Lettere a Iacchite’: “Cosenza, state attenti alla dottoressa terribile del Pronto soccorso: vi racconto cosa mi ha fatto”

Salve,

mi chiamo Carmela (nome di fantasia) e vivo in una città rinomata per il Pronto soccorso, Cosenza. Ma non è giusto generalizzare: ci sono medici bravi e medici non adatti al ruolo in ogni luogo. La mia esperienza è avvenuta tra la notte del 10 agosto e quella del 12 agosto, perché purtroppo mi sono dovuta recare lì – al Pronto soccorso di Cosenza – controvoglia poiché in questi giorni sono chiusi per ferie tutti gli studi medici privati e tutti i laboratori di analisi.

Arrivo con un dolore acuto dorsale al lato destro che si irradia davanti, la febbre e una fortissima nausea che mi impedisce di bere anche acqua. Ebbene, non aspetto neanche tanto, dopo il triage entro in sala d’attesa dove quasi subito vengono prima a farmi un tampone Covid, poi un prelievo e poi mi dicono di recarmi in Radiologia.

Alla fine di questo, ritorno su e finalmente conosco la dottoressa che mi aveva preso in cura, iniziali C.S. , che vedo in faccia la prima volta solo nel momento in cui mi dà le dimissioni, e sento la sua voce solo per dirmi che sono grassa (motivo per il quale credo mi abbia ignorata come paziente). Senza avermi mai visitata, senza avermi mai chiesto che sintomi sentissi o non sentissi, solo con un emocromo e una radiografia al torace, ha scritto che io avevo un’infezione ginecologica o urinaria e mi ha prescritto un antibiotico…

Dopo due giorni ritorno perché stavo ancora male, dico al triage di non avere alcun fastidio urinario o ginecologico e di voler vedere riconosciuto il mio DIRITTO ad essere ascoltata, visitata e a ricevere gli esami adatti a stabilire la mia diagnosi.

Così, trovo una brava infermiera che mi fa la scheda per l’area chirurgica per poter fare un’ecografia addominale, avendo seri problemi in quella zona essendo stata anche operata di una forma tumorale. Ebbene, al cambio turno arriva nuovamente la suddetta dott.ssa terribile C.S., che dopo 8 ore di attesa (avevo febbre a 39 seduta su una sedia!!!), strappa la mia scheda con richiesta di ecografia e mi rimanda in triage per una nuova valutazione e mi rimette di nuovo in sala d’attesa alle 2 di notte!

Al che, la incontro nel corridoio e chiedo quanto tempo ancora dovessi aspettare e lei urlandomi contro con fare aggressivo, che mi ha spaventata e traumatizzata, mi aggredisce dicendomi che c’è gente più grave e io avevo solo un’infezione urinaria (?). Le chiedo in base a quali esami lo avesse stabilito e mi segue in sala d’attesa, camminando aggressivamente verso me che ero seduta su una sedia con la febbre a 39 e mi urla a distanza di 5 cm dalla faccia con un dito in direzione del mio naso, che se non me ne andavo avrebbe chiamato la polizia e mi ha dato della “malata”… Davanti a tutti.

Sono andata via disperata perché non sapevo a quale medico privato rivolgermi, ma da lì dovevo scappare a gambe levate e denunciare. Per fortuna, c’erano le telecamere che l’hanno ripresa.

Volevo dire che il ruolo di “medico” non dà il potere (o direi abuso di potere?) di effettuare maltrattamenti sui pazienti che si recano lì perché stanno male, e una dottoressa che dà della “malata” a una paziente si è già commentata e descritta da sola… Ad oggi continuo a stare male.
Volevo esprimere tutto il mio disappunto per essere stata umiliata, mortificata, ferita, e per non aver ricevuto nessuna cura, probabilmente solo per il fatto di aver trovato il “turno medico” sbagliato.

Cara dottoressa, io sono una paziente, ma lei da medico quella sera ha fatto una vera figura barbina dimostrando a tutti la sua natura aggressiva e violenta. Il medico si dovrebbe fare perché si ama la gente e si vuole aiutarla, non per maltrattare la gente e insultarla.
Volevo inoltre precisare che altre persone che erano in sala d’attesa con me, da altri medici avevano ricevuto cure adeguate, a dimostrazione che in quel Pronto soccorso c’è solo una mela marcia e purtroppo è capitata a me,,,

Lettera firmata