Cosenza 2016, la mia idea di città (di Giuliano Ricca)

L’idea di città di Giuliano Ricca – candidato a consigliere per “Cosenza in Comune”

Cosenza è alle prese con una campagna elettorale difficilmente spiegabile al di fuori delle mura cittadine. Candidati che si ritirano, voti che si spostano in maniera anomala da un candidato all’altro, i Gentile (Cinghiali, ndr) con i loro voti quasi messi all’asta con Paolini e Guccione pronti ad accaparrarseli dopo essersi definiti gli eredi di Mancini. Sembra di essere su di una giostra. Qui fra chi inneggia al ritorno della politica (come se la politica si facesse soltanto in campagna elettorale e non tutti i giorni), chi si avvale dell’appoggio di un partito oramai divenuto un puro gruppo di interesse, di tutto si parla fuorché della città e dei problemi dei cittadini.

Eppure questo è il momento di discutere nel merito dei problemi, prendendo impegni seri su ciò che si intende fare, di sottoporre, ai cittadini che si vorrebbero rappresentare, un’idea di città. È inaccettabile. Come ritengo sia inaccettabile candidare chiunque sperando nei voti dei familiari, dati per parentela e non sui programmi.

Cosenza in Comune, invece, verrà rappresentata, in questa tornata elettorale, da uomini e donne che  quotidianamente col  lavoro, l’impegno nel volontariato, l’impegno civico tutti i giorni vede, vive e cerca di combattere le ingiustizie di questa città.

Abbiamo un’idea Politica della città, delle scelte etiche, economiche e sociali che bisogna fare per sovvertire e depurare l’aria puzzolente che si respira nel chiuso dei palazzi del potere Calabrese.

Le tematiche di cui ci facciamo portatori, non sono problemi “di pochi”,  astratti che possono essere risolti con una promessa elettorale non mantenuta, sono problemi non più procrastinabili a partire dalla necessità di ricomporre il quadro sociale nella nostra città, ripensandone il welfare, la formazione dei cittadini, i servizi, la mobilità, la sanità e il lavoro. Se queste emergenze non verranno affrontate, se Cosenza non cambierà spartito e musicanti, solo i caimani, i loro più stretti cortigiani e i pensionati avranno la possibilità di abitare a Cosenza. Agli altri spetterà la fuga.

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Se guardate i dati statistici, un’intera generazione è emigrata dalla Calabria. La nostra città non fa eccezione, e questo è gravissimo considerato il patrimonio culturale, di conoscenza e di potenzialità fornite anche dall’Università della Calabria. Noi proponiamo una collaborazione fra Unical e Cosenza, la dislocazione di alcuni insegnamenti delle materie Umanistiche nel centro storico, proporre di concorrere assieme ad alcuni progetti dei fondi POR per riqualificarne intere aree. Di questo bisognerebbe discutere, come occorrerebbe misurarsi sulle forme di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che proponiamo osservando il problema dal punto di vista di chi si scontra quotidianamente con determinati punti di criticità.

Questi che sono gli obiettivi primari di una nostra eventuale azione di governo, su cui avremmo voluto un confronto con gli altri candidati a sindaco, ma quest’ultimi privilegiano chi preferisce promettere improbabili posti di lavoro in cambio di voti. Lo fanno perché, a differenza del modello che proponiamo noi di Cosenza in Comune, per loro, i servizi di Welfare non sono un diritto, una forma di collante democratico che porta a ridistribuire in maniera equa il reddito, ma favori, piccole quote di denaro da elemosinare per alimentare il sistema delle clientele. La cosa che più spaventa è la rassegnazione dei cosentini. Di chi si rifugia nel non voto o nel voto “speranzoso”, speranzoso non del riconoscimento dei propri diritti, ma speranzoso di qualche favore da chiedere dopo le elezioni.

Ecco, Cosenza in Comune e tutti i suoi candidati sono anche “speranzosi”, speranzosi che una lista di sinistra possa ricevere un ampio consenso per quello che realizzerà non per quello che promette.

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Lucio Presta, prima di ritirare la candidatura chiese il controllo della Commissione Parlamentare antimafia delle proprie liste. Nulla da obiettare. Siamo pronti ad ogni controllo, come siamo sicuri che il problema non sia solo in una certificazione a fare la differenze, ma nei gruppi di potere che appoggiano quelle liste, a cominciare da quelli che si mascherano nei partiti, che riescono a controllare pacchetti di voti.

A riguardo, abbiamo un’emergenza democratica in città: il controllo dei voti: Avere oltre ottanta seggi elettorali, soprattutto innanzi a decine di liste, permette un conteggio capillare dei voti. È come esprimere un voto palese. Ecco perché avere tante liste non è un buon segno, ecco perché avere più candidati di Milano non è sintomatico di una maggiore Democrazia. Ecco perché come Cosenza in Comune abbiamo scelto di avere una sola lista che incarnasse, come il candidato a sindaco Formisani, lo spirito che ci anima e che ha ispirato le nostre proposte.

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C’è bisogno di trasparenza, il candidato a sindaco Guccione dovrebbe dare, se ne fosse capace, un segnale dirompente: dare subito le dimissioni da Consigliere Regionale. Metta a tacere le voci “maligne” che dicono che non sia proprio una coincidenza lo sblocco dei fondi di Garanzia Giovani, o che non sia un miracolo il reperimento di fantomatici fondi per la costruzione dell’Ospedale di Vaglio Lise. Garantisca pubblicamente che non assumerà incarichi nella giunta Regionale. Ed il suo partito dica a chiare lettere perché era inadeguato come Assessore Regionale, mentre è la “miglior candidatura possibile” per la carica di sindaco. Altrimenti a cosa serve una certificazione antimafia se si possono promettere in città assunzioni pagate con i soldi regionali?

Questo non succederà mai, ma ci siamo candidati anche per denunciare queste cose. Io stesso spero che i cosentini abbiano un sussulto d’orgoglio. Noi di Cosenza in Comune, ci abbiamo messo la faccia, la passione e l’entusiasmo in nome di questa speranza. Non ci rassegneremo mai ad essere rappresentati da questa specie di caimani senza vergogna. Siamo tutti candidati al di sopra di ogni sospetto.

Offriamo un’alternativa valida, concreta e reale a chi, come noi è stanco di vedere sempre le stesse facce poco rassicuranti a governarci, Siamo l’unica speranza  in una città che meriterebbe “un compromesso storico” da parte di tutte le forze sociali per fuoriuscire dalla crisi economica, sociale e culturale in cui è caduta e che invece ottiene dal PD un esercito di candidati “storicamente compromessi” cui fa comodo “che tutto cambi affinchè tutto resti uguale”, del resto ad una maggiore povertà corrisponde una maggiore capacità di controllare la vita dei loro “sottoposti”.

Giuliano Ricca

Cosenza in Comune