Catanzaro. Magna Magna Festival: un circo mediatico fatto di lustrini, papillon e (tanta) fuffa

CALABRIA: UNA REGIONE DI  PREMI, TROFEI, COTILLON …. UNA SOLA TIRA L’ALTRA.

Il Magna Graecia Film Festival è terminato. Viva il Magna Magna Festival come ormai lo chiamano tutti a Catanzaro. Una settimana di entusiasmo, fermento, passione, ha sancito il 20° trionfo di Gianvito “GianMelo” Casadonte, il mago che sta per rilanciare le sorti del cinema italiano. Qualcuno, forse ammaliato dalla sua stessa presenza al Magna Grecia Festival, arriva a scrivere che lo stesso ”è un festival degno di questo nome”. Non sappiamo se il soggetto ha ricevuto uno dei tanti premi e trofei che il festival ha donato a piene mani un po’ a tutti i suoi ospiti.

Ne abbiamo contato circa 50, al confronto il Festival di Venezia e la notte degli Oscar sono sagre da paese, dilettanti allo sbaraglio. Il segreto del Festival è questa ossessione impulsiva che si ha di inventarsi premi, concorsi e super premi. L’intento del festival sbandierato a pieni mani dovrebbe essere quello di valorizzare opere prime e seconde di giovani registi. Solo che il festival invece di puntare su opere prime nuove, spesso mette in concorso opere prime già uscite da tempo sul mercato e ormai fuori commercio.

Il film che ha vinto il concorso italiano “Prima donna” di Marta Savina è un film uscito a marzo 2023, quindi già fuori mercato. Un film che fu presentato al concorso Panorama Italia ad Alice nella città nel 2022 vincendone il concorso. Questo dovrebbe fare un festival che punta a lanciare nuovi protagonisti e nuove opere: avere un programma di anteprime assolute, di prime visioni, di esordi alla regia e conferme originali. Il Magna Grecia festival è invece una brutta copia di Alice nella città, ne ricalca l’impostazione ma non c’è confronto.

Il Magna Grecia Festival ha si inserito i film del concorso italiano nell’ arena principale ma collocandoli alla tarda, dopo le passarelle dei tanti ospiti chiamati sul palcoscenico a fare un po’ di bla bla bla con carinerie tipo…. “Che bella che è la Calabria… che mare…. Che boschi… che accoglienza… quasi quasi porto la famiglia il prossimo anno… e chi li vede più…“. Ancora peggio va ai film del concorso opere  straniere e documentari che sono stati confinati a Catanzaro città, nel bel chiostro del San Giovanni. Confinate e abbandonate, nessuno dei presidenti delle rispettive giurie si è degnato di presenziare alle proiezione, né tanto meno si è mai affacciato Gianvito Casadonte o il sindaco della città.

Sta di fatto che alla proiezione del bel documentario “Oh rovina! Breve saggio sul non finito” di Domenico Lagano c’erano cinquanta persone, il pienone visto che subito dopo il chiostro si è svuotato per il film “Waorani”, dove siamo rimasti in 20 persone. Non miglior sorte è toccata al film straniero “The Quiet girl”, premiato come miglior opera straniera dove eravamo  circa 30 persone. Per la proiezione di Thelma e Louise siamo rimasti in pochi intimi nemmeno 10 eroi in una serata  gelida sferzata dal vento catanzarese. Mentre  gli organizzatori, i protagonisti, i critici festeggiavano all’’Arena la presenza della brava Susan Sarandon e poi tutti alla scogliera per la cena di gala.

Questo episodio è paradigmatico della concezione che Gianvito Casadonte ha impresso al suo festival. Un carrozzone, un circo mediatico, fatto di lustrini, papillon e fuffa buono per la sua immagine  ma che al cinema sta come  il calcio saudita o il soccer americano al vero calcio.  Potremmo dire che il  nostro Gianvito Casadonte è il Cristoforo Colombo dei nostri giorni. Colombo riempiva di cianfrusaglie, ninnoli, gingilli, gli indios e Casadonte  ci riempie gli occhi di colonne, vele, targhe, premi, contropremi che dà a destra e manca ma che sono indirizzati a rabbonire noi calabresi. Eh sì, perché gli attori e i registi non sono di certo venuti per le bellezze della Calabria.

Al fianco dei premi ai film in concorso, giusti e meritati, che dovevano essere la ragione  vera del festival, Casadonte si è inventato la Colonna d’oro, che sarà pure un’opera d’arte di Beppe Spadafora, ma che lui ci vende come se fosse al livello dei leoni d’oro o dei premi David, ma che nessun attore cita o riporta nei suoi ricordi. E allora, come per le auto, abbiamo la Colonna d’oro web genesys, poi abbiamo la Colonna d’oro alla carriera, poi le vele del successo: di tutto di più. Ad affiancare le genialità di Casadonte sono arrivati poi Anton Giulio Grande e la Calabria film Commission (minchia come suona bene!), con altri premi e premietti. Un guazzabuglio incredibile tra Colonne d’oro, Calabria Film Commission, consorzi e controconsorzi.

In una settimana sono stati premiati: Susan Sarandon, che ha avuto la fortuna di ricevere sia la Colonna d’Oro alla Carriera realizzata dal Brand Gb Spadafora che il Premio della Calabria Film Commission. La Colonna d’oro alla carriera voluta da Gianvito Casadonte (e sono soddisfazioni) è andata: all’imprenditore Bruno Ceretto, all’attore Matteo Paolillo, al fondatore di Eataly Oscar Farinetti, alla giornalista e scrittrice Laura Delli Colli, alla cantante Levante, al regista Giovanni Veronesi, al giornalista Sandro Donato Grosso, all’attrice e scrittrice Rocío Muñoz Morales, al regista Daniele Ciprì, alla giornalista Giancarla Rondinelli, all’attore e regista Sergio Castellitto, al produttore Agostino Saccà e all’imprenditore Luigi Pio Scordamaglia. Il regista Maurizio Nichetti, ha ricevuto la Colonna d’Oro Audi Zentrum, (sic!) forse è una Colonna d’oro con il cambio automatico.

Il premio Calabria Film Commission voluto da  Anton Giulio Grande è andato sempre all’attrice Susan Sarandon, poi al regista Mattero Garrone, all’attore Riccardo Scamarcio e all’attore e regista Marco Bocci. 

E non finisce qui: sono  state anche consegnate le Vele del Successo al cantante gIANMARIA e all’attrice Federica PagliaroliAdesso che hanno le vele si possono comprare la barca.

E per chiudere con il botto  il Magna Graecia Food Feast ha consegnato quattro premi:
Premio Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria
Rocío Muñoz Morales (quella che Raul Bova portava a conoscere le arance e gli asini calabresi nel fortunato spot milionario di Muccino), che visti i successi cinematografici adesso si è buttata alla scrittura.

Poi il Premio Consorzio di Tutela  delle Clementine di Calabria a Ivana Lotito… ma cu è???? Il Premio Consorzio di Tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp a Sergio Castellitto…. Che l’anno prossimo verrà a trascorrere le vacanze in Calabria. Giuro, giuretto. Infine il Magna Graecia Food Feast Nostrum Bio a Pilar Fogliati e Levante. E chiediamo scusa di tutti coloro che non abbiamo citato ad iniziare dal  sindaco Nicola Fiorita.

Noi la vera COLONNA D’ORO la daremmo a Gianvito “GianMelo” Casadonte che ha capito che noi calabresi viviamo di sagre, feste di paese, e premi di ogni tipo e natura. Pensate un po’ voi che nelle stesse ore a Curinga veniva assegnato il Premio CURINGA CITTA’ NEL MONDO A LUIGI SBARRA. L’unico sindacalista al mondo capace di lavorare contemporaneamente col sindacato e… con l’Anas. Come fare a non premiarlo?