Ripubblichiamo (attualizzata) l’ultima parte dell’inchiesta realizzata da un gruppo di poliziotti onesti della Polizia Stradale di Cosenza, che denunciava il malaffare dilagante nel quale erano costretti ad operare. Grazie a questa inchiesta, il “ras” Provenzano è stato rimosso “forzatamente” dal suo ruolo di comandante circa due anni fa e trasferito a Crotone, in questura. Ciò purtroppo non significa che la sua longa manus non si avverta ancora negli uffici di Via Popilia, dal momento che molti degli uomini del suo “cerchio magico” sono ancora lì. Tra questi c’è anche Vito Tignanelli, deus ex machina della Stm srl (intestata alla moglie Marisa Aquino), che era al servizio di chi voleva effettuare intercettazioni abusive e frodi informatiche. E’ indispensabile, pertanto, tracciare un quadro preciso delle “coperture” che ha goduto per anni il “ras” Provenzano.
Le coperture di cui si è avvalso lo stratega ovvero il comandante Antonio Provenzano erano diffuse, dai suoi superiori gerarchici nella precisa persona del Dirigente del Compartimento di Catanzaro, che avrebbero avuto l’obbligo morale e giuridico di fermare tale folle corsa alle cenette scovate con il potere politico de “i Cinghiali” (affinità immediata, per non dire elettiva) per puntare dritto ad agganci ancora più alti … per poi raggiungere la copertura presso la Regione Calabria per farsi conferire (prima che optasse per la copertura sindacale) l’incarico da “Palla Palla” di comandante della Polizia Provinciale di Cosenza piuttosto che Comandante dei vigili urbani di Cosenza (tentativo messo da parte appena ci furono i primi problemi col nuovo Dirigente Regionale della Polizia Stradale). Da qui, nel frattempo, la necessità appena attuata di scegliere la copertura sindacale.
Quest’ultima è stata raggiunta grazie ad un discreto consenso, adesioni registrate nel 95% dei casi da personale, suo diretto sottoposto, interno alla Polizia stradale di Via Popilia e uffici dipendenti, proprio perché giocoforza è stato l’assoggettamento gerarchico da timore reverenziale nei confronti del dirigente (in duplice veste) a giocare la sua fortuna verso la conquista dello strapotere.
La copertura più forte, si ritiene, provenga dal potere massonico imperante nella città di Cosenza, dove Provenzano è rappresentato dal fratello, medico, Eugenio PROVENZANO che, detenendo la qualifica di Grande Maestro della loggia massonica G.O.I., è riuscito a garantire una spregiudicata protezione diffusa al proprio fratello Antonio anche a livello centrale (Ministero dell’Interno in Roma) per scongiurare i diversi tentativi di trasferimento per incompatibilità a cui è stato sottoposto.
Ecco, queste sono le reali ragioni per le quali il dirigente Antonio è morbosamente legato al fratello Eugenio e al quale si rivolge quotidianamente per dirimere problematiche che attentano alla sua poltrona.
Insomma la Polizia Stradale è stata e per certi versi è ancora nelle mani della massoneria.
Chissà cosa penseranno tutti quei dipendenti dell’A.S.P. di Cosenza (medici, funzionari e impiegati amministrativi), persino politici, sindaci, il presidente del consiglio comunale, che furono coinvolti (taluni furono anche arrestati) nell’indagine della Polizia Stradale di Cosenza denominata “Ippocrate” nella quale furono scoperti i “furbetti del cartellino”.
Gli stessi operatori di Polizia Stradale di Rende, però, che hanno indagato sulle false attestazioni in servizio conclamate dall’utilizzo distorto dei badge, sono oggi gli stessi che non si presentano e/o attestano la loro falsa presenza in servizio piuttosto che in regime di straordinario … per il solo fatto di avere, dalla loro parte, l’inesistenza del sistema di rilevamento badge !!!
Ancora, chissà cosa potranno mai pensare quei carabinieri appartenenti alla Stazione di Bianchi (Cs) che ebbero la sfortuna di avere gli stessi “integerrimi” poliziotti di Cosenza nord che piazzarono le microspie, telecamere e sistemi gps capaci di scovare il loro ingresso in caserma, nelle ore notturne, durante il servizio (invece previsto all’esterno) e che furono condannati e costretti a patteggiare la pena, quando i loro controllori fanno peggio … e non si presentano proprio in servizio ???
Il Ministero dell’Interno ha atteso troppo tempo per intervenire su questa drammatica situazione che ha raggiunto livelli di esasperazione non più tollerabili. Ma non ha ancora estirpato tutto il marcio che c’è all’interno della Polizia Stradale di Cosenza, plasticamente rappresentato dal signor Tignanelli, verso il quale ancora non sono stati presi provvedimenti…
7 – (FINE)