I LONGOBUCCHESI SI SONO ROTTI
VIA I JERSEY DALLA SILA-MARE
A bordo di più di 50 automobili, nel pomeriggio di ieri, i longobucchesi esasperati, a essere educati, hanno forzato il blocco della Sila-Mare, ufficialmente chiusa sino al 5 agosto prossimo, dopo il crollo del ponte di due mesi fa.
Uomini e donne, ragazze e ragazzi in massa hanno accostato i pochi jersey di plastica per arrivare sino alla rotonda di Ortiano e tornare festanti e soddisfatti in paese.
Nessun partito, nessun amministratore, nessun comitato. Autoconvocazione spontanea e passa parola. Anche i moderni social sono stati messi da parte.
“Longobucco libera”, il grido sulla bocca di tutti. Molte critiche all’Anas per la lentezza dei lavori in corso. Nessuno vuole arrivare al 5 agosto, considerato che nei giorni precedenti, e precisamente dall’1 al 4, si festeggia San Domenico, patrono del centro silano. Una triste festa patronale, a quanto pare.
In molti hanno ricordato che attualmente il paese è completamente isolato e nessuna strada risulta formalmente transitabile. Solo autorizzazioni temporanee e i vecchi segnali di divieto appena nascosti, nemmeno rimossi del tutto.
Sui lunotti il cartello: “Non prendeteci in giro. Aprite la strada subito”.
I lavori della Sila-Mare sono stati avviati ai principi degli anni ’90 grazie a una massiccia iniziativa popolare a Catanzaro e forse è arrivato il momento di ritornare nel capoluogo regionale. Occhiuto non può continuare a nascondersi, dopo i prime selfie.
La gioia è durata poco. Già un’ora dopo gli operatori dell’Anas, avvisati dai Carabinieri, hanno ristabilito il blocco.
Ma nessuno sconforto. Il prossimo appuntamento è sulla 106, altra sede simbolica delle storiche lotte dei longobucchesi.