L’approdo in una finale Slam, a Melbourne, a 22 anni, vincendo contro il numero 1 del mondo: per Jannik Sinner e il tennis italiano è una giornata storica! E’ finita 6-1, 6-2, 6-7, 6-3, un punteggio che la dice lunga sulla superiorità dell’azzurro contro il quale Nole Djokovic nulla ha potuto, al netto di un terzo set strappato con personalità e annullando un match point nel tie break (finito 8-6).
Ma Sinner ha confermato la sua straordinaria crescita da ogni punto di vista: fisico (grande tenuta, senza cedimenti), caratteriale (grande testa, dopo quel match point perso e un Nole potenzialmente incombente), tecnica (soprattutto il servizio, con variazioni e costanza fino a un anno fa impensabili).
La partita
I primi due set sono stati dominati dall’italiano, il punteggio parla chiaro. Djokovic nervoso, falloso, quasi non sembrava lui. Ma chi segue il tennis sa che, nelle partite al meglio dei 3 su 5, questo non vuol dire niente con il serbo. Le sue rimonte sono proverbiali e quando, nel terzo set, è cambiata la musica, i timori si sono riaffacciati. La freddezza che Djokovic esibisce nei tie-break è, se possibile, ancora più implacabile (sul 5-4 per Jannik nel gioco decisivo, il serbo ha giocato un pallonetto delizioso quanto rischioso, come se si fosse sul 2 pari in un primo set). Quel dritto sbagliato dall’azzurro sul match point e poi la vittoria di Nole lasciavano presagire il definitivo “ritorno” del serbo. Ma Sinner non l’ha permesso. Ha concluso la partita con un perentorio 6-3: il break dirimente è arrivato sul 2-1, in un gioco in cui Djokovic era avanti 40-0.
Il servizio, fattore chiave
Determinanti sono apparsi il servizio e la rinnovata consapevolezza dei propri mezzi, cresciuti negli ultimi mesi accanto ai suoi tradizionali punti di forza, dalla risposta al rovescio. L’azzurro non ha mai concesso una palla break (ne ha trasformate 5 sulle 11 che si è procurato), e sulla sua seconda – sempre profonda e incisiva – ha conquistato il 64% dei punti, l’avversario appena il 52 per cento. Quando ha commesso l’unico doppio fallo, nel quarto set sul 5-3 a suo favore (con il punteggio che si faceva delicato: 15-30), ha immediatamente servito un ace, spegnendo le residue speranze del serbo.
In finale
Braccia in alto e sorriso aperto, a fine partita, un’esultanza sempre composta, nello stile al quale Sinner ci ha abituato. E ora si continua a sognare, aspettando Daniil Medvedev che nell’altra semifinale ha sconfitto Alexander Zverev in rimonta al termine di una battaglia di 5 set. Gli ultimi tre scontri diretti, nell’autunno 2023, hanno visto prevalere Sinner sul russo (a Pechino, a Vienna e alle Finals) dopo sei sconfitte subite. Qui e ora, però, per Jannik, è il momento di godersi una vittoria straordinaria, la terza contro Djokovic in tre mesi (dopo quelle alle Finals e in Coppa Davis). Ma in uno Slam vale di più. Fonte: Il Sole 24 Ore









