Corigliano-Rossano, caos al pronto soccorso: un’altra notte da incubo

Notte da incubo per pazienti e personale del pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Rossano, dove la notte tra martedì e mercoledì, vi è stato un viavai di ambulanze creando un sovraffollamento e proteste tra pazienti che non riuscivano ad ottenere le risposte dai due medici che hanno faticato non poco, assieme agli infermieri, anch’essi stremati, per garantire l’assistenza ai pazienti secondo il tipo di urgenza. Una notte interminabile con il pronto soccorso tutto pieno sia nella sala d’attesa e sia nel reparto di osservazione dove vi sono pazienti che attendono di essere ricoverati, a seconda della patologia, nello specifico reparto di degenza, da giorni con attese che partono dallo scorso giovedì 8.
Una situazione che diventerà sempre più drammatica e critica con l’aumento della popolazione durante l’estate e l’arrivo di turisti, mentre il personale infermieristico e medico a malapena riesce ad osservare i turni e lavorando sotto stress continuo. Una carenza che si è acuita, dopo il trasferimento di alcune unità e di altre collocate in gestazione, che erano state inviate al pronto soccorso per garantire la necessaria alternanza e riposi.

Un caos, da quanto si apprende, dovuto al conferimento inappropriato dei pazienti giunti con i mezzi inviati dalla centrale del 118. In effetti la massa dei pazienti, come sta succedendo da tempo, viene trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio da ogni angolo dello Jonio cosentino in maniera indiscriminata dagli operatori del 118, senza tenere conto del tipo di patologia in maniera tale da dividere i pazienti nei rispettivi pronto soccorso del Giannettasio di Rossano e del Compagna di Corigliano, che fanno parte dell’unico spoke, in base ai reparti specialistici e di degenza presenti nell’una e nell’altra struttura ospedaliera.

Ciò per evitare, come accaduto l’altro ieri notte, di creare grandi folle di pazienti, che reclamano, giustamente, il proprio diritto alle cure.

Ferma restando la necessità di gestire al meglio l’accesso alle due strutture di emergenza da parte del 118, tra il personale infermieristico si nutrono aspettative che con la stabilizzazione degli infermieri precari, chiamati nei reparti Covid e distribuiti, in attesa della relativa assunzione, in diversi reparti, ma non ai pronto soccorso, possano essere assegnati a questi ultimi reparti. Le stesse attese di potenziamento nutrono i medici, ormai sfiniti, mentre bisogna cercare con il lanternino i medici presenti nelle equipe del 118. Fonte: Gazzetta del Sud