Lettere a Iacchite’: “Rende, scandalo evasione fiscale: nella banda di Mazzetta ci sono anche i funzionari del Comune”

Dall’ articolo che avete pubblicato sugli evasori fiscali di Rende travestiti da assessori e consiglieri (http://www.iacchite.blog/rende-la-top-7-dei-papponi-evasori-fiscali-vince-salvatore-il-parrucchiere-piazzati-il-solito-ziccarelli-franchino-de-rango-e-marchiotti/), si prende atto senza eccessivo stupore della trasversalità ed etereogenità della “banda Mazzetta”, che, a differenza del più famoso Ali Babà, ne conta per il momento solo 7.

Trattandosi di personaggi eletti con la preferenza, non vorremmo essere nei panni dei loro elettori che, se ligi alle imposizioni fiscali o peggio già sanzionati, oltre che essere stati “mazziati” se non lo sono già… ora si sentono anche cornuti.

Capiamo bene che l’evasione fiscale è una sorta di sport nazionale, ma approfittare del ruolo elettivo per lucrare sulle spalle del prossimo che paga tutto e subito, francamente è troppo. Certamente non siamo in presenza di figure di alto profilo culturale e morale, non a caso facenti parte della consorteria di “Mazzetta” ma rubare a chi ti ha dato fiducia è francamente riprovevole. Una società sana si sarebbe ribellata, avrebbe manifestato il proprio dissenso pubblicamente, avrebbe esternato la propria indignazione, invece niente.

Tutto tace e i giornaloni (che anche qui sono tanti) sono tutti asserviti al “sistema”. Fatta eccezione per il già assessore Iantorno, che in tempi non sospetti con un comunicato stampa del quale pochi fortunati hanno colto i …messaggi spiegava tutto con largo anticipo (https://www.iacchite.blog/rende-il-caso-tributi-il-palazzo-e-la-questione-morale-di-pierpaolo-iantorno/).

Il comune cittadino interpreta il testo dell’ex amministratore come “excusatio non petita, accusatio manifesta”, che tradotto per i menzionati allergici agli F24 o per i presunti esperti contabili, significa “scusa non richiesta, accusa manifesta”.

Quello che emerge è che della “banda Mazzetta” fanno parte, organicamente o come fiancheggiatori (come si diceva una volta), anche funzionari ed organi amministrativi del Comune. Infatti il virgolettato dell’articolo citato riporta la posizione de segretario generale: “..non si era a conoscenza della sussistenza di cause di inconferibilità ed incompatibilità di consiglieri ed assessori “.

Solo un imbecille potrebbe dare credito ad una simile affermazione. La sussistenza di cause ostative il segretario le voleva apprendere al bar (magari al leggendario Quinto Caffè) o voleva che gli fossero notificate dagli interessati o che gli venisse una qualche visione mistica?

Ovvio che un minimo di istruttoria deve essere condotta specie in presenza di certi personaggi. Accertato che le informazioni erano e sono in possesso degli uffici comunali, non occorreva coinvolgere alcun veggente, bensì chiedere una banale relazione ai dirigenti di settore, senza aspettare che i Commissari attivassero le strutture. Poi ci lamentiamo che i pomodori marciscono sulle piante…

Atteso che il segretario aspetta Godot, da un momento all’altro, come mai il resto dei funzionari hanno tenuto nei cassetti una cotanta evasione senza agire come da doveri d’ufficio? Chi era stato informato della voragine nei conti? perchè non si è agito come da legge alla stassa stregua dei normali cittadini? La Maggioli che ruolo ha avuto in cotanta evasione?

Certamente non si può essere smentiti se si ipotizza una consorteria volta ad avere reciproci interessi. Se non ci fossero stati i Commissari nessuno avrebbe saputo niente e tutti avrebbero continuato a credere al predissesto che dura da un decennio. La “banda Mazzetta” avrebbe continuato a prosperare sulla spalle della collettività. E’ pensabile che più di uno non ha fatto fino in fondo il suo mestiere, ovviamente per trarne una qualche forma di utilità. Questa gente andrebbe sanzionata, in un paese civile forse una qualche spiegazione dovrebbe essere data sia all’opinione pubblica che alla magistratura, noi ci accontentiamo di aspettare Gratteri. Che però – non si sa perché… – non sapeva che l’appalto del Palazzetto dello sport di Villaggio Europa lo aveva vinto il cugino… dei Di Puppo. Povera Calabria nostra!

Lettera firmata