Del ponte (in acciaio e cemento armato) e dello Stretto: siamo tornati all’800

Del ponte e dello Stretto

«Noi di Italia Nostra dobbiamo, da un lato avversare in ogni modo l’ipotesi nefasta, delirante del ponte, dall’altro sostenere, alimentare la procedura finalizzata al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, della dichiarazione di Patrimonio dell’Umanità per l’Area dello Stretto di Messina. Insomma: va focalizzata ed evidenziata la complessa e articolata trama di eventi e realtà concernenti la mitologia, la storia sociale, gli elementi naturali e naturalistici, la letteratura, la cultura del mare e la tecnologia, che da tremila anni vedono questo frammento di Mondo svolgere un ruolo di primaria importanza nella storia, nella cultura, nell’immaginario dei popoli, che si affacciano sul Mediterraneo.

Lo Stretto di Messina, vero e proprio ombelico del Mare Nostrum, si è infatti venuto costituendo, nel corso dei secoli, come un palinsesto territoriale che ha visto progressivamente stratificarsi fenomeni e realtà ecosistemiche, fabulazioni, saperi, eventi storici, memorie che dal mondo antico sino ad oggi hanno continuato a segnare, con la loro variegata molteplicità, lo specialissimo habitat eco-antropologico che si dispiega tra le due sponde della Sicilia e del continente, finendo con il costituire, nel terzo millennio, un unicum di cui non esiste eguale nel Pianeta.

Questo progetto, ovviamente, ha bisogno del concorso attivo di tutte le istituzioni, di soggetti pubblici e privati, considerato che è necessario porre in essere un processo virtuoso volto a focalizzare e valorizzare i tratti identitari sottesi ad un areale il cui assetto si è venuto storicamente determinando. Un progetto di tutela del territorio, un progetto che valorizza le straordinarie peculiarità di un luogo, di un paesaggio unico. Un progetto che relega inesorabilmente l’ipotesi del ponte in acciaio e cemento armato al campo delle vecchie idee ottocentesche».

Prof. Leandro Janni, presidente Italia Nostra – Consiglio Regionale Sicilia