Scalea. L’antenna della discordia e tutti gli interessi in gioco

di Saverio Di Giorno

La storia dell’antenna di Scalea continua ad animare il dibattito per via di un processo burocratico kafkiano che sin dall’inizio aveva sollevato non poche perplessità da parte dalle associazioni locali. Ora è lo stesso Comune ad accertare che l’opera comporta rischi per il territorio. A questo si aggiunge un iter che si potrebbe definire contradditorio e che lascia spazio a forzature pericolose. Iter che pare essere comune in molti comuni del territorio.

Ma andiamo con ordine per capire come questo singolo caso-esempio possa in realtà far emergere una falla più ampia da cui far sgocciolare proventi. A luglio Italia Nostra puntava sulla pericolosità data la presenza nelle vicinanze di patologie cardiache. (Questo l’appello di luglio https://www.iacchite.blog/scalea-antenna-in-via-fiume-lao-italia-nostra-chiede-lintervento-del-sindaco-linstallazione-va-fermata/ ). In seguito, il sindaco aveva sospeso i lavori a tutela della salute.

Un rapido riassunto. La pratica viene avviata su impulso della Windtre S.p.A. che istruisce Scia richiedendo, espressamente, un permesso a costruire per installazione di stazione radio in Via Fiume Lao. Nella pratica viene allegato contratto di Locazione novennale tra Windtre Spa e due dei proprietari del terreno sul quale deve sorgere la stazione. La Regione e la Provincia demandano al Comune i controlli e il rilascio dei permessi. L’Ufficio urbanistica però è di altra opinione: rilascia solo un parere con il quale dichiara che l’opera non necessita di permesso a costruire e quindi si autorizza. L’opera va in deroga e niente verifiche (neanche geologiche). La Windtre S.p.A. poi comunica subingresso della società Zefironet srl (joinventure alla quale partecipano Iliad e WindTre) anche se poi però il Comune autorizza Windtre S.p.A. e non Zefironet srl.

A inizio novembre 2023 con delibera n.222/23 il Comune accerta che “si palesa un concreto pericolo per la salute dei cittadini” spostando ancora evidentemente la questione in ambito giuridico. Oltre a questo definitivo accertamento c’è un’altra considerazione da fare: il codice delle telecomunicazioni viene applicato in maniera elastica e questa elasticità permette di giocare sui vincoli urbanisti. Una situazione simile sembra poter esistere anche nel comune di Paola. Giocare sui vincoli significa proventi delle locazioni per decenni. Alle nostre latitudini questo significa il dovere di vigilare in maniera stringente non elastica per evitare sorgere di interessi e società a discapito dei cittadini.