Occhiuto blatera di aver ridotto gli affidamenti diretti rispetto alla giunta Perugini. Cosa vera. Ma dimentica di dire che nel “conteggio” sono inclusi tutti gli affidamenti diretti che la giunta Perugini all’epoca assegnava alle cooperative.
Se oggi togli questo dato, ti accorgi che i numeri del ladrocinio tra Occhiuto e Perugini sono più o meno uguali. E poi anche questa storia di aver cacciato la malavita dalle cooperative risulta una chiacchiera. Di fatto ha cacciato un clan e ne ha messo un altro. Il vincente dell’epoca, cioé Rango/zingari. Come abbiamo abbondantemente già spiegato.
Ma a fargli capire bene questo, ad Occhiuto, ci penserà la DDA che ha raccolto le cantate di Daniele Lamanna. Dove spiega senza ombra di dubbio l’accordo tra Occhiuto e il clan. Ma come abbiamo sempre sostenuto, anche perché la nostra non è una crociata contro Occhiuto, ma contro il malaffare, prima di lui a fare carni i puarcu aru Comune c’erano il cardinale Ambrogio, Madame Fifì, Nicola Adamo, e l’immancabile ingegnere Pecoraro. Una zimbunia che non ti dico.
Un trio, il loro, che ha tenuto per 5 anni in ostaggio il povero Perugini, che altro non ha potuto fare che rassegnarsi senza partecipare allo scialacquamento della casse comunali. Il che non fa di lui un innocente, sia chiaro. Poteva denunciare ma non l’ha fatto. Si è adeguato all’andazzo.
Del resto, mettersi contro Madame Fifì non è salutare. Le sue conoscenze nell’ambiente malavitoso sono forti e pesanti. Anche lei, così come faceva Occhiuto che mandava Lamanna a picchiare tutti quelli che gli davano fastidio, ha mandato, e continua a farlo, gente di malavita a minacciare questo o quello.
E per restituirvi il clima di quegli anni (Perugini) e per meglio capire lo spessore criminale di Madame Fifì, vi proponiamo un verbale del primo canterino in assoluto: Adolfo Foggetti.

Adolfo ci spiega come andavano le cose in quegli anni al Comune. Lui e la sua banda, capeggiata allora da Michele Bruni, erano di casa a Palazzo dei Bruzi. Entravano ed uscivano che era una bellezza. Disponevano e riscuotevano a dire basta. Ed erano proprio loro in prima persona a recarsi negli uffici degli assessori.
Come riferisce Adolfo nei tanti racconti sulla commistione tra politici e clan, vi proponiamo questo verbale in particolare dove è coinvolto un assessore della giunta Perugini, ed il solito ingegnere. Giusto per capire che se Occhiuto è un ladro, Madame Fifì, Nicola Adamo e il cardinale Franco Ambrogio non sono da meno.
“Sono a conoscenza, per aver assistito io stesso ad alcuni incontri, del fatto che la moglie di tale V., che ha un’Audi A5 nera e del quale non ricordo il nome, lavora presso il Comune di Cosenza con un ruolo di rilievo.
Michele Bruni mi riferiva che questa donna si metteva a sua disposizione per risolvere tutte le problematiche di carattere amministrativo di cui aveva bisogno. In modo particolare ho assistito a più incontri presso la sede del Comune di Cosenza nel corso dei quali la donna ha risolto molte pratiche tra cui una problematica riguardante una pizzeria che Michele Bruni aveva intenzione di aprire.
La donna peraltro riceveva da Michele Bruni, a titolo di corrispettivo non dovuto, delle somme di denaro che Michele Bruni consegnava davanti a me in delle buste chiuse. Ignoro l’ammontare delle somme che Michele Bruni dava di volta in volta alla signora. In un’occasione ho assistito alla consegna di questa busta mentre uscivamo dal retro del comune per il caffè. Tale donna era di statura bassa, bionda e la figlia aveva sposato D. S. rivenditore di auto famoso a Cosenza.
Tale donna si recava anche presso l’ufficio di un ingegnere che lavorava presso il Comune di Cosenza, anch’egli di corporatura bassa, grosso e con la barba.
So questo perché anch’io insieme a Michele Bruni e la signora mi recavo presso l’ingegnere. La donna in questa occasione aveva portato la documentazione che interessava a Michele Bruni a questo ingegnere che assicurava a Michele Bruni che gli avrebbe risolto il problema.
In mia presenza non sono stati corrisposti soldi all’ingegnere nè Michele Bruni mi ha mai riferito di aver consegnato soldi all’ingegnere stesso. Tuttavia devo precisare che allorquando Michele consegnò la busta di cui sopra alla signora, subito dopo aver sorbito il caffè al bar, ci recammo nell’ufficio dell’ingegnere”.
In questo passaggio è evidente che la mala locale sguazzava tranquillamente al Comune a guida Perugini. E questo stesso ex assessore risulta incredibilmente nella lista del PD per le prossime elezioni.

Colgo l’occasione per rinnovare ad Occhiuto la nostra disponibilità ad affrontare una battaglia per far luce anche sui milioni e milioni di euro che il cardinale Franco Ambrogio e l’ingegnere Pecoraro, sotto la guida di Madame Fifì, ha generosamente elargito a malandrini di ogni sorta.
Quindi, Mario, se sei a conoscenza di qualcosa è ora di tirarla fuori, altrimenti vorrà dire che anche tu hai la coda di paglia.
Dimostra di essere sincero ed innocente, in una parola: cantatela. Restiamo in attesa delle tue dichiarazioni.