Il Tirreno Cosentino è sempre una “cloaca” per colpa della malapolitica

“Acqua azzurra, acqua chiara, con le mani posso finalmente bere” recita una famosa canzone di Battisti; purtroppo questo accadeva tanti ma tanti anni fa.
Ad oggi è solo un miraggio la speranza di poter vedere le nostre bellissime coste azzurre, cristalline, limpide e pulite.
Ogni anno la storia si ripete: l’emergenza è il “mare sporco”.
La criticità delle acque del nostro mare, corredate da foto e video in cui si evidenziano chiazze galleggianti marroni e bolle a pochi metri dal bagnasciuga, stride con la bellezza dei nostri paesaggi. Il report Mare Monstrum di Legambiente è chiaramente allarmante.
Lo stato di salute del nostro mare calabrese è drammatico; il fenomeno dell’ inquinamento la fa da sovrano. La gestione dei rifiuti, gli scarichi in mare e la depurazione lungo le nostre coste restano una questione irrisolta che incide negativamente non solo sulla stagione estiva che uccide il turismo e la salute di una regione che, invece, potrebbe vivere solo di questo.
Quello del Tirreno cosentino è un problema atavico che lascia spazio a rabbia, delusione e rassegnazione per quello che sembra un incubo da cui non si riesce ad uscire. Abbiamo bisogno di risposte concrete, di fatti e non parole per
mettere mano a due decenni di incuria in cui nulla è stato fatto.
Le responsabilità di chi sono?

Le responsabilità sono di tutti quelli che hanno governato la Calabria e delle amministrazioni locali, incapaci di risolvere in via definitiva questo grave problema che puntualmente si verifica durante la stagione estiva e quando le nostre spiagge sono affollate.
Chi dopo un anno di duro lavoro sogna le tanto attese e meritate vacanze si trova costretto a fare i conti non solo con l’inquinamento ma anche con i prezzi alle stelle per locazioni e servizi. E poi puntualmente ci chiedono il voto per arricchirsi…

Marianna De Simone