Nuccio Ordine, addio all’intellettuale che diceva “non si studia per far soldi” e “le scuole non sono aziende”

Il professore Nuccio Ordine non c’è più. La notizia della sua morte ha raggelato la città di Cosenza che oggi piange la scomparsa di un letterato e studioso famoso nel mondo, e che solo un mese fa aveva ricevuto in Spagna il prestigioso premio “Principessa delle Asturie”. Lo studioso era stato intervistato ai microfoni della Tecnica della Scuola lo scorso settembre: in quell’occasione aveva parlato di Pcto, di scuola, di legame tra istruzione, cultura e lavoro.

Ordine aveva affermato con vigore che occorre svincolare la scuola rispetto al mondo aziendale: “Le scuole non sono aziende. Oggi si fa credere ai ragazzi che devono studiare per imparare un mestiere. Invece, il compito di un buon docente è far capire che occorre studiare per diventare migliori. Poi chi diventa migliore potrà anche guadagnare dei soldi. Ma formare giovani per il mercato non può essere la finalità”.

Ecco, secondo il docente, perché la scuola non può essere considerata alla pari di un’impresa: “Se un’impresa ha un ramo improduttivo lo taglia. Se noi applichiamo questa logica, ad esempio all’insegnamento delle lingue antiche, taglieremo il greco, il latino. Non si può pensare che sia sostenibile un professore per due studenti di greco o per cinque di latino. Se si tagliano gli insegnamenti su questa logica significa che quando moriranno gli ultimi conoscitori del greco e del latino nessuno sarà più in grado di leggerli. E sarà un danno per la democrazia, perché taglieremo il rapporto col passato”.

La condanna all’alternanza scuola lavoro

Ovviamente la discussione non è potuta non ricadere sui PCTO, che costituiscono una vera forma di aziendalizzazione della scuola: “L’alternanza scuola lavoro è una follia totale. Quel tipo di sistema non serve a nulla. Che dei ragazzi di liceo classico, com’è successo in Sardegna, vadano nei supermercati a mettere a posto scatolette di pomodoro, non serve a nulla. I ragazzi dovrebbero fare attività pomeridiane a scuola, come musica, teatro, cultura, in modo da imparare molto di più. Questa è la demagogia dell’idea della scuola. L’idea qual è? Che la scuola deve formare dei manager, dei futuri soldatini disponibili ad accettare passivamente tutto ciò che il mercato e la società neoliberista ci sta imponendo”.

Era stato chiesto a Ordine se la scuola si stesse effettivamente piegando ai voleri delle aziende e la risposta era stata questa: “Senza dubbio, si sta piegando ai voleri di un neoliberismo che crede che l’unica cosa importante nella vita sia guadagnare soldi. Invece la scuola deve essere, come diceva Kant, non la cassa di risonanza dei falsi luoghi comuni della società, ma un luogo dove criticare i falsi valori della società. Un luogo dove dire ai ragazzi che non è vero che la dignità umana si misura con il conto in banca. La dignità umana si misura con la cultura che si possiede”.

Del resto, in “Classici per la vita. Una piccola biblioteca ideale” (2016), c’era un illuminante invito alla lettura dei testi fondamentali della letteratura mondiale. E poi “I classici ci aiutano a vivere” (2018) era un inno ai classici e a ciò che nella società viene considerato ingiustamente inutile perché non produce profitto. Come amava ripetere Nuccio Ordine “non si studia per fare soldi”.