Calabria, inizio d’estate drammatico per l’ambiente tra discariche sequestrate e mare inquinato. E Occhiuto tace su San Giovanni in Fiore

Si chiude oggi una settimana drammatica per quello che rimane dell’ambiente calabrese. Mai come in questi giorni tutta l’Italia ha potuto prendere atto di come i nostri governanti stanno uccidendo tutto un ecosistema grazie all’emergere di vicende agghiaccianti che lasciano davvero esterrefatti anche chi, come noi, denuncia queste situazioni da anni.

Riepiloghiamo brevemente gli eventi. In meno di una settimana: il macchiettistico assessore regionale all’Ambiente ed ex capo delle Dogane, già chiacchieratissimo, ma nonostante questo nominato nella giunta appena 4 mesi e mezzo fa, per fare da parafulmine a Occhiuto, è stato arrestato…

La discarica del Vetrano a San Giovanni in Fiore è stata sequestrata, così come l’altra “storica” discarica di Scala Coeli, ricettacolo non solo di liquami e rifiuti ma anche di malaffare, mafia e corruzione . 

Il Tirreno cosentino è già inquinato e la gente inizia a manifestare il suo dissenso sui social mostrando immagini che non lasciano spazio ad equivoci. E succede la stessa cosa anche sul Tirreno vibonese, in particolare a Pizzo, dove le stesse immagini mortificano i cittadini e lasciano senza parole gli estimatori di questo angolo di paradiso.

Anche il mare Jonio – e non soltanto la zona di influenza della vallata del fiume Nicà, che comprende Cariati, Mandatoriccio, Calopezzati, Crosia e Pietrapaola – è messo molto male. Come testimoniano le vivaci proteste che arrivano anche dai centri dello Jonio catanzarese come Montepaone e Guardavalle.

Inoltre c’è il problema degli animali al pascolo che si abbeverano normalmente nel fiume Nicà e lo stesso problema si presenta per gli animali al pascolo sul fiume Neto a San Giovanni in Fiore e nei comuni a valle, che sono tanti (Crucoli, Belvedere Spinello, Rocca di Neto, eccetera).

In tutto questo, cosa fa il presidente Occhiuto? Beh, travolto dagli eventi sussurra che su Scala Coeli farà valere la “tolleranza zero” ma tutti conoscono i fatti che stanno dietro alla vicenda e tutti – ma proprio tutti – sanno che dietro c’è il generale Graziano. Che Occhiuto non solo conosce, ma che frequenta assiduamente specie quando avviene qualche “disastro” tipo il crollo del ponte nella vicina Longobucco. 

Di conseguenza, l’intervento ufficiale per “diffidare” l’azienda Bieco proprietaria della discarica e riconducibile facilmente a Graziano e alla famiglia Pulignano (che già comanda il settore dei rifiuti a Corigliano-Rossano e nello Jonio), a rimettere tutto a posto, altro non è che un “favore” a questi delinquenti. Perché una persona normale avrebbe già cancellato l’autorizzazione regionale relativa alla discarica, ma tant’è.

Ma il colmo dei colmi Occhiuto lo raggiunge quando “riesce” a non spiccicare una sola parola sul disastro ambientale di San Giovanni in Fiore, che è chiaramente uno scempio che fa capo al presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata, nominato da… suo fratello quando era sindaco di Cosenza. Un teatrino veramente squallido.

A fronte di un’estate che parte in questa maniera e che in pratica è già rovinata, va da se che il presidente della Regione dovrebbe dimettersi e invece qui in Calabria dobbiamo attendere che il Nostro “eroe” si metta a posto e si faccia “paracadutare” al Parlamento Europeo prima che ci liberi della sua fastidiosa e perfettamente inutile presenza. Con la prospettiva che alle prossime elezioni regionali ci toccherà, nel rigido cerimoniale dell’alternanza del sistema massomafioso, un presidente di “sinistra” magari Nicola Irto. Questa ormai è diventata la Calabria, completamente in mano alle forze della massomafia, che irridono e ormai prendono apertamente per il culo anche l’altro eroe de noantri ovvero il procuratore Gratteri, che nel frattempo si prepara a scappare verso Napoli. Viva la Calabria e viva l’Italia!!!