COMUNICATO STAMPA
“CRISI” della NEXT ELETTRONICA Cooperativa WBO (Workers Buy-out)
Grazie al programma Workers BuyOut, gli ex dipendenti della fallita FREELINK ITALIA s.r.l, nell’ottobre 2020, attraverso la neo-costituita Cooperativa NEXT ELETTRONICA S.p.A., insieme a C.F.I., LegaCoop e Coopfond si sono impegnati nel riavviare a Mangone l’impresa nella quale per molti anni hanno prestato servizio.
Purtroppo, dopo oltre 3 anni dalla sua costituzione, la Cooperativa NEXT Elettronica ha ottenuto finanziamenti dai “Soci Istituzionali” C.F.I. e Coopfond che, nell’insieme, non raggiungono neanche la metà dell’importo stabilito all’origine.
Tale condizione non ha mai permesso alla Cooperativa di adeguare la sua struttura, gli impianti di produzione ed i software gestionali verso le più moderne tecnologie e senza tali adeguamenti, non è stato possibile mantenere le necessarie certificazioni di qualità (Es: ISO9001) o acquisirne nuove, espressamente richieste dai clienti (Es: Automotive) per operare in un mercato ad altissima tecnologia che di fatto ne esclude le aziende sprovviste.
La mancanza di commesse, in particolare quelle che all’origine del progetto venivano considerate praticamente acquisite e provenienti dal “Mondo Cooperativistico”, diventa la causa principale delle inevitabili perdite nei primi bilanci d’esercizio e sebbene si sia comunque tentato d’avviare alcune collaborazioni con primarie aziende del settore, senza i necessari finanziamenti ogni sforzo tentato dalla Cooperativa si è vanificato per la mancanza dei fondi.
Quello che i Soci-lavoratori scoprono con grande sorpresa e purtroppo, grave ritardo, è che il programma di finanziamento Workers BuyOut che mette a disposizione un finanziamento agevolato (Ex-Marcora) attraverso la società finanziaria partecipata dal Ministero dello sviluppo economico, CFI – Cooperazione Finanza Impresa, non potrà mai essere approvato senza aver prima dimostrato capienza dei bilanci, con attività già avviate, tali da poter garantire la certezza della restituzione del finanziamento.
In pratica, in mancanza di commesse non si possono concedere finanziamenti e senza fondi, nessun aggiornamento e certificazione degli impianti si potrà mai realizzare, con l’inevitabile conseguenza della paralisi delle attività e la perdita dei potenziali clienti.
Un classico esempio del cane che si morde la coda che, sin dalla primavera 2022, ha causato gravi difficoltà ed ha costretto i Soci-Lavoratori a subire un vero e proprio calvario, fatto di rinuncia agli stipendi, doppi turni di lavoro e condizioni lavorative insostenibili.
Nonostante tali sacrifici, malgrado le rassicurazioni date dai Soci “Istituzionali” (C.F.I. e Coopfond) e da LegaCoop, sull’ultimo tavolo istituzionale che la Regione Calabria ha attivato su richiesta della FIOM-CGIL, ancora oggi, gli stessi Soci “Istituzionali” si dicono impossibilitati ad intervenire con ulteriori finanziamenti senza le necessarie garanzie, commesse e/o partnership con altre aziende.
Per le regole conosciute che muovono il mercato di riferimento, prima di siglare un contratto o raggiungere una partnership, è necessario convincere i potenziali clienti/investitori d’avere già una struttura efficiente e NON IL CONTRARIO.
Ogni tentativo di ripartenza, richiede un impegno economico importante, che i Soci/lavoratori, ovviamente, non potranno mai sostenere da soli, provenienti come sono, da un lunghissimo periodo di crisi, avuto inizio nel lontano 2019 con la chiusura per fallimento della Freelink Italia.
Non riuscendo in alcun modo a sbloccare la situazione di “stallo” che si è venuta a determinare, i SociLavoratori, hanno chiesto un nuovo ed immediato intervento delle Istituzioni e di tutte le forze politiche presenti sul territorio, perché si trovino le necessarie risposte e soluzioni, a salvaguardia di uno Stabilimento di produzione che, fino a qualche anno fa, dava occupazione a quasi 100 lavoratori e che grazie alla determinazione dei suoi soci-fondatori, è diventato ormai esempio “nazionale” di vera RESILIENZA, più volte
raccontato in Rai ed in altre emittenti e testate giornalistiche.
A tal proposito, la Regione Calabria, tramite il suo Dipartimento dello Sviluppo Economico e Attrattori Culturali, ha già convocato un nuovo tavolo con tutte le parti interessate e la FIOM-CGIL che ne aveva avanzato richiesta, con l’obiettivo di sbloccare la situazione, magari, con l’aiuto e la collaborazione diretta del M.I.S.E.
Nel frattempo, la FIOM-CGIL Calabria ha dato vita a un “Sit-in” presso lo stabilimento della NEXT ELETTRONICA.
Anche i sindaci e gli amministratori del territorio si stanno organizzando per una decisa azione congiunta, a difesa del presidio industriale e dei Soci-Lavoratori che in questa impresa hanno dimostrato tutto il loro attaccamento al Lavoro, nella speranza di restituire occupazione anche ai loro ex colleghi, impossibilitati a partecipare in questa prima fase di riavvio.
Una fase di riavvio troppo lunga e laboriosa che rischia di far abortire sul nascere la prima cooperativa WBO in Calabria, per eccesso di burocrazia e mancanza di fiducia.
Il protrarsi di questa Boccaccesca situazione, ha ulteriormente aggravato la condizione generale della Cooperativa che, in mancanza di un intervento urgente, sarà costretta a proclamare lo stato di crisi aziendale e la conseguente chiusura definitiva del sito produttivo di Mangone (CS).
Firmato
La NEXT ELETTRONICA Società Cooperativa W.B.O.