Media e poteri forti. LaC, quello che Motta non dice e la longa manus di Nino Foti sulla tv di Maduli

LaC, quello che Motta non dice e la longa manus di Foti sulla tv di Maduli

Venti di guerra nella tv dell’editore borderline vibonese Domenico Maduli, chiacchieratissimo per le sue “frequentazioni” e per il suo rapporto con le ‘ndrine come emerge da più ordinanze della Dda di Catanzaro.

Lo scorso venerdì il giornalista Pasquale Motta, un tempo uomo fidato dell’editore, durante la sua trasmissione ha dichiarato: “Oggi vi saluto perché non so se dalla prossima settimana sarò in onda perché purtroppo ho cognizione anche se nessuno me lo ha comunicato formalmente che da lunedì “Dentro la notizia” (la sua trasmissione, ndr) non ci sia più perché sembra che sia stata cancellata purtroppo con brutale rapidità”… e “… è nella competenza dell’azienda editoriale fare questo. Tuttavia avremmo voluto un po’ di garbo nei confronti del conduttore giornalista che insieme agli operatori da 6 mesi sono sul campo con un giornalismo di denuncia (!!!, ndr). Almeno la correttezza di avvisarci”, concludendo “… Noi evidentemente dobbiamo prendere atto del cambio di una linea editoriale forse dovuto a nuovi assetti…”.

Dichiarazioni ripetute da Motta in un post su Facebook in cui scrive: ”CHE FINE FARÀ “DENTRO LA NOTIZIA”?  Oggi è stata una puntata un po’ movimentata perché sono stato costretto a parlare del futuro di Dentro la notizia negli ultimi tre minuti. Sono stato costretto, infatti, a fare delle puntualizzazioni su questioni di metodo adottate dall’azienda editoriale sulla definizione del palinsesto. Il network in queste ore si appresta a determinare nuovi equilibri nella direzione delle testate che ci impongono moralmente e culturalmente il dovere di valutare attentamente le linee dentro le quali si muoverà il sistema informativo targato LaC. #NOISIAMOLIBERI”.

Tutto ciò non convince, anche perché il suo programma “on the road” non dà fastidio ad alcuno (neanche alla capretta regina di San Giovanni in Fiore tanto per dirne una!) e, infatti, risulterebbe normalmente in onda in questa settimana. Invece, sono proprio i “non detti” di Motta a rappresentare i venti di guerra che soffiano sulla tv vibonese.

Va ricordato che Pasquale Motta era direttore responsabile di ben tre testate: LaCNews24, IlReggino e IlVibonese. Questo fino al maggio del 2021 quando venne indagato nell’operazione della Dda di Catanzaro (di Nicola Gratteri) denominata “Alibante” e nell’immediato venne “dimissionato”. Pubblicamente scrisse: “Il mio intento, è quello di potermi difendere senza che, una qualche interpretazione mediatica possa intaccare la credibilità editoriale conquistata dall’azienda e dalle testate, ma soprattutto metta a rischio il grande impegno, la dedizione, la passione civile e l’integrità morale della redazione giornalistica” aggiungendo “Ringrazio l’editore della fiducia che ha riposto in me nel corso di questi anni e per aver contribuito con le proprie scelte a rendere questo Gruppo e le sue testate tra in più prestigiosi del Sud e del Paese”.

Da tale inchiesta Motta venne completamente prosciolto “per infondatezza dell’ipotesi originaria di accusa” nel febbraio 2022. Nonostante questo, a rimanere direttore responsabile di LaC rimase l’anonimo Pierpaolo Cambareri, mentre Motta venne defenestrato dagli studi televisivi e mandato per strada a condurre il programma che venerdì ha usato come sfogatoio contro il suo stesso editore. Non è un segreto, per chi frequenta i corridoi del network di LaC, che oggi a fare da assi pigliatutto siano i direttori che sono sopraggiunti nel 2022 a seguito delle dimissioni prima di Motta e poi di Pino Aprile. Parliamo di quelli che sono stati definiti “i direttori anonimi” e che, sempre nei corridoi del network, le malelingue hanno additato come “Rosa e Olindo” : Alessandro Russo e Paola Bottero. Coppia nella vita e anche professionalmente, Maduli a loro ha dato tutto, dalle direzioni e pennacchi vari, alle trasmissioni tv (seguite da poche decine di persone), alla maxi-barca in estate in quel di Vibo Marina, fino a uno studio a Roma da 240mila euro l’anno.

A sostituire l’anonimo Cambareri, si sussurra, potrebbe essere proprio questo Russo e di fargli da galoppino o sottoposto Motta non ne avrebbe proprio l’intenzione.  Da qui la scenata in diretta Tv. Senza contare che LaC starebbe per aprire una nuova e costosa sede in quel di Napoli per seguire, con Bottero e Russo, le gesta di Nicola Gratteri, che Motta – ovviamente – vede come fumo negli occhi. Proprio i due direttori hanno portato Gratteri come una “Madonna pellegrina” nelle varie tappe di eventi estivi di LaC, con tanto di Photo-Opportunity a Falerna tra l’allora capo della Dda di Catanzaro e l’editore Maduli. Ma la vera domanda che si fanno tutti è: ma questi chi sono? Lo scopriremo nel dettaglio.

Intanto si può dire che il duo Bottero&Russo è molto vicino – per usare un eufemismo – all’ex parlamentare di Forza Italia e oggi leader di Noi Moderati, Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Graecia. Nella campagna elettorale per le politiche del 2022, Foti era candidato e a LaC fioccavano le interviste-leccatina a lui e a Maurizio Lupi. Vicinissimi a Nicola Gratteri, sarebbero stati loro a far avvicinare il procuratore antimafia a Maduli per tranquillizzarlo… Proprio la Bottero sui social più di una volta avrebbe scritto a “fan” del Procuratore che volevano conoscerlo: “ti ci porto io”, dimostrando abituale commensalità. E c’è chi si chiede se questo monopolio di cariche Russo-Bottero all’interno di LaC sia l’anticamera di un cambio di proprietà del network. Magari proprio dall’amico Nino Foti. O magari felicemente in “società”. 

Forse è per questo che c’è un fuggi fuggi generale in corso. L’ex direttore de IlVibonese Stefano Mandarano (ed ex assessore comunale di Stefanaconi) fa il galoppino del consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, con un incarico di collaboratore esperto al 100% da 33.474 euro annui (dal 1 marzo 2023), mentre un altro ex direttore della testata, Pietro Comito, è in procinto di candidarsi a sindaco di Vibo Valentia con il Movimento 5 Stelle, mollando anche lui la nave che affonda di LaC. In attesa che rimangano alla fine solo i due leocorni (o i due direttori anonimi), Motta continuerà soltanto ad abbaiare o tirerà fuori gli attributi? Quien sabe…