Porto di Schiavonea. Gli Agostinelli di turno passano, quello che resta è l’interesse di una città

Sabato scorso nei locali del mercato ittico del Porto di Schiavonea, alla presenza del presidente dell’autorità portuale dei mari Tirreno meridionale e Jonio, ha avuto luogo un incontro-dibattito sul tema “Quale futuro per il porto di Corigliano Calabro?”. Di seguito, una riflessione di Alberto Laise.  

Dopo aver ascoltato un resoconto sull’iniziativa sul Porto:
1) L’ammiraglio Agostinelli (Autorità portuale) conferma il mio pensiero sull’intelligenza degli ufficiali…
2) Il fatto che vada in pensione tra poco è una notizia bellissima per il nostro porto e, più in generale, per l’intera marineria calabrese.
3) Pensare che gli insediamenti siderurgici ed in generale quelli industriali possano essere inseriti “abrupto” in un contesto come il nostro è folle oltre che criminoso.
4) Lo sviluppo del porto passa necessariamente attraverso un intervento sulle infrastrutture che potenzi sia il settore della pesca che quello del turismo, ivi compreso quello legato alla diportistica.
5) Si può anche pensare ad insediamenti industriali nell’entroterra portuale ma devono sempre essere ecosostenibili e connessi con la vocazione del territorio (cantieristica ad esempio).
6) La politica deve smetterla di ricordarsi del porto e di questo territorio solo come “discarica” di tutto il letame del Sud. Ci siamo passati 15 anni fa (casualmente la stessa politica che oggi spalleggia Enel e spinge per la siderurgia voleva le balle di rifiuti nel porto ed un giovane Stasi organizzava la protesta…) e ci ritorniamo regolarmente. Anche basta adesso…
7) Le abbiamo già viste, ed ascoltate, le imprese che promettevano posti di lavoro… ed abbiamo sempre visto come andava a finire. È successo nella Zona Industriale con le 488, è successo con “Sviluppo Italia” e succederà ogni volta che lo Stato regala denaro ad imprenditori incapaci e ladri. Le imprese che hanno successo sono quelle che investono i loro soldi.

Il nostro territorio e la nostra città ha una vocazione produttiva importante e che si muove in una direttrice ben precisa: turismo, agricoltura e pesca. Da qui si sviluppano le altre attività che devono sempre tenere da conto la realtà esistente e con quella fare i conti. Gli Agostinelli di turno, gli incapaci che non conoscono ciò che vorrebbero raccontare, passano… quello che resta è l’interesse di una città e di un territorio che non può sempre essere svenduto ed umiliato.