Mentre il Pollino brucia, Robertino “esulta”

PRESIDENTE OCCHIUTO SI VERGOGNI

Oggi non ci va proprio di scherzare. Mentre il Pollino brucia, le fiamme avvolgono la cima Serra Dolcedorme e  i pini loricati sono a rischio, abbiamo il presidente Robertino Occhiuto che posta l’ennesimo post bufala sui mirabolanti risultati conseguiti dalla sua campagna tolleranza zero.

Per giorni e giorni avevano preparato la venuta del Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, come il momento della consacrazione della minchiata del modello Calabria basato sull’uso miracolistico di 32 droni sulla Calabria. Tutti i giornali, giornaletti e sussidiari hanno ripetuto per giorni questa bufala.

Per giorni hanno tenuto nascoste le notizie degli incendi in Calabria, vedi Reggio Calabria. Noi è da ieri che parliamo dell’incendio sul Pollino, che brucia ormai da più di due giorni. Oggi ci arrivano anche il TG3, la Gazzetta del Sud e altri siti. Alcuni ancora addirittura fanno finta di nulla. Su molti di questi siti campeggia la pubblicità a pagamento  della Regione Calabria contro gli incendi. Pura coincidenza

Mentre il Pollini brucia, Occhiuto ci scrive  la sua minchiata del giorno. Riporta le parole di Curcio.“Io sono molto interessato a quello che si sta facendo in Calabria, perché non solo vedo la tecnologia ma vedo la messa a sistema, la procedura, vedo l’interconnessione dei dati, quindi non è solamente e banalmente il drone o il mezzo tecnologico, ma è capire come il mezzo tecnologico si inserisce in procedure che nel caso dell’antincendio boschivo sono procedure consolidate”.

In pratica ha mandato un avviso ad Occhiuto and company. Infatti da un lato fa una sviolinata di cortesia alla Regione e nello stesso gli manda a dire che non serve un uso propagandistico dei droni ma serve programmazione e prevenzione. E  sottolinea più volte questo aspetto, prevenzione e programmazione. Per non essere scortese riconosce in appena mezzora di sopralluogo nella sala di controllo, ma diciamolo in inglese, room control, che ha visto la tecnologia che  si intreccia con i dati e con procedure consolidate. E gli asini volare, verrebbe da aggiungere. Va bene che si trovava in Calabria e quindi è stato costretto a dare una lisciatina a favore di stampa al famigerato modello Calabria fatto di droni che volteggiano su campi arati e sulle periferie urbane e tenendosi ben lontani dalle vette delle montagne e dai boschi.

La famosa campagna di repressione che ad oggi ha acchiappato un nonno, un nipotino e un contadino fornito di frasca intenti a bruciare sterpaglia e a pulire la campagna. A noi sembra che in Calabria si sia affermato proprio il modello che Curcio denuncia: l’uso banale del drone finalizzato a se stesso. Mentre tutti i drammatici ritardi della lotta agli incendi rimangono con una organizzazione carente di personale e una prevenzione insistente. E così strabiliante il modello Calabria che alla fine lo stesso Curcio deve denunciare che “…le persone che si prendono sono poche, i percorsi a conclusione sono spesso non semplici, per questo bisogna lavorare sulla repressione e bisogna lavorare anche sulla cultura e sulla formazione”. E mentre i pini loricati  bruciano, il presidente Occhiuto esulta e non spende una parola sul dramma che si sta vivendo sul Pollino. Ma per lui il Pollino forse non esiste, sul dramma del Raganello in occasione del 5° anniversario della tragedia non ha speso una parola di vicinanza e oggi fa lo stesso con l’incendio che sta devastando la cima del Dolcedorme. Tanto lui stava dormendo e continua a dormire dolci sogni da sceriffo a capo di una squadriglia di droni.