TROPEA: UN PRINCIPATO DI OMERTA’ E DI SILENZIO
E’ veramente incredibile la storia che abbiamo raccontato ieri delle minacce subite dal consigliere di minoranza Antonio Piserà nell’esercizio delle sue funzioni di consigliere comunale. https://www.iacchite.blog/tropea-tu-pubblichi-la-determina-di-15-000-euro-a-marchese-e-io-ti-citofono-a-casa/
Come scrivevamo ieri il consigliere Antonio Piserà viene invitato tramite una visita a casa del fratello di cancellare il post pubblicato sulla sua pagina con la delibera comunale di assegnazione di lavori per 15 mila euro per pitturare le aule di alcune scuole di Tropea alla ditta dei fratelli Marchese. I fratelli Marchese, ci racconta Antonio Piserà in un video, si recano a casa di suo fratello e iniziano a inveire contro Piserà chiedendo la cancellazione immediata del post.
Vengono alla mente i bravi di Don Rodrigo: “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”. Questa delibera non va resa pubblica né domani, né mai. Nel video si vede un Piserà stravolto e incredulo, quasi impaurito, a momenti sembra quasi che si voglia giustificare verso i fratelli Marchese affermando che ha solo pubblicato la delibera senza commentarla. Poi per fortuna non si comporta da Don Abbondio, anzi denuncia con il video l’accaduto e va dai carabinieri a denunciare il fatto. La tragedia nella tragedia è che i bravi per fare le loro minacce vanno a casa del fratello di Piserà fregandosene che vi risieda anche il padre cardiopatico e anziano. Il fratello di Piserà fa un video in cui parla delle pressioni e delle minacce ricevute in questi anni per le denunce sulla vita amministrativa fatte dal fratello nella sua qualità di consigliere. Minacce, urla e discussione ascoltate dal padre cardiopatico che dopo l’ultima va in crisi respiratoria. Tutti e due i fratelli Piserà denunciano un clima preoccupante che si è venuto a creare in questi anni a Tropea.
Ora, di fronte a simili denunce uno si aspetterebbe che s’alzasse un coro di sdegno, di solidarietà e vicinanza ad Antonio Piserà e a suo fratello. Invece cala il silenzio più totale, non esce parola. Come dicevano i bravi a Don Abbondio: “E soprattutto non si lasci uscir parola su questo avviso, che le abbiamo dato per suo bene; altrimenti…ehm… “. Invece i fratelli Piserà denunciano e parlano e invece non parla e non dice niente la società civile, la politica e le istituzioni e naturalmente anche i media asserviti al potere massimafioso. Tropea non è un borgo qualunque, non si trova sul Pianeta Papalla.
Tropea è considerata la capitale del turismo calabrese e certamente questi episodi, come quello tragico del cimitero di cui si è aperto da pochi giorni il processo, non aiutano il prestigio della cittadina. I primi a dover insorgere contro questi atti di intimidazione dovrebbe essere gli esponenti della cosiddetta società civile, le associazioni culturali… Libera che dice? E le attività imprenditoriali turistiche e non, che vedono lesa in questo modo l’immagine del borgo?
Ci dovrebbe essere la rivolta per le pressioni e i ricatti che ricevono quotidianamente. Invece nessuna reazione è arrivata. Un atto di vicinanza lo si sarebbe potuto aspettare dalla chiesa, invece nulla. Il vescovo di Mileto, Nicotera e Tropea, Monsignor Attilio Nostro, invece di infervorarsi nella richiesta ai fedeli di firmare la mozione anti aborto, avrebbe fatto meglio a infervorarsi contro questi soprusi e contro tanti altri atti di intimidazione e di mafia. Anche su questo fronte nulla. Non parliamo poi della politica e dei partiti. Non si segnalano dichiarazioni da Mangialavori, dalla sottosegretaria Wanda Ferro, dal presidente della Regione Occhiuto. Eppure Antonio Piserà fa parte addirittura della destra. Per non parlare dei consiglieri regionali del Vibonese, da Michele Comito, a Mammoliti, fino a Lo Schiavo e persino a Tucci del M5S. Silenzio assoluto.
Ma il comportamento più incredibile viene ancora una volta dal sindaco Giovanni Macrì detto Nino. Da parte sua non una parola di solidarietà e vicinanza al consigliere Piserà. Di fronte alla denuncia di un atto intimidatorio sarebbe compito del Primo cittadino schierarsi senza esitazione al fianco del suo maggiore oppositore, perché la dialettica democratica è l’essenza stessa della democrazia. Tu sindaco, puoi non avere stima del tuo avversario, puoi avere dubbi, ma il tuo ruolo ti porta ad essere al suo fianco senza se e senza ma. L’accertamento della verità non è compito del sindaco ricercarla, ma delle forze dell’ordine e della magistratura. In simili circostanze la condanna dovrebbe essere immediata e netta. A difendere il suo diritto alla parola e alla critica. Invece il sindaco che forse mai come in questo caso si considera un principe non parla, sta zitto. Esce sempre questa sua inclinazione ad atteggiamenti arroganti e spocchiosi. Anzi si intrattiene sulla sua pagina facebook a parlare di samurai e di quattro giapponesi in visita a Tropea. Ancora con sta fissa dei giapponesi. A furia di pubblicare le foto dei giapponesi arrivati a Tropea dopo il suo viaggio in Sol levante abbiamo saputo che sono arrivati una decina di turisti, tutto qui. Un autogol incredibile. Ma contento lui, contenti tutti.
Speriamo che il nuovo Prefetto, così come ha disposto gli atti di accesso antimafia al comune di Nicotera che ha portato alle dimissioni del sindaco, chieda conto al sindaco di Tropea di questo episodio gravissimo fatto dai titolari di un’impresa a cui ha affidato un lavoro diretto verso un consigliere di minoranza. In pratica una ditta di suo fiducia minaccia il consigliere di opposizione, sempre in base alle denunce di Piserà. Gravissimo. Speriamo che quantomeno si arrivi alla revoca di questo incarico e di tanti altri incarichi diretti poco trasparenti. Sappiamo benissimo che Tropea è considerata un principato, ma non si capisce perché debba godere di un trattamento speciale mentre tanti altri comuni vengono sciolti per molto meno. Infine speriamo che la Procura di Vibo Valentia e la DDA di Catanzaro indaghino su questo episodio e su quelli precedenti per ridare un po’ di democrazia alla città di Tropea.