I rumors provenienti dal Comune, circa una paventata bocciatura da parte del Ministero degli Interni e della Corte dei Conti del piano di riequilibrio presentato dalla giunta Adamo-Incarnato travestita da Franz Caruso, che agitavano le notti di chi già immaginava quali ulteriori pesanti conseguenze avrebbe tale decisione su Cosenza e i suoi abitanti, già dilaniati dal dissesto fallimentare del cazzaro Mario Occhiuto, oggi sono realtà.
Ministero e Corte dei Conti hanno bocciato il piano di riequilibrio ma ovviamente salveranno il salvabile e metteranno nelle mani di questi delinquenti che hanno preso il posto di Occhiuto, altri 100 milioni che faranno la stessa fine dei 160 milioni che Occhiuto e i suoi scagnozzi hanno già fatto sparire nel corso di questi dieci anni.
L’assessore Giordano s’è tirato fuori, non poteva fare altrimenti e s’è dimesso lavandosene le mani e lasciando le responsabilità del definitivo saccheggio ai successori altrettanto sciagurati del suo capo, Occhiuto, per il quale ha lavorato fino alla fine pure se, sulla carta, faceva parte della giunta di Nicola Adamo e Gigino Incarnato travestiti da Franz Caruso.
In verità, già all’epoca, la lettura della relazione dell’assessore Giordano sul nuovo piano di riequilibrio finanziario pluriennale (Consiglio Comunale del 17.01.2023), se in molti aveva provocato stupore nel constatare l’enorme mole debitoria da fronteggiare, ai nostri occhi, e in particolare a quelli di Sergio Nucci, che aveva anticipato già da marzo – immodestamente – lo scenario di oggi, era apparsa come l’ennesima conferma di quanto avevamo predicato, inascoltati, in tutti gli anni in cui si consumava il “sacco” delle casse comunali.
Adesso è evidente come Mario Occhiuto e chi continua sciaguratamente a coprirlo abbia compiuto danni di proporzioni colossali ai cittadini di Cosenza. Danni frutto di adozione di bilanci “farlocchi”, basati su entrate virtuali (alienazioni di beni notoriamente non appetibili) e conseguenti anticipazioni chiaramente dopate.
Nel nostro bilancio l’importo di quelle anticipazioni si aggirava intorno a 160 milioni di euro! Ma non è finita certamente qui, in quanto, per come spiegava l’assessore, la massa passiva a cui bisogna far fronte è pari ad altri 219 milioni di euro che comprende: 23 milioni derivanti dal disavanzo 2021, debiti fuori bilancio per 2 milioni, accantonamenti per 180 mila euro, fondo contenzioso e disavanzo presunto per 728 mila euro, perdite Amaco al 31/12/2021 per 2 milioni e 800 mila euro, nonché il mutuo che la Commissione Straordinaria di Liquidazione ha chiesto per il precedente piano di riequilibrio di 72 milioni di euro.
Per la redazione del piano, l’assessore diceva di essersi avvalso della collaborazione di una società (non meglio specificata) con la quale si è arrivati alla conclusione che si tratta di un “disavanzo fondamentalmente tecnico”. Cioè virtuale e non reale, sic!.
Ma ciò che lasciava perplessi già allora era l’affermazione dell’ottimista assessore al Bilancio: “L’indebitamento reale non era così enorme. Dei 219 milioni, indebitamento vero ne abbiamo ben poco e molto contenuto, non da rendere impossibile operazioni di riequilibrio”.
Cazzate, naturalmente, in perfetto stile Occhiuto. Cazzate così grandi e pacchiane che Giordano, ovvero colui che le aveva pronunciate, è stato costretto a togliere il disturbo.
Ci chiedevamo se ci sarebbe stata allora una posta tecnica che potesse aiutare l’Ente a recuperare questo gap e la risposta al dubbio era stata anche svelata: “tutto sta nella capacità di riscossione che blocca in maniera inaudita la contabilità dell’Ente”.
Considerato che per le entrate dell’Ente non sono state ancora assunte decisioni importanti e funzionali al gettito effettivo, il falso “ottimismo” dell’ormai ex assessore, piuttosto, derivava dal fatto che nel bilancio era previsto un “Fondo crediti di dubbia esigibilità” di 62 milioni di euro.
Avendo ipotizzato anche una capacità invariata della riscossione pari a quella attuale (meno del 30% secondo molti), il “Fondo crediti di dubbia esigibilità” salirebbe in vent’anni (anno più anno meno) da 62 milioni di euro a 400 milioni di euro! Risorse che dovranno coprire le inefficienze della riscossione e probabilmente di bilanci non del tutto veritieri e comunque che non possono essere utilizzate per altri ben più importanti fini istituzionali.
Il cuore del problema sta proprio nella riscossione ed è per questo che Giordano aveva dichiarato “guerra” alla famigerata società Municipia alla quale sia Occhiuto sia Adamo hanno continuato a fare ricorso.
Questi gran delinquenti di Municipia hanno fatto anche una proiezione ipotizzando una riscossione superiore a quella in essere pari al 45% ed in 20 anni si dovrebbero recuperare 162 milioni di euro (ma non erano 219?) che garantirebbero la copertura di buona parte della massa passiva. Altre azioni con benefici che si potranno cominciare a vedere a partire dal 2025. Ma il dato basilare resta uno solo: per uscire dall’impasse ci si può solo affidare alla capacità di riscossione del Comune. E queste capacità di riscossione non possono andare nella direzione sperata. Giordano aveva provato a individuare strade alternative ma non è stato ascoltato e di conseguenza s’è tirato fuori.
Alla luce di quanto detto si possono fare due considerazioni:
1) la capacità di riscossione ipotizzata di appena il 45%, appariva un primo chiarissimo segnale di insufficienza per chi era tenuto ad esaminare il piano (Ministero Interno e Corte dei Conti);
2) conseguentemente il recupero, neanche totale della massa passiva, nell’arco di tempo, oserei dire massimo, dei vent’anni è il secondo parametro negativo.
L’incapacità di riscuotere i crediti è, dunque, alla base del misero naufragio del progetto di riequilibrio proposto dall’Amministrazione Caruso.
La proposta concreta, seria, rispetto al problema della riscossione, constatata la completa inefficienza dell’attuale gestore Municipia, sarebbe stata quella di non dare “proroghe tecniche” di sei mesi, come è stato fatto, ma di procedere ad affidare la riscossione spontanea e coattiva all’Agenzia di riscossione S.p.A. (agenzia statale), al fine di assicurare certezza, efficienza ed efficacia delle entrate loro affidate.
Oltre a ciò, procedere, senza tentennamenti, ad una riorganizzazione del Settore Tributi, evidentemente non più capace di seguire, di controllare e verificare il lavoro affidato a terzi (e cosentini ne sanno qualcosa degli attuali “terzi”). D’altra parte il Settore Tributi è il protagonista principale per l’incamero delle maggiori risorse di parte corrente, per l’Ente!
L’unico merito che si può riconoscere a questa Amministrazione è di aver scoperchiato il vaso di Pandora (speriamo definitivamente!), ovvero dell’enorme indebitamento che grava e graverà per lunghi anni sulle spalle dei cittadini di Cosenza.
Ma adesso che si conosce la quantità di indebitamento si possono anche conoscere i nomi dei politici e dei burocrati (che a volte ritornano?) che si sono macchiati di tale nefandezza?
In procura dicono che il sindaco ed i suoi “bilanci” non si siano ancora visti, nonostante le promesse dei primi tempi. E di certo, se lo avessero fatto, oggi non potrebbero continuare a dire cazzate come stanno facendo continuando a foraggiare Municipia per evitare di “costituirsi” all’agenzia statale e per fottersi anche loro i 100 milioni che lo stato elargirà. E i cosentini continueranno a pagare le conseguenze di questo schifo per altri decenni ancora perché – come tutti sanno – continueranno a votare i rappresentanti di questa schifosa e squallida classe politica. Augias aveva e ha ragione: la Calabria è una terra perduta. Sempre a futura memoria.