio la rovescia più volte, facendo ampi gesti che i fedeli possono scorgere anche dal fondo della chiesa. Dopo poco, la sostanza contenuta nel contenitore più grande inizia a mostrare le proprietà di un liquido: è la famosa “liquefazione”, che avviene quasi sempre ed è considerata un segno di buon auspicio. L’ampolla viene quindi mostrata ai fedeli e il Cardinale ringrazia Dio per aver permesso l’avvenimento miracoloso.

Il rito del miracolo di Gargamella invece non si ripete sempre alla stessa maniera. La prima volta si materializzò nel 2020 grazie al… Covid, che mai come allora fu provvidenziale con la sospensione di un campionato nel quale il Cosenza sembrava ormai spacciato. E invece, alla ripresa del torneo, con una serie impressionante di vittorie, la squadra di Occhiuzzi si salvò clamorosamente all’ultima giornata grazie a un gol del cosentino Garritano che consentì ai colori rossoblù di restare in Serie B senza neanche giocare i playout.  Un  “miracolo”,  appunto.

Nella stagione successiva – 2020/21 – tutto sembrava perduto dopo la rovinosa sconfitta col Pordenone che condannava sul campo il Cosenza alla Serie C senza neanche la possibilità di andare agli spareggi. Ma, in piena zona “San Gennaro”, Gargamella era riuscito con tenacia a creare le premesse per ottenere il fallimento del Chievo e per la clamorosa riammissione del Cosenza, centrando così il secondo “miracolo” consecutivo.

Un anno fa, di questi tempi, il Cosenza era costretto a spareggiare col Vicenza ma in migliore condizione di classifica e col vantaggio di giocare la gara di ritorno al Marulla. E così, incassata una sconfitta di misura in terra veneta, davanti al pubblico amico Larrivey, con una doppietta memorabile, metteva in cassaforte la terza salvezza consecutiva e il nuovo “miracolo”.

Ieri a Brescia il miracolo s’è ripetuto con modalità ancora diverse e, se vogliamo, ancora più spettacolari, ma sempre ai playout, stavolta contro il Brescia. Pur senza il vantaggio di giocare la gara di ritorno al Marulla, i Lupi sono stati capaci di resistere al ritorno delle rondinelle e di piazzare la stoccata vincente in piena zona “Gargamella” con il prode Meroni. Morale della favola: quarto “miracolo” consecutivo.

A Napoli la venerazione del culto di San Gennaro è molto popolare e assume spesso connotati folkloristici. Al rituale dello scioglimento del sangue partecipano centinaia di napoletani e di turisti, ci sono grida e applausi e decine di persone filmano l’evento con il proprio telefonino.

A Cosenza la venerazione del “cul…”to di Gargamella è altrettanto popolare e coinvolge migliaia e migliaia di tifosi rossoblù, che ormai abituati alla suspense ansiogena partecipano con enorme entusiasmo e trasporto al rito, con cori, canti e feste e l’immancabile “Guarascio vattene”. E lui, il mitico nemico giurato dei puffi, sa di essere il prescelto e il predestinato: finché dura la pacchia di 5 milioni all’anno che transitano direttamente dalla Lega di Serie B nelle sue tasche, Lui rimarrà sempre con noi per celebrare e festeggiare ogni anno, di questi tempi, la solita salvezza all’ultimo respiro. Sempre e comunque a futura memoria. Finché il Cosenza gioca, Forza Lupi sempre.