Massoneria cosentina in fermento ormai da giorni per l’evento annunciato per questa mattina e per il quale si prevede una grande mobilitazione. Questa mattina sarà a Cosenza il numero uno del Grande Oriente d’Italia, il Gran Maestro Stefano Bisi, che presenterà nello scenario del tempio (o casa) massonico/a di via Trento (inaugurato proprio lo scorso anno) il suo libro “Palazzo Giustiniani: un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani”.
Presenta e modera l’incontro Francesca Fanuele, caporedattore Economia-Esteri Tg La7; saluti di Maurizio Maisano, presidente collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria; conversano con l’autore i giornalisti Claudio Cordova e Pietro Comito.
Di seguito, una nostra riflessione.
di Saverio Di Giorno
Cosenza si conferma una città di terrazze, salotti e logge floride. Non ci si può credere che Stefano Bisi (Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la massoneria ufficiale) abbia scelto casualmente come città calabrese, per presentare il suo libro, proprio Cosenza. La città che galleggia nei rapporti grigi, fatti di contorni sfumati, angoli smussati e di bordi mai ben delineati tra logge ufficiali, logge deviate, politica e ‘ndrangheta. Bisi a dire il vero dovrebbe anche chiarire alcuni di questi grandi e piccoli episodi.
A meno che non si creda alle coincidenze i casi sono due: o che l’abbia scelta proprio perché trova un ambiente particolarmente adatto (e questo è un problema) o per provare a dare un’immagine diversa rispetto a quella che danno alcuni membri calabresi. Ma in ogni caso se proprio la massoneria ufficiale vuole ripulirsi da ombre deve essere capace di rispondere di alcuni episodi in maniera chiara:
Ad esempio, ha qualcosa da dire il venerabile Bisi sull’episodio che ha riguardato l’avvocato Amerigo Minnicelli a Corigliano-Rossano, espulso dopo avere scritto in un articolo apparso sulla stampa di legami tra massoneria e malavita organizzata?
Ancora, ha qualcosa da dire il venerabile Bisi, sul fatto che nelle liste ufficiali c’è il sindaco di Cosenza Franz Caruso nel cui studio – secondo gli atti del processo Olimpia – alla fine degli ’80 si è tenuta una riunione “nel corso della quale, alla presenza del capo cosca cittadino Franco Pino, si compose un contrasto tra i politici Giuseppe Tursi Prato e Antonio Gentile”?
Visti i due casi: qual è il criterio che seguono le espulsioni? Vista così, la politica id protezione del buon nome, sembra una politica solo omertosa.
Ha qualcosa da dire il venerabile Bisi sul fatto che soggetti attenzionati anche di recente dalla Procura di Paola per questioni riguardanti appalti e soldi siano vicini ad iscritti alle logge? O sul fatto tra gli iscritti figuravano ex appartenenti alle forze dell’ordine accusate di insabbiare denunce e atti? (Qui in un’inchiesta di Iacchite’ con i nomi dei professionisti e delle divise coinvolte – https://www.iacchite.blog/calabria-massoneria-e-stato-deviato-le-mele-marce-in-divisa/ )
E poi. Ha qualcosa da dire sul fatto che ormai diversi collaboratori di giustizia parlano di elementi massonici e professionisti facente parti al contempo di logge ufficiali e logge coperte e tra questi inseriscono politici di rilievo (uno su tutti Gentile nominato dal pentito Virgilio)?
E ancora. Il venerabile (si dice così a quanto pare) Bisi ci sa spiegare perché tra gli affiliati della massoneria calabrese (almeno all’ultimo aggiornamento) quasi il 22% sono medici? E molti di questi locati tra Cosenza, Rende, Diamante. (Qui avevamo fatto un’indagine https://www.iacchite.blog/cosenza-ma-perche-lasp-non-e-stata-ancora-sciolta-per-massomafia/). La cosa diventa ancora più delicata se si pensa che per la sanità si muovono una grossa parte di fondi pubblici, molte Asp sono state sciolte e le condizioni della sanità pubblica favoriscono i padroni di quella privata.
Tempo fa, De Magistris intervistato da Iacchite’ in merito ad un altro evento che aveva visto il ritorno di Bisignani sulle terrazze cosentine (Cosenza va in voga tra questi ambienti) aveva ricordato e messo in guardia rispetto a centri di potere occulto all’interno delle istituzioni. E non è a caso che dalla Loggia Pitagora alle recenti quello che è emerso è un problema ancora attuale.
Se proprio Bisi non sa, non vuole (o non può?) rispondere a questi punti, molte risposte le avremo da chi sarà presente all’incontro. Anche se poi per rispondere occorrerebbe che qualcuno degli invitati – tra i quali anche due giornalisti – gliele facesse queste domande, chissà …