Il Nue 112 (Numero unico di emergenza 112) è il servizio che permette, digitando un unico numero, l’1 1 2 (uno, uno, due), di richiedere l’intervento della polizia, dei carabinieri, dei Vigili del Fuoco o del Soccorso Sanitario, senza più dover comporre gli attuali numeri di emergenza (112, 113, 115 e 118).
In Italia il deus ex machina del Nue è senza dubbio Alberto Zoli, direttore generale dell’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU) della Lombardia e tra gli autori del Paper della Fondazione Italia in Salute “Il Numero Unico Europeo 112: ruolo e prospettive nella gestione delle emergenze”.
Zoli ha portato e sta portando in tutta Italia il suo modello ma in Calabria non ci era ancora arrivato e l’occasione si è presentata grazie al contatto con Roberto Occhiuto, che è andato lungo lungo a Milano a “copiare”, cioè la cosa che gli riesce meglio dall’alto del suo “confuso sapere” (ché gli ignoranti sono molto più dignitosi). Zoli gestisce tutto, ha ricevuto potere assoluto da Occhiuto e ha in tasca uno “straordinario” contratto come Area Unica Emergenza Lombardia per creare il “sistema 112” ed elisoccorso anche in Calabria. Zoli, al netto di tutte le cazzate che ci propina, è un furbissimo faccendiere che ha capito subito con quali pagliacci ha a che fare e ci ha venduto subito – tanto per dirne una – le autoambulanze e le auto mediche da rottamare. Meglio di quelli che riescono a vendere il ghiaccio agli eschimesi.
Detto, fatto, è partita l’operazione Nue 112 Centrale unica operativa delle emergenze da realizzare in Cittadella con diverse filiali sparse per la Calabria. Un’operazione da centinaia e centinaia di posti di lavoro da attivare con concorsi-truffa ma anche di sostanziose commesse e relativi benefit.
Da tempo vengono illustrate le modalità e le fasi di avvio di un percorso che consentirà, anche nel territorio della Regione Calabria, di avviare il Numero Unico Europeo di emergenza 112. Il servizio sarà attivato presso una sala operativa dedicata che sarà allestita nei locali della Protezione civile regionale di Germaneto.

Per realizzare l’operazione Zoli e Occhiuto hanno indicato come referente Riccardo Borselli (Responsabile della centrale operativa del 118 a Cosenza), al quale è stato affidato il compito di reclutare gli uomini nei territori per realizzare l’affare, perché di questo si tratta.
Il primo passo per trovare il materiale umano è stato il concorso regionale bandito dall’Asp di Cosenza, che è servito per stilare una prima abbondante graduatoria di 46 posti effettivi e almeno altri 54 per scorrimento. Borselli ha piazzato a capo della Commissione “pilotata” uno dei suoi collaboratori più fidati, Sergio Coscarella, al quale ha affiancato l’uomo indicato da Zoli, tale Paghera. E poi ha messo dentro tre operatori centralinisti. Facile come bere un bicchier d’acqua.
Del gruppo di fuoco della “cupola” cosentina naturalmente fanno parte anche i vertici dell’Asp di Cosenza, che hanno materialmente bandito il concorso: il direttore generale Antonello Graziano detto Strafalaria e l’immarcescibile ingegnere Antonio Capristo.
La graduatoria è una sorta di manuale Cencelli della malapolitica e della malasanità calabrese, da tramandare ai posteri come capolavoro di truffaldineria. Stiamo ricostruendo non senza difficoltà l’esatta mappa di questa operazione. Borselli, Graziano, Capristo e i loro uomini (tra i quali oltre a quelli in commissione spicca anche un infermiere, un certo Laratta, che ha piazzato anche lui un parente in graduatoria e del quale tratteremo presto) hanno fatto piazza pulita su Cosenza e provincia.
Per la zona di Catanzaro e Lamezia, invece, il referente è un altro traffichino della peggiore specie, Domenico Schirripa detto Mimmo. Che piazza addirittura due figli nella graduatoria e forse anche sua nuora secondo i boatos che arrivano dal capoluogo. E’ di ieri poi la clamorosa scoperta della presenza in graduatoria tra i “magnifici 46” addirittura di marito e moglie catanzaresi. Un caso limite ma che sta là a rappresentare quasi plasticamente l’essenza di questo concorso-truffa.
Secondo le nostre fonti, tutte queste notizie relative a clamorosi accordi sottobanco stanno creando una voragine e si allargheranno presto anche alla importante realtà di Reggio Calabria. Va da se che tutte le coperture offerte dalla procura di Cosenza alle manovre truffaldine non serviranno a niente se lo scandalo diventa – per come sta diventando – regionale. E siamo ancora all’inizio. Chi sa, parli: questo è il momento giusto.