Calabria. C’era una volta la sanità pubblica, i politici se la sono mangiata e ora l’hanno venduta ai privati

C’ERA UNA VOLTA LA SANITA’ PUBBLICA. LISTA D’ATTESA, UN TERNO AL LOTTO

di Pino Tassi

Racconto la mia storia perché è quella di tanti calabresi alle prese giornalmente con la sanità calabrese. Si sente parlare di liste d’attesa per visite ospedaliere, spesso non ci si fa caso, fino a quando non ci si incappa.

A causa di uno svenimento avuto la sera di San Martino, il mio medico di famiglia (la colonna portante della sanità calabrese), mi  ordina una serie di controlli medici d’urgenza per appurare le cause di questo incidente. Mi prescrive una visita cardiologica con elettrocardiogramma, una gastroscopia e una visita neurologica. Martedì 14 novembre di mattina telefono al Cup centro Calabria, attesa di pochi minuti e mi risponde una addetta attenta e cordiale. Per farla breve, per la visita cardiologica a Catanzaro la prima data libera è Maggio 2024. Idem a Vibo Valentia e Crotone.

Ma mi va alla grande. Per un colpo di fortuna, si è liberato un posto per una disdetta a Lamezia Terme il 20 novembre. Ecco il primo terno al lotto. Mi va bene perché sono automunito, ma pensate a chi non può spostarsi… Per la gastroscopia invece l’addetta mi riferisce che a Catanzaro se ne parla a Maggio 2025, non è un mio errore di data, dicasi duemilaventicinque. Per non parlare nelle altre realtà, a Lamezia Terme e a Crotone le liste sono proprie chiuse. La data disponibile più vicina è  a Crotone a settembre 2024. Chiedo di prenotare questa data, ma non posso perché ho una impegnativa d’urgenza. Devo farmi rifare la prescrizione e richiamare. Telefono al mio medico che mi rimanda la nuova impegnativa e nel pomeriggio richiamo al Cup per fissare la prenotazione. Qui faccio un altro terno al lotto, anzi due bingo. Rispetto alla telefonata del mattino si è liberato un posto a Germaneto a Catanzaro il 24 settembre e visto che la fortuna mi arride ritento con la prescrizione d’urgenza e non ci crederete, secondo bingo, si è liberato un posto sempre a Germaneto il 24 novembre. Per la visita neurologica devo attendere il 27 febbraio 2024. E quindi sarò costretto a telefonare ogni giorno nella speranza che si liberi un posto. Ma non tutti possono farlo e allora ci si rivolge al privato.

Questo è il quadro della sanità calabrese, tra pronti soccorsi intasati, liste d’attesa con attese infinite, liste chiuse (che sarebbero vietate in base alla legge 266/2005) non prenotabili di mattina che poi si aprono nel pomeriggio. Una babele incredibile a cui spesso molte persone sono costrette a porre rimedio rivolgendosi alle cliniche private o all’intramoenia.

Sempre a pagamento e sono salassi. Per la gastroscopia hai l’ imbarazzo della scelta, c’è posto subito e ovunque, al modico prezzo di euro 170. E mi va bene, perché in alcune realtà il prezzo sale fino a euro 250. Per le visite specialistiche vai in visita a pagamento con l’intramoenia o nello studio privato e sei seguito come Dio comanda. Questa è la realtà drammatica della sanità calabrese. Magra è la consolazione che in molte altre regioni la situazione è similare o peggiore. Poi apri  i giornali e leggi dell’entusiasmo del Presidente Occhiuto che sbandiera i grandi risultati della sanità calabrese e allora ti senti pure preso in giro. Del piano di rientro delle liste d’attesa varato nel marzo 2022 non se ne parla più e non si capiscono i presunri risultati conseguiti. I giornali che allora ne sbandierarono il varo, non dicono nulla, non fanno inchieste, non parlano, non chiedono. E allora bisogna solo pregare di non aver bisogno della sanità in Calabria. Perché se ti imbatti in un Pronto soccorso, nonostante l’abnegazione di medici e infermieri, è come fare una maratona, non sai quando ne esci e se tenti di  prenotare una visita di controllo devi sperare nella buona sorte e che la fortuna ti arrida. Altrimenti la sanità privata è li che ti aspetta. C’era una volta il servizio pubblico, le Regioni se lo sono mangiato e privatizzato.