Calabria. La solidarietà ai mazzettari non è uguale per tutti

Chiariamo subito: lungi da noi il sol pensiero di prendere le difese dei due avvocati, Pierpaolo Greco, curatore fallimentare della fondazione Betania di Catanzaro, e l’avvocato Pasquale Barbieri, arrestati in flagranza di reato dalla Guardia di Finanza di Catanzaro mentre intascavano una bustarella farcita. Se li citiamo è solo per evidenziare la sporca ipocrisia di certo potere che solidarizza con alcuni colletti bianchi finiti nella rete della Giustizia per chissà quale losco motivo, mentre per altri, come nel loro caso, regna il silenzio.

Ai due avvocati beccati con le mani nella bustarella, viene addebitata l’estorsione di 50mila euro all’avvocato Marco Zummo, presidente della società palermitana Karol spa che gestisce i beni della fondazione Betania, per facilitare la rinegoziazione del contratto con la fondazione, dopo il fallimento. I pm, dopo la denuncia dell’avvocato Zummo a seguito della richiesta estorsiva, hanno filmato l’avvocato Barbieri mentre riceveva una prima mazzetta di 25mila euro, per poi beccarlo mentre consegnava, in un secondo momento, una bustarella con 10mila euro, all’avvocato Greco suo complice nell’estorsione. Gli altri 15mila euro sono stati trovati nello studio dell’avvocato Barbieri. Una storia di mazzette seguita passo passo dalla Guardia di Finanza con tanto di denuncia, filmati, e intercettazioni che non lasciano spazio a nessun dubbio sulla colpevolezza dei due avvocati, anche se è giusto dire che colpevoli vanno considerati solo dopo il terzo grado di giudizio. Ma le prove a loro carico sono granitiche e inconfutabili, e preannunciano uno scontato risultato di colpevolezza nel processo, neanche la buonanima di Cicerone potrebbe tirarli fuori da questo bel guaio.

A differenza di quello che è successo, e sta qui il paragone che vogliamo fare, con l’avvocato Marcello Manna dopo il suo arresto, ovvero un coro di solidarietà da ogni dove, per i due avvocati mazzettari Greco e Barbieri a manette scattate è calato il silenzio. Per loro nessuna solidarietà. Mentre per l’avvocato Marcello Manna si era scomodato, tra i tanti, persino il coordinamento delle Camere Penali Calabresi – costituito dalle camere territoriali di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia, Palmi, Rossano, Castrovillari, Lamezia Terme, Locri e Paola – che esprimeva “solidarietà e vicinanza a Marcello Manna, nostro caro amico e collega, giudicato ieri, in primo grado, dal GUP di Salerno (condannato insieme al giudice Petrini a 2 anni e 8 mesi di reclusione per corruzione giudiziaria)”.

Il perché il coordinamento delle Camere Penali calabresi questa volta nei confronti dei due avvocati mazzettari Greco e Barbieri non abbia inteso stracciarsi le vesti gridando al complotto e allo scandalo, così come hanno fatto per Manna, resta un mistero. Eppure trovare qualche differenza tra la mazzetta di Manna e quella degli avvocati Greco e Barbieri è cosa ardua. Manna, come i due mazzettari beccati l’altro giorno, è stato immortalato mentre cedeva una bustarella farcita al giudice Petrini. Stessa scena, stesse modalità, stessa finalità: la corruzione.

Ma per Manna filmato dalla Guardia di Finanza di Catanzaro (la stessa che ha arrestato i due mazzettari di Catanzaro), mentre porgeva la bustarella farcita al giudice, caso strano, non sono scattate le manette in flagranza. Chissà perché. Mentre per i due mazzettari sì. Il perché di questa differenza nell’applicare la legge si può solo immaginare. Resta il fatto che a parità di reato e di prove a carico per Manna erano e sono tutti garantisti, per i due mazzettari di Catanzaro, sono diventati tutti colpevolisti. Come dice qualcuno: la solidarietà ai mazzettari non è uguale per tutti, c’è chi può prendere e dare bustarelle, e chi no.