E se dietro Fabrizio Corona ci fosse la ‘ndrangheta?

di Saverio Di Giorno

E se dietro Fabrizio Corona ci fossero i calabresi? È una voce che circola da qualche tempo in alcune ricostruzioni. E potrebbe avere qualche fondamento. Ed è ancora la Calabria a legare le due vicende più discusse dell’ultimo periodo (dopo Gianciuffo, ovviamente) e cioè Fabrizio Corona e le sue cantate e l’arresto del cantante neomelodico Tony Colombo insieme a Tina Rispoli. Non è questione di complottismo o dietrologia, ma capita spesso che nelle vicende più torbide qualche intermediario abbia accenti conosciuti.

Andiamo con ordine. Il matrimonio del cantante neomelodico siciliano Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino era stato festeggiato con tanto di pacchianerie camorristiche. Carrozze, fuochi d’artificio e telecamere di Barbara D’Urso al seguito. Era il 2019. E tutto è stato velocemente derubricato a pacchianeria e gossip. Senza approfondire il ruolo simbolico della famiglia Rispoli all’interno della guerra di camorra, che forse non era casuale che un matrimonio del genere si celebrasse nel centro di Napoli da sempre terra di conquista. Forse raccontava di dinamiche cambiate… niente di tutto ciò, solo gossip. Ma nemmeno ci si è chiesti come fosse stato possibile che i due avessero l’attenzione della televisione italiana… Ancora una volta: solo gusto dell’orrido e tv spazzatura? Forse non è così facile, forse occorrerebbe guardare al ruolo degli agenti.

E l’agente di Tony Colombo è stato a lungo tale Agostino Iacovo, di Cetraro, egli stesso si presenta a “Fanpage” come amministratore della Genesis Group, una società di comunicazione con sede a Milano, condannato in primo grado (ma poi assolto in secondo grado e Cassazione) per associazione a delinquere, riciclaggio e condannato in via definitiva per reati di percosse, minaccia grave e reati di calunnia. Imputato, poi, insieme ad altre 15 persone, per false fatturazioni nell’inchiesta Camaleonte di Paola perché al centro di una ragnatela di 14 società (da pubblicità, a supermercati) con l’ipotesi di riciclaggio e ancora il suo nome è tra le carte di Cartesio accostato a quello del clan Muto. Fatti che a queste latitudini si conoscono, si vedono, si mormorano. Certo non negli studi Fininvest (o forse sì?), né a Milano dov’è la sede della Genesis Group (o forse sì?).

La cosa interessante è che oltre a quello di Tony Colombo e di un altro cantante neomelodico (Famao), la Genesis gestiva anche Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi di recente uscito di galera e che sta facendo tremare il mondo del calcio con la sua talpa (in procura o nella Figc?) e le sue “rivelazioni”.

La vulgata vuole che la tecnica di far uscire i nomi un po’ per volta sia solo un modo per restare nel putiferio, avere attenzioni e ingaggi televisivi e certamente sta fruttando. D’altra parte, è anche vero però che chi sa di poter finire nel ciclone ha il tempo di contattare Corona o chi per lui e cercare di convincerlo a mantenere il silenzio. In cambio di soldi? Chissà? Il sistema ricattatorio è solo un’ipotesi. Che la ‘ndrangheta abbia gestito parte del mondo del calcio, che possa avere le mani sui soldi delle scommesse non sarebbe un’idea così peregrina ed ecco che la voce che vuole una partecipazione di qualche calabrese ben inserito come voce e come regista non sembra così inverosimile. Non necessariamente Iacovo, ma la flora e la fauna di relazioni e mondo borderline di cui loro sembrano essere la porta girevole ha lo stesso odore.