Finalmente Maria Locanto è tornata a far parlare di se e secondo le veline dettate da Nicola Adamo travestito da Franz Caruso pare che sia tutto pronto per incoronarla vicesindaco al posto della “bonanima” (nel senso che è stata cacciata…) Maria Pia Funaro.
Ma torniamo a Maria Locanto. La “ragazza” ha la politica nel sangue, è nipote di Riccardo Misasi, figlia di alti dirigenti del Pd, cognata del presidente dei Revisori dei Conti del Comune di Cosenza, nominato da Occhiuto e confermato dai “dissidenti” Pd, Andrea Manna, ma anche parente di Anna Maria Artese, ex vicesindaco di Rende, cugina del potentissimo direttore dell’Osservatore Andrea Monda, prediletta discepola di Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo, e infine… amica fidata di Luigi Zinno e Gigino Incarnato. È vero che ha cambiato più di un partito e che non è di sinistra, ma alla fine è stabilmente nel Pd da tre o quattro anni ed ha persino il numero di WhatsApp di Elly. Tiè.
Lo abbiamo già scritto più volte, è una brava signora, ma ha un difetto: è troppo ambiziosa. In un lasso di tempo relativamente breve ha accumulato la carica di Presidente del Pd provinciale di Cosenza, Membro dell’Assemblea nazionale e Membro della Direzione nazionale e adesso pare che farà il vicesindaco. Allora, ci chiediamo: nel Pd queste cariche sono cumulabili? Al momento non si capisce. Ma fosse solo questo quello che non si capisce balleremmo su una gamba.
In aggiunta, correva voce che in realtà la sua permanenza alla Presidenza del Partito potrebbe essere illegittima perché è stata eletta a presiedere l’assemblea provinciale senza essere tra i 60 membri eletti della stessa. Un po’ come se un passante fosse eletto Presidente della Camera dei deputati… Magari se la fanno vicesindaco le tolgono questa carica, vai a sapere…
In ogni caso, era da tempo – praticamente un anno – che il gruppo in Consiglio comunale Democrazia e Partecipazione, guidato da Francesco Graziadio (in quota Antonio Tursi) e composto da Gianfranco Tinto (in quota Mimmo Bevacqua) e Aldo Trecroci (sempre in attesa di… quota), avevano proposto Maria Locanto come vicesindaco al posto della defenestrata Funaro. E adesso, sia pure con grave ritardo, pare che gli ex dissidenti siano riusciti nel loro scopo.
Un anno fa ci chiedevamo: ma perché un gruppo – sulla carta… – ostile al Pd proponeva come assessore in quota Pd la presidente? Il rischio per Maria era quello di essersi bruciata. Come può essere una indicazione del Pd se non è proposta dal Gruppo del Pd o dai vertici cittadini e provinciali del Pd? Inoltre, la posizione del Pd provinciale sembrava orientata all’indicazione di altri nomi, non solo quello scontato di Francesco Alimena (ovviamente “trombato” per questioni di… pudore politico), ma addirittura il cugino di Maria, Maurizio Misasi, figlio di Riccardo, simbolo di una Dc che lasciò il segno a Cosenza e nel Meridione più in generale, fra l’altro proprio iscritto al Partito Democratico di Cosenza, oppure l’ingegnere Clelio Gelsomino, dirigente del Pd rendese che potrebbe avere una delega straordinaria alla città unica.
Ma chi la dura, la vince! Perché alla fine l’ultima parola la diranno a Roma e c’è già chi dice che sia sceso in campo addirittura Boccia per perorare la causa locantiana. Convincendo persino quel “bambinone” del segretario Pecoraro, che si era legato al dito le manovre della signora Locanto per sfiduciarlo. Ormai è acqua passata.
In tutto questo casino, hanno brillato – si fa per dire – per assenza Carletto Guccione e Mazzuca. Nicola Adamo ha utilizzato tempo fa alla perfezione il famigerato guapp’e cartone come parafulmine rispetto alla richiesta di assessorato al Bilancio per lo sputtanatissimo Colistro, già “trombato” nella votazione per il presidente dei Revisori dei Conti a vantaggio di Andrea Manna. E dev’essere stato anche per questo che il presidente del Consiglio, sempre in versione guappo di cartone, si era nuovamente riavvicinato a Carletto suo in nome della fedeltà all’ex ministro Orlando, che ancora ha il suo peso in quel che resta del Pd. Guccione osservava da lontano e adesso pare che anche lui abbia ricevuto l’ordine di dire sì. Del resto, come diceva il grande Totò: siamo uomini o caporali? Si resta allora in attesa dell’annuncio ufficiale che ormai è dietro la porta. Povera Cusenza nostra!









