di Stefano Fogliani
Fonte: Gazzetta di Modena
Se c’è Domenico per i neroverdi è sempre ‘domenica’. Anche se, come nel caso del match contro il Verona che ha interrotto il difficile beccheggiare di un Sassuolo ancora a zero – punti e gol fatti – si è trattato di un venerdi. Già, perché quando si accende Domenico, nel senso di Berardi, il Sassuolo è un altro Sassuolo. E cambia passo e ritmi: come era tetro il contesto dell’avvio di campionato, con il talentino prigioniero del mercato e in rotta con la società che si allenava a parte e il Sassuolo che si consegnava ad Atalanta e Napoli, così è decisamente meno greve lo scenario che l’attaccante calabrese ha dipinto riaffacciandosi a se stesso e al Sassuolo di Dionisi. Due gol, ok, a schiodare un uno a uno che sarebbe stato una mezza sconfitta, l’ennesima statistica sbriciolata (115 gol con la stessa maglia, solo in 10 come lui) e una prova di quelle che restano – giocatore più pericoloso e determinante, come da numeri di fine match – che piace pensare possa essere un’ipoteca sul futuro. Le corse sotto la curva, il sorriso largo, gli applausi dei tifosi lasciano alle spalle di Berardinho un’estate non semplice, che ha visto l’attaccante neroverde e la società mai così lontani, e Dionisi lavorare, ora da tecnico ora da psicologo, per riconquistare il giocatore alla causa.