Tre finanzieri in servizio al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza e un professionista bruzio, ritenuti gravemente indiziati dei reati di accesso abusivo a sistema informatico e corruzione sono stati posti agli arresti domiciliari per ordine della Procura di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri.
Le indagini, svolte dallo stesso Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cosenza, hanno tratto origine dalle segnalazioni inviate dal Garante della Privacy e dal Ministero degli Interni in relazione all’ingente mole di accessi realizzati dai tre militari alla banca dati INPS in uso al corpo. In seguito ai minuziosi approfondimenti svolti da altra articolazione del medesimo reparto della Guardia di Finanza è stato possibile appurare che i numerosi accessi censiti (relativi ad oltre 160.000 soggetti) erano del tutto estranei a ragioni di servizio.
I tre finanzieri arrestati sono Ercole Iorio (53 anni), Antonio De Fazio (52) e Luigi Siciliano (51). Il più “famoso” dei tre è senza dubbio Ercole Iorio. Nato a Roma ii 09/01/1970, è residente a Marzi (CS) e da molto tempo è ispettore della Guardia di Finanza in servizio presso il Nucleo PEF (Polizia Economica Finanziaria) di Cosenza.
Veniva, pertanto, disposto l’avvio di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali grazie alle quali è stato possibile ricostruire l’esistenza di un’attività sistematica di raccolta illecita di informazioni personali di contribuenti, residenti sull’intero territorio nazionale, che venivano poi cedute da uno dei militari, dietro utilità, ad un avvocato del foro di Cosenza (anch’egli destinatario di provvedimento restrittivo), Domenico Quaglio, 55 anni, conosciuto in città anche per essere stato dal 2011 al 2014 amministratore delegato del Cosenza Calcio, titolare di una società preposta alla gestione di database. Grazie alle informazioni illecitamente ottenute l’azienda ha potuto quintuplicare il proprio fatturato nel corso degli anni in cui sono stati accertati gli accessi abusivi.
I tre finanzieri raggiunti dalle misure cautelari sono stati immediatamente sospesi dal servizio. Il Giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto la gravità indiziaria per i reati di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico disponendo nei confronti degli indagati l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.