L’estate è la stagione più bella, vacanze, relax, riposo, e tanto tanto svago: chi in montagna, chi al mare, chi in giro per il mondo. Ma la bella stagione è bella solo per chi può permettersi le vacanze. Purtroppo l’estate non è uguale per tutti. Un conto è passare le giornate al fresco della montagna o al mare, un altro e passarle in una afosa città, dipende come sempre dal portafoglio. E non sono solo i poveri, i disoccupati, i precari, gli inoccupati costretti a restare in città, ma anche chi ha sgobbato e faticato tutto l’anno. Per molti lavoratori e lavoratrici le vacanze restano una chimera. Con i miseri stipendi, percepiti a queste latitudini, che mediamente si aggirano sui mille euro mensili, al massimo si va in vacanza qualche giorno a Ferragosto vicino casa. E per tutto il resto dell’estate si resta tappati in casa aspettando la frescura serale per fare quattro passi all’aperto. Di più non si può.
A Cosenza sono tante le famiglie che passano l’estate in città. Prima della vacanza vengono le bollette, l’affitto, la rata del mutuo, la spesa e, nonostante la fatica di tutto l’anno sul groppone, le priorità per le famiglie restano queste. Stando all’elenco pubblicato dal comune di Cosenza, per gli aventi diritto alla carta “Dedicata a te”, le famiglie ad Isee zero sotto i 6000 euro, sono 1540. A queste vanno aggiunti i tanti pensionati sociali, i lavoratori a nero, i precari, e i nuclei familiari con Isee che non superano i 15.000 euro. E a Cosenza sono davvero tanti. Per loro la vacanza si limita a qualche domenica al mare o in Sila, con colazione a sacco. Niente ristorante, niente pizzeria, niente resort, niente aria fresca di montagna, niente fresche acque del mare, l’unico refrigerio possibile si limita al ventilatore, anche perché l’aria condizionata non tutti se la possono permettere. Non basta lavorare tutto l’anno per godersi il meritato riposo estivo, per migliaia di famiglie la bella stagione, più che bella, è un brutto periodo che prima passa e meglio è. Anche chi ha una casa al mare di proprietà, fatica a restarci un mese. Specie quest’anno dove si registra un’impennata dei prezzi che limita nei consumi anche chi guadagna un buon stipendio ed ha le ferie pagate. Già, perché le ferie pagate, sempre a queste latitudini, sono una prerogativa dei lavoratori del pubblico impiego, dei professionisti di un certo livello, e di chi delinque tutto l’anno. Per gli onesti lavoratori, spesso dipendenti di quei professionisti che si divertono a postare foto delle loro meravigliose vacanze, la villeggiatura è solo un ricordo d’infanzia, quando al mare, nonostante la povertà, ci andavano tutti.
A tutto questo si aggiunge la frustrazione di chi è costretto a restare in una città come Cosenza che non offre niente. In tanti preferiscono riempiersi di debiti pur di non incorrere in questo doloroso trauma, e per non sentirsi “diversi” da chi invece la vacanza può permettersela. L’estate bisogna divertirsi a tutti i costi, costi quel che costi, ed è sorprendente vedere i “poveri” impegnati a pianificare, con ogni mezzo necessario, la vacanza piuttosto che il loro futuro. Qualcuno diceva: sfruttati di tutto il mondo ribellatevi e unitevi nella lotta. Ma durante le vacanze sparpagliatevi… per la rivoluzione c’è sempre tempo. Buone vacanze a tutti.