Sono un centinaio i poliziotti – appartenenti alle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone e alla sezione investigativa di Catanzaro del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, tutti coordinati dalla DDA di Catanzaro – che dalle prime ore della mattinata sono impegnati in un’operazione in corso a Isola Capo Rizzuto. Undici i fermi eseguiti. Destinatari dei provvedimenti restrittivi sono soggetti fortemente indiziati di contiguità o appartenenza alla cosca Arena. Alle persone fermate viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata a vari reati che vanno dalle estorsioni e dall’usura allo spaccio di sostanze stupefacenti. Tra i 29 indagati risulta anche un noto penalista catanzarese e un altro avvocato di Crotone che in passato ha ricoperto incarichi di amministratore pubblico.
I nomi degli arrestati
Massimo Diego Caterisano (Crotone, 30.04.1970);
Domenico Cristodaro (Crotone, 26.10.1982);
Domenico Godano detto “Mimmo o tinzu” (Catanzaro, 29.12.1984);
Fiorello Maesano (Crotone, 04.06.1969);
Ferdinando Marchio (isola Capo Rizzuto, 21.03.1983);
Tommaso Mercurio (Isola Capo Rizzuto, 12.06.1965);
Pasquale Morelli detto “Cavuzi Larghi” (isola Capo Rizzuto, 11.07.1947);
Fabrizio Pullano (isola Capo Rizzuto, 21.02.1964);
Francenco Pullano (Crotone, 02.04.1980);
Maurizio Pullano (Cernusco sul Naviglio, 11.10.1993);
Pasquale Pullano (isola Capo Rizzuto, 09.03.1948);
Pietro Fiore Pullano (Crotone, 27.12.1989)
L’avvio dell’indagine
Il provvedimento restrittivo è stato adottato al termine di un’articolata indagine svolta congiuntamente dai poliziotti delle Squadre Mobili di Catanzaro e Crotone, avviata nel marzo del 2020 sulla base degli esiti investigativi emersi anche in un altro procedimento penale, diretta ad individuare l’ultrattività ed operatività della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.
Il leader con la “bacinella”
Le prove, frutto di complesse attività tecniche, arricchite dai contributi offerti dai collaboratori di giustizia, hanno consolidato l’ipotesi dell’esistenza di una struttura associativa il cui elemento di vertice era ritenuto il soggetto al quale rivolgersi per la risoluzione di varie problematiche, come quella di proteggere un imprenditore isolitano dalle richieste estorsive rivoltegli da esponenti criminali egemoni in altri territori; si sono raccolti indizi volti a stabilire che al predetto esponente apicale era demandata la gestione della cd. “bacinella” contenente le somme provenienti dalle attività illecite della cosca Arena, con le quali egli stesso provvedeva al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. La prosecuzione delle indagini ha evidenziato l’ingerenza di varie famiglie presenti nel territorio dimostrandosi, a livello indiziario, la perpetrazione di una serie di reati fine realizzati in nome e per conto delle consorteria di appartenenza, come traffico di armi, usura ed estorsioni.
La droga, le armi e la prova del fuoco
A conferma dell’attivismo degli indagati nel settore del traffico e della distribuzione di sostanze stupefacenti e dell’ampia disponibilità di armi da parte dell’organizzazione, sono stati effettuati numerosi sequestri, tra cui 2 chili circa di marijuana, una piantagione di 707 piante di marijuana, una pistola Beretta calibro 9X21 con matricola abrasa, un fucile marca Falco sovrapposto cal. 8 e 92 ordigni esplosivi artigianali. Le attività tecniche consentivano di documentare finanche il loro effettivo utilizzo, durante una prova a fuoco compiuta dagli indagati in una zona isolata del territorio di Isola Capo Rizzuto.
I “favori” al candidato
Nel corso delle investigazioni è emersa, inoltre, l’ingerenza nelle cosche nel meccanismo di procacciamento di voti nel territorio di Isola Capo Rizzuto in favore di un candidato consigliere alle elezioni tenutesi il 3-4 ottobre 2021, per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria.