Chiuse le indagini per un presunto caso di corruzione al ministero del Lavoro, la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per diversi indagati, e ci sono nomi di spicco: tra di loro la segretaria generale del ministero Concetta Ferrari (all’epoca dei fatti direttrice generale per le politiche previdenziali), il segretario nazionale della Cisal Francesco Cavallaro e il patron della Salernitana e dell’Università telematica Pegaso Danilo Iervolino. L’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio si terrà il 24 novembre al tribunale di Napoli, stando alle carte che Fanpage.it ha potuto visionare.
La richiesta di processo arriva al termine delle indagini su un episodio risalente al 2019. L’ipotesi di reato è di corruzione di una persona incaricata di un pubblico servizio, per un atto contrario ai suoi doveri. Con l’aggravante di un reato commesso in concorso da diverse persone.
La teoria presentata dagli inquirenti (i pm Sergio Ferrigno e Henry John Woodcock) è questa: Ferrari, con il suo ruolo nel ministero del Lavoro, avrebbe agevolato la procedura per la scissione “parziale” e “asimmetrica” del patronato Encal-Inpal (con la separazione in due patronati, Encal-Cisal e Inpal). Lo avrebbe fatto “in concorso e di concerto con” Fabia D’Andrea, un’altra delle persone per cui è partita la richiesta di rinvio a giudizio. D’Andrea era vice capo di gabinetto della ministra del Lavoro, all’epoca Nunzia Catalfo.
La procedura sarebbe stata richiesta a marzo 2019 da Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal. A giugno sarebbe arrivato il nulla osta del ministero. Una richiesta di scissione “identica”, si legge, era stata presentata già a gennaio 2018 ma aveva avuto parere negativo dal ministero. A seguito della separazione “parziale” dei due patronati, ci sarebbero stati “più che significativi vantaggi economico-finanziari per i due” patronati, perché ciascuno avrebbero continuato a ricevere sovvenzioni pubbliche, mantenendo anche i locali e i patrimoni. Tutti questi benefici “sarebbero stati persi nel caso in cui la scissione” fosse stata “totale”. Anche in seguito, il patronato Enpal-Cisal (che fa riferimento a Cavallaro) avrebbe avuto un “trattamento assolutamente privilegiato e di favore” da parte di Ferrari, rispetto a Inpal.
Ferrari in cambio si sarebbe fatta promettere l‘assunzione del figlio come professore all’Università telematica Pegaso, di Danilo Iervolino (con un compenso da 30mila euro all’anno lordi), ma anche un soggiorno a Tropea con il noleggio di una barca e una borsa griffata di Louis Vuitton, una cravatta di marca “ed altra roba” per il marito. Questi ultimi sarebbero stati pagati da Francesco Cavallaro. Fonte: Fanpage