Il “Pitonessa Show” extralusso per tenersi il posto di governo

(DI L. GIAR. – ilfattoquotidiano.it) – La Pitonessa s’arrocca. A modo suo, ovviamente: nel lusso, extra-lusso, stile Twiga. Il ministero del Turismo non bada a spese per il Forum internazionale del Turismo a Baveno, perla sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Budget da oltre 1 milione di euro per una due giorni di leccornie al Grand Hotel Dino, con camere pagate a centinaia tra ospiti e relatori e buffet a tutte le ore. Il messaggio di Daniela Santanchè è chiaro e racconta di amici facoltosi, sponsor generosi e potenti manager compiacenti. Eppure non è tutto liscio, almeno fuori da qua, perché se l’arrocco funziona dentro al governo, le cose per Santanchè non vanno così bene nel partito e nella sua Regione: Fratelli d’Italia in Lombardia è pronta a silurare la Pitonessa dal ruolo di coordinatrice regionale, come confermano due dirigenti di primo piano del partito a taccuini chiusi. L’allontanamento arriverà nel giro di pochi giorni, forse già la prossima settimana.

Anche per reazione a questo e ai precedenti guai giudiziari – la ministra è indagata per falso in bilancio per le note vicende contabili della sua azienda – Santanchè ostenta una centralità placcata in oro. Il quotidiano Domani ha riferito che l’Enit, l’ente nazionale del Turismo con al vertice la sua fedelissima Ivana Jelinic (in attesa del “sogno” Alberto Tomba), ha sborsato 500 mila euro. Regione Piemonte altri 300 mila; poi ci sono gli sponsor, tra cui Trenitalia.

Fuori dal Dino si confondono il lago e la piscina esterna. Dentro, l’odore di acque termali accompagna l’open bar fatto non certo di panini al salame, ma semmai di “mini croissant integrali al salmone, chutney di avocado e lime”; oppure “paninetti alla curcuma, feta in crema e zucchine”. La concezione del catering corrisponde alla perfezione all’idea di turismo che ha il Forum in versione Santanchè: alta fascia, turisti ricchi, che spendano. Basti pensare che Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, non era previsto in programma, ma compare all’ultimo minuto e, ça va sans dire, gli si trova una sedia sul palco. “Lo ha invitato la ministra”, dicono.

Nell’enorme hall dell’hotel, tra un panel e l’altro, gli esponenti di Fratelli d’Italia si concedono tartine e confessano però il lato oscuro del weekend della “Dani”. Il contesto è quello dei congressi provinciali e cittadini previsti a Milano e dintorni del 2 dicembre. Si vota per cambiare i vertici locali del partito, che in Lombardia è noto per avere diverse correnti. Santanchè fa asse con la famiglia La Russa; poi c’è l’area del capodelegazione FdI all’Europarlamento Carlo Fidanza, da sempre in pessimi rapporti con Santanchè; mentre nel mezzo si muove Mario Mantovani, uno dei vecchi dominus della sanità lombarda. Per il ruolo di coordinatore regionale non è previsto un voto, ma le varie anime di FdI hanno dovuto trovare un accordo per superare la stagione di Santanchè.

La decisione è stata accelerata dall’inchiesta per cui è indagata la ministra: nonostante lei sia riuscita a blindarsi al governo, all’interno del partito temono che la posizione di Santanchè possa aggravarsi e per questo i suoi oppositori hanno preteso un cambio al vertice. Inoltre, l’obiettivo del partito è quello di evitare una “sovraesposizione” di Santanchè nel caso in cui dovessero emergere nuovi sviluppi giudiziari legati al caso Visibilia per cui la ministra del Turismo risulta indagata con l’accusa di falso in bilancio. L’idea, dice un dirigente meloniano lombardo, è quella di evitare il “doppio ruolo” tra ministero e coordinamento del partito in Lombardia.

Il favorito per prendere il suo posto è Carlo Maccari, senatore FdI e lunga carriera lombarda: nonostante in molti lo riconducano a La Russa, è già una figura di mediazione per mettere d’accordo il partito. Impresa ardua, come dimostra il mancato accordo sui candidati unitari a una settimana dalla consultazione milanese. Santanchè, almeno, si consola in piscina e con la cena di gala.