DUE ANNI DI GOVERNO OCCHIUTO: CCHIU’ CHIACCHIERE ‘PPE TUTTI
Sono iniziate le celebrazioni per i 2 anni del governo Occhiuto sotto l’attenta regia dello stesso festeggiato. Interviste megagalattiche, post del festeggiato rilanciato su tutto il globo terracqueo da giornali, giornaletti, siti, mini siti, blog, rigorosamente in cosentino stretto tradotto in tutte le lingue, calabrese e italiano compresi. Al confronto le celebrazioni di Giorgia Meloni di qualche giorno fa per il primo anniversario del suo governo si distinguono per sobrietà e pacatezza.
Il nostro presidente nel suo post autocelebrativo dice che sono stati 24 mesi intensi, molto intensi, ma bellissimi. Abbiamo dimostrato, continua in una riflessione assertiva, che questa regione può cambiare pagina. C’è moltissimo da fare, afferma in una botta di modestia che non guasta mai la narrazione, tantissimo da fare, bisogna lavorare, dice lui che la fatiga non sa dove sta di casa, con impegno e determinazione perché quando si è candidato lo ha fatto perché era stanco che si parlasse della Calabria come l’ultima regione d’Italia, come di una regione non capace a svilupparsi.
Come una regione dove nulla si poteva fare: non è così e lo abbiamo dimostrato in 24 mesi, ci dice ancora in maniera assertiva, e lo abbiamo fatto facendo parlare i fatti. E giù un elenco di cose memorabili fatte in 24 mesi, con musica di accompagnamento compulsiva e incalzante. Riprende la parola e la modestia scompare davanti ai risultati ottenuti in 24 mesi. Lui, il nostro Roberto da Cusenza, quando si è insediato ha trovato una regione allo sfascio con la spazzatura che arrivava al secondo piano dei palazzi, con il mare che era sempre inquinato e la Calabria in preda al fuoco e alle fiamme. In pratica Jole Santelli gli ha lasciato una regione allo sfascio visto che nell’anno precedente aveva governato la nostra regione la compianta Jole che di fronte al cazzaro di oggi era una vera statista con la S maiuscola e lo diciamo noi che non abbiamo mai lesinato critiche al suo operato.
Non c’è nulla da fare il nostro Presidente rispetto ai suoi predecessori che hanno sgovernato la nostra terra, sia di centrodestra che di centrosinistra, in realtà può vantare un primato, quello delle chiacchiere, delle cazzate e delle minchiate a raffica. Come le spara lui, non le spara nessuno. Al suo confronto il campione nazionale della cazzate Matteo Salvini scompare, fa la figura di un dilettante allo sbaraglio. Non ci addentriamo in ragionamenti troppo complessi per le capacità mentali del nostro presidente, gli vorremmo fare un semplice disegnino per fargli capire una verità elementare.
Calabria: Ultima per PIL PRO CAPITE
Nonostante la sua propaganda assidua e continua rilanciata da giornali e giornaletti, la Calabria ultima era e ultima è rimasta. Anzi, il solco con le altre regioni si è ingrandito sempre di più. Siamo gli ultimi nel Pil nazionale pro capite. Rimaniamo la regione più povera d’Italia: nel 2021 e 2022, anni successivi alla pandemia, si è avuta una crescita così modesta da collocarci perfino all’ultimo posto delle regioni meridionali. Siamo ancora ben lontani da recuperare il Pil pre-covid. Ben 19 comuni calabresi si trovano collocati tra gli ultimi 50 comuni d’Italia. Il divario tra Nord e Sud si allarga e il nostro presidente, invece di opporsi alla sciagurata autonomia proposta dal governo nazionale, ne ha dato il via libera. La disoccupazione è ai massimi storici, i giovani non trovano lavoro, e lui, anche qua, invece di opporsi alla cancellazione del reddito di cittadinanza e fare casino, si allinea pedissequamente alla volontà della Meloni. Il direttore dell’Inps ha stimato che circa 16 mila famiglie in Calabria hanno perso il RdC. Forse per loro l’esperienza di Occhiuto al governo della regione non è stata così magnifica visto che nessuna misura alternativa la Calabria ha predisposto in loro aiuto.
PNRR: RISCHIO PERDITA 1 MILIARDO
Non tocchiamo poi il tasto del Pnrr dove non ci capisce quanti progetti e soldi la Calabria stia perdendo. Infatti il nostro cazzaro parla di tutto ma non spende una parola sul Pnrr e sui fondi europei. Openpolis ha calcolato che la Calabria rischia di perdere oltre un miliardo di finanziamento. Secondo Openpolis la città di Cosenza perderebbe ben 275 milioni su 658 previsti, Catanzaro ne perderebbe 136 milioni su 360, Reggio Calabria addirittura 344 su 1619 milioni, Crotone 61 milioni su 134, e Vibo valentia 100 su 173. Una vera e propria strage finanziaria che andrebbe a spezzare le ali a tanti progetti di ripresa destinati al territorio. L’alta velocità ferroviaria rischia alla fine di diventare un boomerang visto che l’attuale progetto prevede un allungamento del tracciato, un percorso a zig zar e gallerie chilometriche. E lui ride e festeggia.
Abbiamo un presidente che ha la faccia di bronzo, per non cadere in volgarità. Solo gli sciocchi, afferma lui, possono pensare che il paziente ‘sanità Calabria’ possa correre subito i 400 metri ostacoli. Gli si potrebbe rispondere che solo i cazzari come lui possono pensare che la sanità calabrese sia passata dal coma alla riabilitazione intensiva e semi intensiva. Mai paragone fu più infelice, visto che tutti i propositi di aumentare i posti letto in terapia intensiva e semi intensiva sono miseramente falliti.
Siamo ancora oggi, dopo due anni di cure Occhiuto, sotto la soglia minima di 14 posti letti ogni 100 mila abitante, Per non parlare della situazione penosa dei pronto soccorsi nei nostri ospedali. Ore e ore di attesa prima di essere visitati, pazienti costretti a stare in barella per giorni e giorni, prima di trovare un posto in reparto. Medici che continuano a mancare in tutti i reparti e lui si vanta dei 170 medici cubani arrivati. Ne aveva promesso circa 500 e gli altri dove sono finiti? L’azienda unica Dulbecco a Catanzaro è un gigante che non parte, dove ognuno difende il proprio orticello. Dov’è finito il secondo pronto soccorso che si doveva aprire a Germaneto? Il nostro cazzaro si vanta che in sanità non ci deve essere spazio per le spartizioni politiche. E infatti adesso le nomine le decide solo lui nella cerchia ristretta dei suoi conoscenti o meglio ancora quelli che gli vengono segnalati da Roma.
NOMINE E COMMISSARIAMENTI
Il nostro cazzaro compulsivo ha il coraggio di affermare sempre in questa intervista autocelebrativa: “In questi 2 anni ho fatto decine e decine di nomine, scegliendo sempre i migliori senza guardare alle tessere di partito e senza lottizzare le posizioni. Quelli dell’opposizione che criticano l’incidente su una nomina dovrebbero guardare la qualità dei manager che oggi abbiamo in Calabria, e magari pensare a quando loro in passato sceglievano le persone solo per appartenenza politica”.
Afferma tutto ciò senza arrossire e senza che il giornalista gli ricordi, per esempio, della nomina nel febbraio scorso di Giuseppe Giuliano a commissario dell’Asp di Vibo Valentia: pochi mesi dopo viene sospeso dal Gip di Catanzaro dall’esercizio di pubblici uffici e da qualsiasi carica pubblica per due anni. Indagato per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici quando era commissario del policlinico Mater domini a Catanzaro.
Per continuare col prode Minenna arrestato per i traffici all’Agenzia delle Dogane pochi mesi dopo che era stato sbolognato a fare l’assessore nella Calabria di Occhiuto refugium peccatorum. Così come l’ex direttore del Dipartimento Sanità dell’Emilia Romagna, cacciata da Bonaccini e spedita da Robertino a fare la consulente.
Il nostro cazzaro ha una sfilza di nomine una peggiore dell’altra, da guinness dei primati. Arriviamo all’ultima perla con la nomina di Carlo Maria Medaglia, già capo della segreteria tecnica dell’ex ministro Galletti, commissario dell’Arpical Calabria, che non ha tempo nemmeno per insediarsi che viene arrestato per un imbroglio alla Link Campus University di Roma. Eh si, perché lui sostiene che commissaria un po’ tutto, vedi i consorzi di bonifica, per disboscare ed eliminare enti inutili e moribondi. E su questo non ci piove, ma dalle sue scelte sembra che l’unico suo pensiero sia quello dei commissari da nominare. Sembra un puzzle composto di tanti tasselli che vanno a comporre il suo sistema di potere. A QUESTO SI RIDUCE LA SUA RIVOLUZIONE.
La CREATIVITA’ AL POTERE
In una intervista a tutta pagina sulla Gazzetta del Sud ha avuto l’impudenza di dichiarare: “La Calabria è diventata un modello per la capacità di affrontare situazioni emergenziali con creatività”. Mi ricorda quegli studenti che non preparati perché con poca voglia di studiare e applicarsi, rispondono con fantasia alle domande del professore. In effetti ha ragione, la caratteristica principale di un cazzaro qual è? La creatività, altrimenti come farebbe a sparare cazzate a raffica? Qui bisognerebbe fare una commissione psichiatrica di indagine, per capire se le cazzate prima le spara e poi le pensa oppure se prima ne pensa una e poi ne spara mille. Secondo noi è un disturbo ossessivo-compulsivo, visti i ragionamenti, le immagini e i pensieri ricorrenti a cui ricorre con ossessione.
Come i fuochi d’artificio non possiamo non terminare con i suoi cavalli di battaglia. Nel secondo anniversario del cataclisma che ci ha colpito, Lui, il nostro cazzaro da Cusenza, ci ricorda che al suo insediamento il mare della Calabria era inquinato, sporco, sporchissimo. E in più che la Calabria era avvolta dal fuoco con le foreste in preda ai piromani. Lui, il nostro eroe, anche qui, ha invertito la rotta. E lo ha fatto con la sua fantasia e il suo impegno 24 ore su 24. Prima ha combattuto l’inquinamento facendo l’ingegnere idraulico e presidiando casco in testa, la sostituzione di tutte le pompe di sollevamento dei depuratori calabresi. Dopo aver proclamato a fine stagione 2022 la vittoria contro l’inquinamento e il ritorno del mare limpido, la marea nera ha riconquistato le battigie delle nostre spiagge e lui, avvalendosi della collaborazione del grande Silvio Greco, ha ripreso la battaglia con battelli, droni, e quant’altro. Oggi ci dichiara che la vittoria ci arride ed è vicina. Poi proprio ieri ci arriva l’analisi del Dibest del’Unical che lancia l’allarme sull’ inquinamento delle nostre acque e il pericolo del riscaldamento delle stesse. In pratica il mare una ciofeca era e una ciofeca rimane. E il problema è così grande che non lo capisce nemmeno con i disegni.
L’altra sua battaglia è quella contro gli incendi. La battaglia sarebbe giusta, meritoria, e da sostenere. Solo che lui tutto quello che tocca lo riduce a barzelletta. Per tutta la stagione estiva, un giorno sì, e un giorno pure, ci ha informato delle imprese della sua squadra speciale di droni, capitanati da lui personalmente. Oggi ci comunica che ben 231 piromani e incendiari sono stati denunciati alle autorità competenti. Non sappiamo se tra i denunciati ci siano anche il bambino e il nonno di Zungri che un drone ha scovato mentre ripulivano il loro terreno da erbacce e sterpaglie. Anche qui a metà agosto aveva dichiarato la vittoria su tutto il fronte con il presunto applauso del capo della protezione civile nazionale e l’impegno di esportare il modello Calabria in tutta Italia. Poi gli incendi devastanti di settembre che hanno messo in pericolo i pini loricati sul Pollino, le coste tirreniche e ioniche, gli abitati di tanti piccoli paesi e di medie città, hanno svelato nuovamente le bufale e le minchiate del nostro cazzaro. E hanno messo in pericolo pure la sua villa al mare, catalogato come attentato ma di cui si ignorano i responsabili e le eventuali indagini. A completare anche qui l’opera i dati ultimi dell’Ispra e delle guardie ambientali. Le guide del Parco dell’Aspromonte hanno dichiarato che l’ultima stagione estiva è stata la peggiore di sempre, anche peggio del 2021. Centinaia di roghi e 9 mila ettari bruciati nella stagione estiva 2023. Il futuro con lui è il nostro incubo. Dio salvi la Calabria e i calabresi, Per il momento è tutto prima della prossima cazzata.