Lettere a Iacchite’: “Cara Elly, ma che sei venuta a fare a Vibo se non hai parlato della mafia nel Pd?”

CARA ELLY SCHLEIN, MA CHE SEI VENUTA A FARE A VIBO VALENTIA?

“Il Partito Democratico torna a riempire le piazze”. Questo uno dei tanti titoli molto benevoli che abbiamo letto in questi giorni sulla Festa regionale de l’Unità conclusasi domenica scorsa alla presenza di Elly Schlein. Certo, fa sempre piacere constatare che esistano dei volontari che mettono su un palco, un’area attrezzata, una cucina da campo, qualche tavolino e preparano da mangiare per gli ospiti illustri, codazzo politico al seguito e qualche cittadino comune.

Una volta il punto di forza erano i panini con le salsicce piccanti calabresi che impregnavano l’area di un buon profumo che anche gli avversari politici si mettevano in fila per mangiarli a sazietà. Una volta si era più sobri e per decretare il successo di una festa si attendeva la chiusura della cassa: se si erano venduti tante salsicce e tanti biglietti della lotteria per coprire non solo le spese della festa ma anche per mettere in cassaforte un po’ di soldini per pagare l’affitto della sede, allora il responso era di grande soddisfazione e  contentezza.

Oggi il problema della sussistenza di un partito non esiste più perché agli apparati di partito sono subentrati gli staff dei consiglieri regionali e parlamentari, alle sezioni spesso le segreterie degli onorevoli e così via. La Festa di Vibo ha assunto altri significati, il primo rivolto al suo interno e l’altro all’esterno. Il messaggio interno che Nicola Irto ha voluto dare è il nuovo approdo della maggioranza piddina calabrese sulle sponde di Elly Schlein.

La Calabria fu una delle poche regioni dove vinse Bonaccini, con tutto il gruppo dirigente schierato con lui, da Nicola Irto a tutti i consiglieri regionali (Bevacqua, Alecci, Iacucci, Mammoliti, Muraca), ad esponenti di spicco quale il sindaco sospeso di Reggio Giuseppe Falcomatà, e da quattro segretari di federazione provinciale su cinque. In Calabria Bonaccini prese nei gazebo il 65% dei voti e la Schlein il 35%. Prese più voti persino dei congressi di sezione Pd. A Vibo Valentia addirittura Bonaccini è arrivato al 74%. Prese 9 delegati all’ assemblea nazionale e 4 andarono alla Schlein. E’ chiaro che ci fu una mobilitazione di tutti gli apparati, i notabilati, i caciccati, vecchi e  nuovi presenti nella nostra regione.

Anche al fianco della Schlein non mancavano vecchi tromboni alla  Guccione, ma il suo 35% veniva soprattutto dal voto di non iscritti al Pd, da simpatizzanti che vedono nella sua candidatura l’ultima spiaggia per cambiare  questo partito e riportarlo sulle sponde progressiste. La domanda che veniva rivolta alla Schlein era quella di un cambiamento profondo di linea politica e di gruppi dirigenti. E mentre in Italia bene o male la Schlein va avanti su questa linea, rinnovando profondamente i gruppi dirigenti nazionali del partito, ma anche  i capogruppo di Camera e Senato, in Calabria avviene esattamente l’opposto. Nicola Irto e i pezzi da novanta del partito compiono una rapida inversione ad U, abbandonano Bonaccini e salgono precipitosamente sul carro del vincitore. Specialità calabrese da sempre.

La Schlein, forse impaurita dall’opposizione nazionale dei vari Guerini e dai primi abbandoni dal partito, accoglie calorosamente i nuovi arrivati. E infatti la Festa de L’Unità suggella questa nuova alleanza in Calabria. Tutti baci ed abbracci, tanti sorrisi e pacche sulle spalle. Le foto della festa de L’Unità di Vibo Valentia ci danno la Schlein che parla con alle spalle Nicola Irto che fa da capoclaque, e tutti i big vecchi e nuovi nel parterre, da Bevacqua  ad Amalia Bruni, a Raffaele Mammoliti, all’indomita Jasmine Cristallo, per un giorno intruppata con gli altri ma che forse otterrà “giustizia” almeno su Catanzaro città. Tutto comunque si stempera, si sbiadisce, si mischia. E i pastori restano sempre gli stessi. Potrà bastare tutto questo a ridare fiducia ad un popolo calabrese stanco, perplesso e incazzato? Noi crediamo di no. Comunque vedremo!

Oggi Nicola Irto ringalluzzito dall’investitura di Elly Sclein  si ricorda del governatore Occhiuto e usa parole sferzanti: “… abbiamo un governatore che ogni giorno ci racconta che deve annunciare qualche cosa, ha l’annuncite, non riesce davvero a produrre alcun risultato per i calabresi e semmai accetta supinamente quello che il governo nazionale sta facendo solo per una questione di colore …”.  Speriamo almeno che la Festa de L’Unità di Vibo rappresenti l’apertura di una azione politica più incisiva da parte dell’opposizione. Visto che il Pd si è autoassegnato il ruolo di baricentro e capofila dell’opposizione, nel silenzio assenso del M5S che non dice nulla neanche adesso che ha eletto una nuova coordinatrice regionale, speriamo che da domani i consiglieri regionali diventino degli oppositori implacabili del governo Occhiuto. Di certo tutto ciò non è avvenuto quest’estate nella quale il nostro governatore è stato al centro dell’opinione pubblica da mane a sera con le sue quotidiane cazzate… anche imbarazzanti per dirla tutta, tipo il nonno e il nipotino additati come piromani da peste ca li mbacchia, come dicono a Cusenza. 

Purtroppo anche questa speranza ci sembra sia già tramontata ancor prima di sorgere. La festa de l’Unità si è svolta a Vibo Valentia, epicentro negli ultimi anni delle principali indagini della Dda di Catanzaro e di Nicola Gratteri. Il tema della lotta alla ‘ndrangheta è stato solo accennato e affrontato in discorsi generici, buoni a qualunque latitudine. Nonostante sul palco della festa si sia avuta la presenza di Sandro Ruotolo, profondo conoscitore delle mafie e di giornalisti di chiara fama nazionale. Eppure nessuna richiesta e conclusione politica  è stata avanzata. Se ci avessero invitato ad uno dei tanti dibattiti e se avessimo avuto modo di fare una domanda a Elly Schlein le avremmo chiesto solo una cosa.

“Lei lo sa che nei verbali indagini della Dda di Catanzaro, vedi operazione Maestrale e Rinascita Scott, ci si imbatte in intercettazioni di dirigenti dell’Asp di Vibo, di ex consiglieri regionali e deputati del suo partito che parlano come condizionare concorsi e graduatorie?”.  

Questi stessi personaggi e molti altri saranno impegnati nella prossima campagna elettorale comunale del 2024. E’ questo il cambiamento da lei intrapreso? E le avremmo chiesto ancora come mai il suo  partito a Vibo Valentia, insieme al M5S che gli fa da scorta, non chiedano lo scioglimento del Consiglio di Vibo Valentia, che non sii capisce bene come mai non sia stato sciolto in questi anni… Un Consiglio dove esiste una maggioranza condizionata e ricattata politicamente da personaggi discutibili come Vito Pitaro, che è stato un dirigente anche del Pd (e Irto lo conosce benissimo…), ed appoggiata da Giuseppe Mangialavori, non a caso detto Peppe ‘ndrina, presente anche lui in molte delle intercettazioni della DDA di Catanzaro.

Cara Elly Schlein, lei è venuta a Vibo Valentia, come mai non ha chiesto lo scioglimento del consiglio comunale della città? E infine: secondo lei ci sono le condizioni per libere e democratiche elezioni amministrative nella città di Vibo Valentia? Dalle risposte  positive a queste domande si puo’ articolare  una vera nuova politica di cambiamento. Tutto il resto sono chiacchere e corsa per un posto alla candidatura a sindaco e al prossimo  consiglio comunale. Magari d’accordo con… Peppe ‘ndrina? 

Lettera firmata